Boiling hearts in a wintry land

Capitolo 19

Quando Nico mise piede nella sala del trono, trovò Atena che lo attendeva seduta sulla maestosa sedia di pietra semplice ma allo stesso tempo raffinata, uno sguardo duro negli occhi. Il ragazzo si sentì rimpicciolire di fronte alla regina e al suo modo di scrutarlo, come se lo stesse esaminando da capo a piedi per decidere se darlo in pasto a qualche bestia o farlo uccidere all'istante dalle sue guardie.

Atena accavallò le gambe, senza mutare il suo sguardo severo. -Principe Nico, vi stavo aspettando- esordì. Indossava dei pantaloni e una giacca attillati, mentre il busto era coperto da un'armatura dorata che avrebbe fatto sfigurare quella di Nico, il tutto completato da un mantello rosso sangue agganciato sulle spalle. Dal suo tono di voce, Nico non riuscì a capire se fosse arrabbiata, seccata, spazientita, o se semplicemente quello fosse il modo in cui era solita accogliere coloro a cui concedeva udienza.

Indeciso sul da farsi, Nico decise che mostrare cortesia doveva essere la scelta migliore. Si inchinò di fronte alla regina, mormorando: -Mia Signora, vi ringrazio per questo strappo alle regole e per avermi permesso di confrontarmi nuovamente con voi-. Dietro di lui, Giacinto si mosse e si portò al fianco della regina, lanciandogli uno sguardo di approvazione per la scelta delle parole.

Atena raddrizzò le spalle e rivolse un'occhiataccia al suo consigliere, che avrebbe fatto congelare Nico sul posto, se solo fosse stata indirizzata a lui. -Voglio essere sincera con voi, principe Nico. All'inizio non ne volevo sapere, ma Giacinto mi ha fatto cambiare idea- disse. -Non che questo significhi che ora sono disposta a fornirvi il mio appoggio gratuitamente- aggiunse subito dopo.

A Nico non piacque per niente il modo in cui la regina pronunciò l'ultima parola, e si domandò quale fosse il prezzo che pretendeva per il suo aiuto. Si costrinse a pensare che se Atena gli aveva concesso una seconda udienza voleva dire che dopotutto esisteva una piccola possibilità, e si focalizzò su questa prospettiva.

-So perfettamente che avete già...- cominciò Nico, ma Atena lo interruppe senza dargli la possibilità di terminare la frase.

-È evidente che se continuate a insistere perché io volti le spalle ad Afrodite, non sapete proprio nulla di cosa sia l'onore- pronunciò la frase con una tale amarezza che Nico quasi desiderò che il pavimento lo inghiottisse ma, stupendo anche se stesso, puntò gli occhi in quelli della regina e sostenne il suo sguardo inquisitore. -Mia regina- cominciò con un tono duro, ma ancora una volta fu interrotto.

-Non chiamatemi così, sappiamo entrambi che non sono né la vostra regina, né la vostra signora, perciò non cercate di guadagnarvi il mio aiuto facendo il ruffiano con termini che non mi si addicono-.

Nico rivolse lo sguardo a terra, incapace di aprire bocca. Si domandò se quella seconda udienza non fosse solo un pretesto per umiliarlo, perché sembrava che le cose stessero andando proprio così. Strinse i pugni, cercando di farsi forza. Quando rialzò lo sguardo, vide che Giacinto stava sussurrando qualcosa all'orecchio della sua regina. Questa sollevò un sopracciglio, ma poi Nico vide le sue spalle rilassarsi e lo sguardo duro sparirle dagli occhi.

La regina si alzò e si avvicinò al ragazzo, fermo in mezzo alla sala. -Le mie scuse, principe Nico. So che cercavate solo di essere cordiale, ma non c'è bisogno di fingere. Voi siete fedele a vostro padre e al suo regno, non a me-.

Nico la guardò confuso e, non trovando nulla da dire, si limitò ad annuire come un idiota.

-Ma ora torniamo agli affari- la regina liquidò la questione e tornò a sedersi sul trono, appoggiandosi rigidamente contro lo schienale di pietra.

Nico si fece più attento. Atena aveva ribadito che non voleva mancare all'accordo stipulato con le Spiagge del Sole, ma se lo aveva convocato nuovamente significava che poteva esistere una piccola possibilità per lui. "Magari esiste una scappatoia?", si chiese il ragazzo, sforzandosi di essere positivo.