Boiling hearts in a wintry land

Capitolo 5

Nico non riusciva a trovare Will da nessuna parte. Dopo quello che era successo la sera prima non si era più fatto vedere, e Nico iniziava a temere che il dottore non volesse più vederlo perché era stata solo una botta e via.

Perso com'era nei suoi pensieri, quasi non si accorse che qualcuno lo stava chiamando.

Percy.

-Hey, Nico!- si avvicinò salutando allegramente.

-Ciao. Hai visto Will? Sai, il nuovo dottore- Nico si pentì subito di aver parlato senza pensare. Ma che aveva in testa?

-Certo, lo conosco- un sorrisetto affiorò sulle labbra di Percy, -poco fa era al poligono di tiro con l'arco, ma ora se n'è andato non so dove. Lo sapevi che era un asso nel tirare?-

Nico annuì distrattamente -Okay, grazie-.

Fece per allontanarsi ma Percy lo bloccò per un braccio. La sua espressione era ora del tutto seria -Aspetta. Ti posso parlare?-

Nico era stato preso alla sprovvista. Non sapeva cosa dire -Oh... okay-.

Percy lo trascinò in un angolo appartato.

-Di che si tratta?- chiese Nico, anche se pensava di sapere di cosa Percy volesse parlare.

-Beh, ecco... Non so come dirtelo ma... Mi sembra che tu sia diventato molto freddo e distaccato con me-. Una piccola pausa, e poi continuò -Ho fatto qualcosa di male? Perché se è così, puoi dirmelo, e vedrò di rimediare. Però per favore non fare così, non evitarmi-.

-Non ti sto evitando- Nico non riuscì a dire niente di meglio, -sono solo molto impegnato, tutto qui-.

-Nico, sono tre anni ormai che va avanti così- insisté Percy. -Non sono stupido, sai? Perché continui a mentirmi? Tu sei una delle persone più importanti per me, e non voglio perderti per un motivo che non capisco neanche-.

Il principe non sapeva più cosa rispondere. Continuare a negare era inutile, ma non aveva intenzione di svelargli i suoi - ormai passati - sentimenti. Alla fine decise di puntare su una scusa che, lo sapeva, non era molto credibile -Ascolta, Percy, in questi ultimi anni mio padre ha iniziato a chiedermi molto, sono a capo di una fazione dell'esercito, devo allenarmi tutti i giorni, e ho a malapena tempo per me stesso!- Sapeva che era una scusa fragile, infatti Percy replicò -Per Jason l'hai avuto il tempo, però-.

Nico lo guardò di sbieco, si sentiva messo alle strette. Ma Percy non gli lasciò il tempo di rispondere, perché continuò -So cosa vuol dire essere sempre al servizio di tuo padre. Io comando buona parte delle sue flotte, porto avanti i commerci con tutti i Regni, sono sempre per mare, eppure trovo comunque del tempo per salutare i vecchi amici. Perciò, Nico, non inventare scuse, e dimmi cosa succede in realtà-.

Nico non sapeva più cosa dire, voleva solo che quella conversazione finisse, perciò liquidò Percy con un semplice –Senti, scusa ma ora non è il momento, devo fare una cosa urgente-.

-Bene!- sentì la sua voce rincorrerlo mentre si dirigeva verso il poligono di tiro. -Vai da tuo dottorino, per lui lo trovi sempre il tempo!-.

Accelerò il passo, rendendosi conto di avere la vista appannata dalle lacrime.

Al poligono di tiro gli dissero che Will era andato via poco prima. Così Nico si diresse alla volta del castello, pesando che avrebbe potuto trovarlo in infermeria. Ci era già stato quella mattina, ma Will non c'era. Forse, dopo gli allenamenti, sarebbe tornato lì.

In infermeria c'erano un paio di letti occupati, probabilmente soldati che si erano feriti mentre si allenavano.

Si diresse verso la porta socchiusa in fondo al corridoio. Non ci era mai entrato, ma sbirciandoci dentro scoprì che si trattava di una stanza piuttosto piccola ma fornita delle cose necessarie ad un medico. C'erano una scrivania ingombra di libri e aggeggi che non conosceva, alcuni scaffali che sorreggevano altri tomi e un lettino, evidentemente per i pazienti che preferivano essere visitati in privato. Sulla parete di fronte a lui si apriva un'altra porta, che Nico immaginò portare in una camera privata.