Arrivai a casa di Tessa in ritardo, lei si innervosì e ci fu un'atmosfera di silenzio gelido per qualche minuto, ma con qualche scusa e un sorriso dispiaciuto tornò dolce e gentile come al solito. Cercavo disperatamente di restare concentrato su quello che diceva, di apprezzare il sapore della cioccolata calda che mi aveva preparato, di seguire il film, ma quella testa riccia e l'accento musicale mi tornavano sempre in mente. La cioccolata diventava ragù e il sorriso di Tessa diventava quello birichino di Nico. Per quanto ci provassi non riuscivo a farlo uscire dalla mia testa e lo odiavo per questo. Odiavo Tessa perché non riusciva farmi sentire i brividi, odiavo me stesso per essermi lasciato baciare e più di tutti odiavo essere lì, in quel salotto così retrò, con il caminetto acceso e l'aria soffocante, odiavo quel posto perché il mio stupido cervello continuava a ripropormi Nico sdraiato su di me e le sue labbra sulle mie. Così decisi di fare quello che qualunque diciassettenne assennato avrebbe fatto in quella situazione, scappare? No signore, mi buttai su Tessa interrompendola a metà di una frase che non avevo minimamente ascoltato e la baciai con forza. Le salii sopra e iniziai a baciarla, con passione, lei dapprima mi sembrò quasi spaventata da quello che stavo facendo ma una volta capita la situazione e il mio intento, rispose al bacio. Eravamo sdraiati sul divano, ricordo che le passavo le mani sotto il maglioncino e le baciavo il collo, tenendo gli occhi serrati, lei mi ansimava nell'orecchio dolcemente e mi pregava per avere di più. Mi prese una mano e se la portò alla gonna, notai che aveva delle calze e non so perchè ma mi fermai. Mi alzi da lei e la guardai, con aria confusa, dovevo toglierle? Romperle?
Lei sorrise maliziosa e se le sfilò con un movimento fluido, mi guardò un po' con i suoi occhioni grigi e mi ritirò giù. Ricominciai a baciarla mentre con un dito le spostavo le mutandine a iniziavo a toccarla, era bagnata e gemeva piano, io a quel punto pensai che avrei dovuto cominciare a sentire qualcosa, un po' di eccitazione magari, ma no. Non ero nemmeno duro, non sentivo nulla. Toccavo la sua pelle liscia, baciavo le sua labbra morbide, ascoltavo i suoi gemiti che diventavano sempre più sconnessi e alti, ma nulla. Il mio soldatino non voleva saperne di mettersi sull'attenti. Provai a concentrarmi, a pensare alle cosce bagnate della mia ragazza o alle sue labbra carnose, ma nulla. Stavo cominciando ad agitarmi, provai il tutto per tutto e scesi giù, le sfilai le mutande, facendola lamentare per aver smesso di toccarla e affondai la faccia nel suo centro.Tessa urlò dal piacere e si aggrappò ai mie capelli, quel gesto funzionò più di tutto e cominciai a sentire qualcosa, una sorta di eco lontano di eccitazione. Dopo qualche minuto lei venne, io mi rialzai dalle sue gambe e la baciai dolcemente. Si staccò poco dopo e mi spinse delicatamente le spalle per far segno di alzarmi.
Senza dire una parola mi condusse in camera e iniziò a spogliarsi, il suo corpo era bellissimo, la sua pelle ambrata era liscia e mi affascinava, finalmente. Totalmente nuda si avvicinò a me e mi tolse la maglietta, mi baciò il collo e il petto, per poi passare ai jeans. Si accorse del mio stato di quasi assente eccitazione e mi guardò confusa
"Ehm...scusa, sono un po' nervoso" provai a dire, giustificandomi
"Tranquillo, ora a te ci penso io" sussurrò prima di baciarmi, non stavo capendo molto il suo atteggiamento, non era timida? Mentre stavo ancora riflettendo su dove fosse finita la ragazzina timida del corso di matematica, quella ragazzina agì.
Improvvisamente sentii freddo e mi accorsi che mi aveva abbassato le mutande. Mi prese in bocca e cominciò a succhiare, il mio corpo reagì allo stimolo e cominciai a diventare duro nella sua bocca, lei se ne accorse e sorrise, alzando gli occhi fissandoli nei miei. Volevo degli occhi neri, non grigi, volevo le mani grandi e una bocca più sottile attorno a me, volevo sentire lui, non lei. Cercai di arginare i pensieri e concentrarmi sulle sensazioni, peccato che questo mi portò a perdermi in essi più che arginarli. Iniziai a gemere e mi godetti il pompino per 3 minuti esatti prima di fare la stronzata del secolo, chiusi gli occhi e lasciai che fosse la mia immaginazione a portarmi al limite, più che la bocca di Tessa. Peccato che questo mi portò a dire il nome sbagliato.
"Merda...Nico..." gemetti piano.
Non seppi mai se lei mi sentii oppure no, so soltanto che quando dissi quel nome ad alta voce, quando capì che la mia ragazza mi stava facendo un pompino e io avevo detto il nome di un ragazzo la spinsi per le spalle e la allontanai da me. Mi rivestii di corsa, rivolgendole uno sguardo mortificato e le mormorai uno scusa frettoloso, prima di catapultarmi in salotto prendere la giacca e tornare a casa, fuggendo da un'altra persona, per la seconda volta in quel giorno.
Tessa riempi il mio telefono di messaggi e chiamate, alcuni erano gentili mi chiedeva se stavo bene, se era successo qualcosa e se per caso aveva sbagliato qualcosa lei; altri erano pieni di insulti e minacce, altri ancora mi chiedeva con calma glaciale come avessi osato lasciarla lì, nuda e in ginocchio. Non risposi mai. Da una settimana ero in casa di Jace, lui e la sua famiglia invitavano sempre la mia per le feste, per non farci stare da soli, così ne avevo approfittato e mi ero trasferito in casa di Jace. Gli avevo finalmente raccontato tutto, a partire da quel giorno al campetto, del ballo e del bacio. Lui mi aveva ascoltato e consolato, mi aveva ripetuto fino allo sfinimento che non c'era nulla di male nel provare qualcosa per Nico, che andava bene. Mi aveva aiutato a non rinchiudermi in camera e stare sotto le coperte, ma aveva coinvolto Julian e Alex così ogni mattina andavamo a correre, badavamo ai fratellini di Alex e stavamo insieme, noi quattro, come ai vecchi tempi. Piano piano cominciai a stare meglio, cominciai ad accettare il fatto che sì, ero attratto da Nico e che forse non c'era niente di male in questo. Tutti i miei amici però continuavano a ripetermi che dovevo delle scuse a Nico e tessa, per essere sparito e averli lasciati lì, senza nemmeno una spiegazione. E soprattutto sarei dovuto tornare a casa prima o poi e permettere a Jace di uscire con Clary, con la quale aveva cominciato ad uscire prima che io mi presentassi a casa sua il 24 mattina con delle occhiaie pazzesche e una faccia che chiedeva disperatamente aiuto. Così il 31 dicembre uscii da casa di Jace, preparandomi mentalmente per una chiamata di scuse a Tessa e una chiacchierata faccia a faccia con Nico. Avevo chiesto sue notizie tramite gli altri, che mi avevano detto che stava bene e che la sua famiglia lo aveva raggiunto per passare il Natale, ma che ci sarebbe stato anche lui alla tradizionale festa a casa di Julian, che aveva invitato anche Emma la barista e le sue amiche.
Tessa non doveva esserci e io ne ero terribilmente sollevato, volevo chiederle scusa ma mi vergognavo troppo per parlarle di persona. Mentre camminavo mi stavo già preparando diversi discorsi che avrei potuto fare e le scuse che avrei potuto usare per giustificare il fatto di essere uno stronzo gay. Presi le chiavi di casa ed entrai. Sentii dei rumori provenire dal salotto così andai a vedere, ma mai e poi mai mi sarei aspettato quello.
Vidi i capelli tinti di argento di mio fratello tra le gambe di una ragazza, che indossava un paio di calze autoreggenti, che subito mi riportarono ad una settimana prima, a me stesso tra quelle stesse gambe. Dio santo, mio fratello si stava scopando la mia ex. La mia reazione fu assolutamente e totalmente normale. Scoppiai a ridere istericamente, a squarciagola e a crepelle
. Loro sussultarono e si spaventarono, quando notarono che ero io, mi fissarono in silenzio e poi cominciarono a parlare uno sopra l'altra cercando di spiegarmi, io ormai fuori di testa continuavo a ridere.
"Oddio...-mi asciugai le lacrime- e io...-ripresi fiato- che volevo scusarmi con te e invece ti trovo a letto, che è poi il mio divano, con mio fratello?! Qualcuno si sta prendendo gioco di me" esalai tra una risata isterica e l'altra,Tessa a quel punto si rabbuiò e tenendo il plaid contro il suo petto si alzò in piedi. Aveva un'espressione veramente buffa ai miei occhi, tutta spettinata, con le labbra gonfie e rosse, con le sopracciglia corrugate e tutto il mascare colato.
"Will, tu mi hai mollata nuda e in ginocchio senza una spiegazione e poi sei sparito! Non puoi dire assolutamente niente su quello che sta succedendo tra me e tuo fratello, va bene?" mi sgridò e questo fece partire un' altra risata assurda per me. A quel punto anche James cercò di farmi smettere di ridere, ma senza grandi risultati. Alla fine riuscii a smettere di ridere e loro mi spiegarono come era iniziata la loro storia. Essendo io in autoreclusione da Jace e mamma a lavoro, James stava a casa da solo e Tessa era venuta a cercarmi, avevano cominciato a parlare e lei gli aveva spiegato come erano andate le cose, avevano iniziato a legare e dopo pochi giorni erano finiti a letto. Me lo avevano raccontato proprio così, come se fosse una cosa normalissima e naturale, una cosa al di fuori del loro controllo, questo causò altre risate da parte mia e annullò completamente ogni segno di imbarazzo.
"Beh...sono felice che il mio caro fratellino si stia scopando la mia ex ragazza, che ho mollato nuda e inginocchiata davanti a me perché pensavo a qualcuno altro" dissi appoggiandomi al muretto della cucina con nonchalance totale, ormai che avrei potuto perdere?
Tessa e James si guardarono increduli, James mi fissò offeso e minaccioso come se avessi degradato la sua donna o cose simili. Tessa sembrava arrabbiata e velocemente si infilò la maglia di James, si avvicinò a me piantandosi a qualche centimetro di distanza. Era una situazione molto strana, una ragazzina in maglietta e reggicalze mi stava fissando con aria furiosa e io ero con ancora con il cappotto nel mezzo del mio salotto, sapevo che quello che stavo per dirle avrebbe creato un bel putiferio ma le dovevo delle spiegazioni e delle scuse. Smisi di sorridere incredulo, non appena mi accorsi che a parte l'assurdità della situazione, non mi aveva fatto alcun effetto vederla con James.
"Ti chiedo scusa, Tess. Davvero mi dispiace averti preso in giro e averti lasciata così, senza dirti nulla, ma di recente ho capito delle cose che mi hanno sconvolto abbastanza. Non è una giustificazione per il mio comportamento, è solo il motivo. Mi piace una persona, qualcuno che non sei tu, qualcuno che ho ferito almeno quanto te, qualcuno per cui provo qualcosa di molto, molto intenso e questo mi ha spaventato a morte." feci questo discorso fissandola negli occhi e scusandomi sinceramente. Volevo davvero che lei non mi odiasse, che non ci fossero più questioni in sospeso tra noi. Tessa mi fissò a lungo, non disse nulla per po' di tempo e poi chiese semplicemente:
"Chi è?"
"...Nico..." sussurrai.
"Che hai detto?" disse James vestendosi rapidamente.
"Si... non credo di aver capito" disse anche Tessa
"Nico. Ho detto che mi piace Nico, vorrei che non fosse così, vorrei che mi piacessi tu, Tess. Ma non è così, sono spaventato e lui non lo sa. Ho fatto un gran casino anche con lui e ora ho paura." risposi tenendo gli occhi puntati su di loro.

STAI LEGGENDO
Electric Love
Teen FictionDi tre cose sono stato sempre sicuro, odio la matematica, il basket sarà il mio futuro e mi piacciono le femmine. Peccato che due delle mie convinzioni sarebbero presto state sconvolte, ribaltate e distrutte da una sola persona.