Capitolo 8

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La sensazione della bocca impastata, la testa che pulsava ed uno strano dolore allo zigomo e all'occhio sinistro mi svegliarono. Aprii gli occhi e vidi un soffitto che non era il mio, inoltre il letto era più piccolo e non c'era l'odore di casa mia. Cercai di muovermi per uscire dal letto e cercare di capire dove fossi, ma quando provai a rotolare per girarmi verso il comodino un'ondata di nausea mi colpì e dovetti fermarmi, appena se ne fu andata ritentai e questa volta riuscii ad afferrare il telefono. C'erano diverse chiamate perse da Jace e Julian e un messaggio di James che mi chiedeva se fosse tutto ok.Erano le 10 di mattina del primo gennaio. Dovevo ancora capire dove fossi e soprattutto chi mi avesse portato lì, l'ultima cosa che ricordavo erano le labbra di Nico e un dolore assurdo all'occhio. Mi toccai la faccia e sussultai quando sfiorai l'occhio sinistro, chi mi aveva tirato un pugno? Nico? E perché? Mi ero scusato cazzo, gli avevo pure detto che mi era piaciuto il bacio, che voleva ancora da me?
Mi alzai lentamente cercando di non svenire o vomitare e mi diressi verso la porta di quella camera, era piccola, una soffitta probabilmente, aveva qualcosa di familiare ma il mio cervello annebbiato non riusciva a ricollegare. Aprii la porta e mi ritrovai Isabelle con il pigiama ancora addosso, un vassoio in mano e la bocca spalancata.
"Ehm...Ciao Will? Come va? Ti stavo portando la colazione e un'aspirina, ma ti sei svegliato e sei nudo..." balbettò confusamente. Nudo? No, avevo dei pantaloncini.
"Ehi Izzy, ciao...si ehm scusa per il mio aspetto, ma dove siamo? E perché sono qui? Che è successo?" chiesi.
Mi spiegò velocemente che Alex mi aveva trovato fuori mezzo collassato sulla sedia a dondolo nel giardino di Jules, con in mano una bottiglia di gin, che nessuno sapeva dove avessi trovato, e un occhio gonfio. Balbettavo e piangevo dicendo che Nico mi aveva picchiato, così mi aveva portato a casa di sua madre, dove mi aveva lasciato alle cure di Isabelle che mi aveva aiutato a cambiarmi e mettermi a letto. Ecco perché mi sembrava familiare, la casa della mamma di Alex era dove avevamo passato molti anni della nostra infanzia prima del divorzio dei suoi genitori e prima che venisse ristrutturata e resa un Bed and Breakfast.
"Mi dispiace che quel ragazzo ti abbia tirato un pugno, ma che è successo? Pensavo foste amici, mi hai detto che dovevi andarlo a salutare e sei sparito" mi disse Isabelle, 20 minuti dopo, in cucina mentre mi passava il ghiaccio.
"Si, beh eravamo amici, ora non credo, credo mi odi" dissi io a bassa voce. Lei fece una faccia dispiaciuta e mi si avvicinò, premendo il ghiaccio delicatamente sul mio occhio.
Sospirai quando il freddo mi lenì il dolore e alzai le spalle. Mi raccontò dei suoi due anni in Spagna, di come si fosse divertita e mi chiese di James; parlammo per un po' e io cominciai a notare che lei mi toccava il braccio, mi fissava le labbra e cercava sempre di venirmi più vicino. Cominciai a sentirmi a disagio, non credevo di essere gay e la trovavo molto attraente, ma Nico era piantato nella mia testa e anche se mi aveva tirato un pugno, trattato malissimo e lasciato solo, ubriaco e al freddo la notte di capodanno, baciare qualcuno che non fosse lui mi faceva stare male. Cominciai a pensare ad una scusa per tornare a casa senza essere scortese, quando Isabelle, forse interpretando male un mio gesto mi salì in braccio e cercò di baciarmi.
"EHI! AMICO! Giù le mani da mia sorella!" urlò Alex, salvandomi in corner. O perlomeno fu quello che pensai io.
"EHI, Fratello!" urlai anche io, cercando di far scendere Izzy dalle mie gambe e mi grattai la nuca imbarazzato
"No, guarda non è come pensi Alec" disse lei "Will non mi ha "toccata" come dici tu, sono io... che...devo aver interpretato male i segnali, mi dispiace Will" disse lei, più rossa di me.
Alex ci guardò un po' e poi borbottò qualcosa sul fatto che ci avrebbe lasciati soli.
"No, non dispiacerti è tutto ok, sei una ragazza bellissima e meravigliosa, ma in questo momento ho in testa qualcun altro... Non vorrei mai farti stare male, sono lusingato da questo, ma non posso Izz" dissi.
Che situazione assurda, da quando Nico era entrato nella mia vita improvvisamente due ragazze bellissime avevano dichiarato il loro amore per me.
"Tranquillo Will, capisco, grazie per essere stato sincero, ti lascio andare da Alec" disse lei.
Io salii le scale andai nella vecchia camera del mio amico, lo trovai sul letto, mezzo addormentato. Senza dire una parola mi buttai affianco a lui sospirando. Lii si girò e mi fissò.
"Tutto ok, Will? Hai rifiutato mia sorella o devo spaccarti la faccia?" chiese lui
"Si ho rifiutato tua sorella, non sono uno stronzo atomico. Tra l'altro mio caro devi calmarti, è grande ormai, può avere le sue storie credo" dissi con gli occhi sul soffitto.
"Lo so, ma lei è la mia piccola sorellina e nessuno deve farle del male, non dopo quello che ha passato durante il divorzio"
Era sempre stato protettivo verso di lei, ma dopo che rischiò di essere ricoverata per anoressia durante il divorzio dei suoi, era diventato quasi ossessivo.
"Lo so amico, ma davvero lei è off limits per me, da sempre, ma sopratutto ora"
"A proposito...Come mai Nico ti ha picchiato, che è successo?"
" Ho provato a baciarlo..."
"E lui ti ha picchiato? Che problemi ha quel ragazzo? Gli hai pure chiesto scusa...lo hai fatto vero?"
"Certo e gli ho anche detto che quel bacio era stato bello, non so perché abbia reagito così" ,mi lamentai.
Ci lambiccammo a lungo sul perché avesse fatto così, chiamammo anche gli altri, una volta che si furono svegliati. Julian e Alex volevano che io lo chiamassi e cercassi spiegazioni, ma io volevo tenermi quel poco di orgoglio che mi era rimasto e autocommiserarmi per il resto della durata di quella stupida cotta. Jace diceva che avremmo dovuto cercarlo e picchiarlo tutti insieme, ma sospetto che fosse ancora un po' ubriaco.
Il resto della giornata a lamentarci del post- sbronza e cercare un modo per farmi chiarire con Nico. Non funzionò. Quando tornai a casa dovetti sorbirmi le urla preoccupate di mia madre e le sue mille domande sul mio livido, preso dalla stanchezza e dalla tristezza le dissi tutto. Le raccontai che quel pugno non l'avevo preso perché mi ero ficcato in una rissa, ma che l'avevo preso per aver cercato di baciare un ragazzo, lo stesso ragazzo per cui avevo una cotta imbarazzante. Lei reagì bene, non mi chiese se fossi gay o di darmi un'etichetta, ma mi chiese di lui, di raccontarle com'era. La sera del primo dell'anno la passai sul divano con mia madre e mio fratello a parlare di Nico, di come mi faceva sentire e di come avevo rovinato tutto.
Nei giorni successivi, una volta tornati a scuola, io saltai matematica per evitarlo,ma poi lo seguivo per i corridoi e cercavo di farmi venire il coraggio per andargli a parlare. Jules e jace avevano ufficialmente fatto coppia fissa con Emma e Clary, che si erano rivelate delle buone ascoltatrici per i miei piagnistei e lamentele, non avevo infatti avuto problemi a raccontare loro di Nico e ad accettarle nel gruppo. Forse cominciavo davvero ad accettare me stesso, forse semplicemente vedere i miei amici così felici e a proprio agio con quelle due, mi aveva fatto pensare che erano brave persone. Fatto sta che grazie a Clary seppi che Nico aveva incrociato Tessa per i corridoi e le aveva detto che era una puttana, per poi andarsene senza dare spiegazioni. Clary mi raccontò questa scena una mattina gelida di gennaio, dopo che era venuta a scuola da noi per lasciare volantini e biglietti per la mostre d'arte che faceva la sua scuola. Mi disse che Nico era uscito dalla classe di matematica sbattendo la porta e quando aveva incrociato Tessa nel corridoio l'aveva squadrata e poi le aveva detto che era una puttana, poi era corso via. Non seppi come reagire a questa cosa, l'aveva fatto perché gli avevo detto che lei e James stavano insieme? Lo aveva fatto per me? Quando mi raccontò questo episodio il mio cuore fece una piccola capriola e riaccese un po' di speranza in me.
Una settimana dopo Emma mi raccontò di aver visto Nico nel locale dove lavorava, che poi era lo stesso dove io e lui avevamo ballato, stare con una ragazza bionda che corrispondeva alla descrizione di Laurelle. Questo mi gettò nella disperazione più totale.
Nei giorni successivi trovai un foglio con i compiti svolti e quelli per la volta successiva di matematica, senza firma, nel mio armadietto; trovai un post-it da parte di Tessa che diceva che le dispiaceva e che le mancavo, ma trovai anche un fiore bruttino su un altro foglietto infilato nella mia giacca, senza firma.
Tutti questi fogli e segnali che speravo fossero di Nico mi sconvolsero tanto, ma niente mi avrebbe preparato alla gita in montagna annuale.
Io e i ragazzi eravamo obbligati ad esserci, essendo noi senior, ma era aperta anche ai Junior e seppi che anche Nico aveva confermato la sua presenza.
Tre giorni, in montagna, in piccoli bungalow, con Nico. Ero fottuto.

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