Epilogo

76 7 1
                                    

Nico
Un altro anno stava per cominciare, un sacco di nuovi ragazzini stavano entrando ora dal portone, da cui anche io tanti anni prima,ero entrato, pieno di ansie per la nuova scuola.
Mentre stavo entrando nella mia solita aula, sentii una risata, più forte delle altre e vidi, in mezzo alla folla del primo anno che andava verso la palestra, un ragazzino, circondato da ragazzi che ridevano per la sua battuta.
Il timbro di voce mi colpì, sembrava provenisse da un sogno, ma non poteva essere...
Mi convinsi presto di essermelo immaginato.
La giornata si svolse in fretta, fino ad arrivare all'ultima ora, avevo lezione con quelli del primo anno, corso base di algebra.
Non facevo mai lezione il primo giorno, lo usavo per conoscere i miei alunni e farmi conoscere, così quando la campanella suonò mi girai per scrivere come tutte le volte il mio nome sulla lavagna.
Mentre ero girato risentii quella voce, mi girai appena in tempo per vedere tre ragazzini, cercare di sedersi vicini in fondo alla classe.Quasi tutti gli altri studenti stavano cercando di accaparrarsi le sedie il più vicino possibile a quei tre. La prima era una ragazzina, dai morbidi ricci biondi e gli occhi verdissimi, aveva una spruzzata di lentiggini e nonostante fosse più bassa di una decina di centimetri degli altri, sembrava dominare sui suoi compagni. Anche lei, il suo modo di fare, sembrava provenire dai miei sogni, il secondo era più piccolo di lei, ma più alto, gli occhi verdemare e la voce tranquilla mi sorpresero, ma l'aspetto del ragazzino al centro fu quello che mi colpì allo stomaco.
Quegli occhi e il modo di ridere... non poteva essere lui, eppure....
Era così simile a Will quando lo avevo conosciuto e allo stesso tempo c'era qualcosa in lui di diverso. Il Will che conoscevo ero taciturno, timido quasi, mentre quel ragazzo era circondato da amici e persone che lo acclamavano, e sembrava molto a suo agio in mezzo a loro. Non sentivo e non vedevo Will da molti anni, non sapevo se avesse un figlio, ma se quel ragazzino non era suo figlio, doveva essere per me una punizione divina, visto che averlo in classe e vederlo mi provocava fitte di nostalgia dopo nemmeno 5 minuti, non osavo immaginare un anno.
Avrei scommesso la mia cattedra che quello era figlio di Will e gli altri due affianco a lui erano figli di Jace e Julian.
Feci l'appello chiedendo a tutti di fare una piccola presentazione, alzandosi in piedi.
Quando scorsi sull'elenco e chiamai Blackthorne, vidi il ragazzino alzarsi e non ne rimasi così sorpreso, sentendolo dire che amava dipingere e sentendolo parlare con calma.
Ma quando arrivai alla h, nell'elenco, non riuscii ad impedire alla mia voce di tremare mentre pronunciavo Herondale.
Il ragazzino si alzò presentandosi come Theo e una fitta mi colpì quando mi resi conto che si chiamava come il padre di Will, disse che viveva con suo padre, giocava a basket e, strappandomi una risatina, amava la matematica.
Non vidi nessun Lightwood nell'elenco e dai miei ricordi nessun'altro dei ragazzi assomigliava ad Alex. Mi chiesi pigramente come mai.
Wayland era l'ultimo cognome dell'elenco, la ragazzina si alzò e fece una battuta, si presentò come Lucy e disse che amava i videogiochi e i maschi, i suoi amici risero.
Scene del genere erano state all'ordine del giorno durante la mia adolescenza e pensai con nostalgia ai pomeriggi al campetto. Erano molti anni, che non andavo da quella parte di Lima. Troppi ricordi.
La lezione passò velocemente e in men che non si dica, il primo legame che avevo con Will dopo molti anni, uscì chiacchierando con tutti. Era proprio diverso, pensai, ricordando con un sorriso che Will a malapena sapeva il nome dei suoi compagni di corso.
Ottobre prese presto il posto di settembre, avvicinando sempre di più l'incontro genitori insegnanti, che agognavo e temevo alla stessa maniera.
Theo e Lucy, erano brillanti in algebra il che rendeva abbastanza semplice giustificare la chiara preferenza che avevo per loro, nel corso della mia carriera avevo sempre evitato di fare preferenze o al contrario prendere di mira qualcuno, ma vedere quelle piccole copie di coloro a cui avevo tanto tenuto, mi rendeva difficile mantenere la professionalità. Tyler, al contrario, non era portato per l'algebra quanto i suoi amici, perciò era facile far passare il signor Bellivieri come un bravo insegnante che si occupava dei suoi studenti con difficoltà.
Nessuno si accorse, nemmeno i tre interessati, che avevo un particolare affetto per quei ragazzi.

Il colloqui genitori insegnanti si svolgeva al pomeriggio, a scuola, in genere i genitori portavano qualcosa da mangiare e si conoscevano, mentre i professori presentavano il programma scolastico e le iniziative studentesche proposte per il loro corso. Successivamente i genitori uno alla volta, avevano il colloquio privato con i vari professori dei corsi seguiti dal figlio.
Di solito per me, erano pomeriggi abbastanza divertenti, passati in tranquillità, tra quelle mura che erano diventate quasi una seconda casa.
Ma quell'anno ero talmente in ansia che non riuscii a spiccicare parola con i miei colleghi perciò uscii per pranzo e per un assurdo scherzo del destino arrivai con lieve ritardo.
Camminai velocemente per i corridoi e arrivato alla palestra, sentii le voci di tutti i genitori che chiacchieravano rimbombate nella palestra. Sapere che quasi sicuramente tra quelle voci c'era anche quella di Will, mi faceva venire voglia di scappare.
Aprii la porta e provando a farmi notare il meno possibile, mi avvicinai al tavolo su cui erano messi gli stuzzichini, cercai di confondermi tra gli altri professori, mentre perlustravo la folla per capire se Will ci fosse.
Dopo 20 minuti cominciai a rilassarmi, pensando che forse non era venuto, magari aveva avuto dei contrattempi o aveva mandato qualcun altro o...
I miei pensieri vennero presto interrotti dal signor Brandell, l'insegnante di letteratura, che mi toccò la spalla. Mi girai e lo vidi affianco a lui.
William Herondale, in tutto il suo splendore, era cresciuto e invecchiato, ma rimaneva il più bell'uomo che avessi mai visto. Sussultò quando mi riconobbe. Rimanemmo a fissarci.
"Signor Bellivieri, posso presentarle il signor Herondale? Il padre di Theo, il migliore del suo anno" disse cordialmente il mio collega.
Will non fece nulla per dire che ci conoscevamo già, ma mi porse la mano per stringerla.
Quando toccai la sua pelle dopo anni e anni, non sapevo cosa aspettarmi, ma ecco che la solita scossa elettrica partì dalle mie dita per arrivare al cuore ed accelerarne i battiti, che aumentarono ulteriormente quando notai che aveva ancora il braccialetto che gli avevo regalato molti anni prima. Alzai gli occhi dalle nostre mani unite e mi persi ancora una volta nei suoi occhi blu, mentre tutto diventava ovattato e le nostre pelli si riempivano di brividi.

Due anime si ricongiunsero tramite una stretta di mano mentre fuori un temporale esplodeva, facendo pensare all'uomo dagli occhi blu, che forse la pioggia non era così male.
FINE

Electric Love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora