Capitolo 10

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Anche se a trovarmi fu Nico non riuscimmo a stare da soli nemmeno 5 minuti, prima arrivarono i miei amici a sgridarmi e abbracciarmi, a picchiarmi e a darmi dello stupido. Fu bello era come se mia madre si fosse sdoppiata in Julian, Jace e Alex. Fui trascinato via da Nico, che ricevette tante pacche sulle spalle per avermi trovato. Subito dopo i miei amici arrivò la prof che mi di diede tre pacche sulla testa, causando la mia confusione. Probabilmente voleva dirmi di essere felice di non aver perso uno studente nel bosco. Chi lo sa.
Mi portarono al campo con una macchina dei ranger, solo io, la prof e il ranger. Per nulla imbarazzante considerato che questo casino era successo perché non avevo saputo ricordare da che parte fossi venuto e mi ero perso nel bosco, costringendo l'intero gruppo a cercarmi in giro per la foresta alle 8 di sera, con il buio e meno cinque gradi.
Punti a loro favore non mi chiesero come avessi fatto a perdermi o risero, semplicemente il ranger mi consigliò una doccia bollente e della zuppa calda, stare sotto le coperte e riposarmi.
Non avevo febbre ma mi sentivo debilitato e stanco.
Arrivati al campo mi indicarono la costruzione in legno dove c'erano le docce e i bagni, mi diressi velocemente lì, ansioso di scaldarmi.
Non ero ancora entrato che sentii la professoressa Loss che mi urlava dietro:
"Herondale santo cielo!! Lo zaino! Sennò con cosa esci? Vuoi morire congelato?"
Ecco perché ero così leggero. Corsi a prenderlo e finalmente il mio corpo si riscaldò una volta entrato nel locale riscaldato dai boiler e il vapore delle docce.
Mi spogliai velocemente ed entrai in doccia, ero sotto l'acqua da un po' e mi stavo finalmente rilassando sotto il getto caldo quando sentii la porta che si apriva, dei passi e qualcuno che si fermava davanti alla tenda della mia doccia.
"Ehi..." disse Nico
Oh cazzo, ero sotto la doccia, nudo e lui era lì fuori.
"Oh...ehm....ciao?" Urlai con voce stridula.
"Senti so che è un brutto momento, si insomma, ti sei appena perso eccetera, però avrei bisogno di parlarti e la tenda mi aiuta, perché non ti vedo e non mi sento un totale idiota. Non dovevo tirarmi quel pugno, mi dispiace. Davvero. Sono uno stronzo, lo so, tu ti sei aperto con me e io ti ho picchiato. Però in quel momento io ero ancora arrabbiato per il fatto che te ne eri andato via, poi hai detto quella cosa e...non ci ho visto più" disse tutto d'un fiato.
"Che cosa avrei detto? Cosa ti ho detto che ti ha fatto arrabbiare tanto da picchiarmi?" ero di nuovo arrabbiato, che cosa mai gli avrei potuto dire da farlo scattare in quel modo? Mi ero aperto con lui e lui mi aveva tirato un pugno. Fermo, nudo e sotto l'acqua mi sentivo a disagio, ma anche arrabbiato e confuso. Volevo chiarire con lui ma mi sentivo ancora offeso.
"Hai detto che volevi sentirti di nuovo così...mi hai fatto sentire come un gioco, un passatempo divertente e diverso . Non so cosa tu senta effettivamente per me, ma per me non è un passatempo...tu non sei solo un passatempo" disse piano.
"Nico tu non hai idea di quello che mi fai sentire, hai sconvolto tutte le mie convinzioni, mi fai provare cose che non ho mai sentito prima. Non sei un gioco o una cosa diversa. Sei i brividi, le scariche elettriche e la sensazione di galleggiare."
E poi lui spostò la tenda e mi baciò.
E il mondo prese fuoco.
L'acqua bollente e il vapore, combinate al suo bacio mi fecero sentire come se lava scorresse nelle vene, la pelle ipersensibile mi rendeva elettrico. Dietro gli occhi stelle e fuochi d'artificio.
Avevo baciato così tante persone, ma non avevo idea che queste fossero le sensazioni che si provavano quando baci qualcuno.
Le sue labbra erano finalmente attaccate alle mie, il resto era sparito, il tempo era nullo.
Sentivo solo le sue labbra, le sue mani sui fianchi e la sensazione dell'acqua calda su di me.
Non so per quanto tempo stessimo lì. Contro il muro, attaccati. Mi accorsi dopo non so quanto che aveva solo le mutande, mentre io no. Ero nudo. E lui lo sapeva. Come io sapevo che stavamo condividendo le stesse sensazioni.
Quella volta però non mi fermai, nessuna voce mi urlava di smettere, solo di non staccarmi più.
E così ci spostammo in camera.
Il percorso dalla sala docce al bungalow di Nico, lo ricordo congelante. Un freddo polare avvolse il mio corpo coperto solo da un accappatoio, bollente per l'acqua e i suoi baci. Ma non me ne importava nulla, Nico mi teneva la mano e con decisione mi guidò verso la sua camera.
Era di legno, con un letto matrimoniale, una piccola stufa elettrica. Il suo odore era già ovunque e un po' per quello, un po' per il calore che mi avvolse, non persi tempo e lo baciai, di nuovo. Mollai lo zaino e i vestiti a terra, prima di spingerlo sul letto.
Pareva non bastarmi più, ogni bacio, ogni tocco tra me e lui, mi faceva sentire elettrico, le sensazioni erano amplificate e mi sentivo come se potessi andare in autocombustione.
Le sue labbra si di me, le sue mani lungo il mio corpo, la sua pelle sulla mia. Pensai che fosse talmente bello, da poter morire.
Non pensai mai alla mia inesperienza o al fatto che non avevo mai toccato un ragazzo, ma solo che lo volevo vicino, più vicino. Lo volevo dentro, ovunque dentro di me.
I graffi, i morsi, i baci, i capelli tirati, il dolore, il piacere. Tutto si mischiò e io sentii di essere al posto giusto.
"Allora..." ansimò lui. Eravamo stesi, nudi, sotto le coperte. Uno di fianco all'altro, fermi a fissare il soffitto, con ancora il fiatone.
"Allora..." risposi. Praticamente non riuscivo a muovermi, mi sentivo talmente appagato e rilassato che quasi non sentivo il dolore.
"Che ne pensi?" Domandò lui girandosi sul fianco. Mi fissò con il suo solito sorriso birichino e il luccichio negli occhi.
Dio quanto era bello, le labbra gonfie, le guance rosse e i capelli scompigliati. I segni dei miei denti erano sul suo collo e sapevo che altri segni di me erano sparsi sulla sua pelle pallida.
"Di te o del sesso gay? " chiesi cercando di girarmi.
"Di me"
"Mmmm, quando finisco di sentire la testa leggera ti rispondo" mi avvicinai per baciarlo.
Ricambiò e la familiare sensazione di scintille esplose tra noi.
"Sai che quando mi baci sento l'elettricità scorrere tra noi?" Chiese ad un passo dalle mie labbra.
"Lo sento anche io" e mi persi ancora tra le sue labbra.
"Come mai avevi portato il lubrificante?" chiesi dopo qualche ora, eravamo ancora stesi sul letto e nudi, ma ora ero tra le sue braccia e non credevo che ci fosse qualcosa di meglio.
"Ehm..." disse lui piano,
"Dai Nico, sul serio, hai portato il lubrificante e i preservativi perché avevi pianificato di scoparmi?" chiesi ancora un po' imbronciato, non volevo pensare che lui mi avesse manipolato nella doccia. Volevo pensare che fosse stato una cosa speciale e non pensata.
"No, non avevo pensato di scoparti, fino a ieri manco ci parlavamo...era per me." disse nascondendosi nel mio collo, parlava contro la mia pelle. La sua bocca mi faceva venire i brividi.
"Per te? In che senso?" chiesi cercando di farlo uscire, ero piuttosto confuso e divertito dal suo comportamento, Nico era sempre stato diretto e quindi il suo modo di evitare la domanda mi incuriosiva.
"Nel senso che sapere di passare tre giorni insieme a te, di cui uno in gita Brecksville e alle sue terme, mi ha fatto pensare a te e al tuo corpo e a noi...e quindi ho preso precauzioni..." disse sempre nel mio collo
"In che senso? Volevi scoparti Lauretta?" lo spinsi via innervosito.
"Ma no, era per me nel senso che mi sarei...hai capito"
"No, Nico, non ho capito"
"Mi sarei masturbato, pensando a te"
"Ah...e a che servono i preservativi, cioè il lubrificante lo capisco...ma quelli?"
"Ehm quelli è stata una fortuna li avessimo, cioè mamma si ostina a metterli in valigia, ha l'ossessione che io possa mettere incinta qualcuna" disse finalmente guardandomi negli occhi.
"Ma quindi...a te piace...si insomma anche...hai capito, no?" dissi io, imbarazzato, fissando le coperte.
"No, Will, non ho capito" disse lui sfottendomi, mi mise due dita sotto il mento facendomi alzare il viso, aveva il solito sorriso e il luccichio negli occhi che mi faceva tremare le gambe.
"Beh...insomma usi anche le dita" risposi io a bassa voce
"Si, da quando avevo 13 anni, io sono stato il primo per te vero?"
"Si"
"E come è stato?"
"Stranamente bellissimo, non l'avrei mai detto, ma d'altronde non avrei nemmeno mai detto che avrei baciato un ragazzo, o fatto un pompino ad un ragazzo, ma eccomi qua" dissi ridendo.
La conversazione si interruppe per un po', le nostre bocche erano impegnate in altre attività.
"Sai che tu non sei il primo ragazzo che ho baciato?" mi chiese Nico dopo che avemmo ripreso fiato.
"Come no?! Mi sono dannato per mesi perché pensavo che a te i ragazzi non ti piacessero" gli dissi un po' indispettito.
"Scusami?! Che dovevo fare oltre cercare di baciarti ad ogni occasione, ballare con te e praticamente molestarti?" chiese lui ancora più indispettito.
"Non lo so...dirmelo?"
Okay forse aveva ragione, ma in mia difesa ero stato confusionale.
"Guarda che quello che mi ha fatto penare qui sei stato tu; con tutti quei< non sono frocio> eccetera"
"Okay si va bene, abbiamo chiarito che sono io lo scemo" dissi alzando gli occhi al cielo
"Si ma sei carino e io.."
"E tu?"
"Niente, io niente" mi baciò. Rimasi un po' confuso, ma non gli diedi troppa importanza.
"Va bene, raccontami di questo ragazzo" dissi sorridendo, lui ricambiò.
"Eravamo negli scout e avevo tipo 14 anni, eravamo strafatti e stavamo giocando ad obbligo o verità, questo ragazzino mi sfidò a baciare uno dei miei amici, entrambi rifiutammo, ma una volta nella tenda diverse ore dopo, lui mi baciò. Una cosa tira l'altra ed è finita che gli ho fatto una sega" disse sdraiandosi con le mani dietro la testa e un sorriso malizioso.
"Ah, bella storia" dissi io, ero un po' geloso di questo suo amico, chissà se ci pensava. Forse misi il broncio perché Nico si girò subito verso di me e cercò le mie labbra.
"Non ci pensare, sei te che voglio, non ci ho pensato neanche una volta da quando ti conosco" mi disse dolcemente.
"Mhmh, okay" gli risposi risposi sistemandosi tra le sue braccia.
"Sai che ho pensato a cosa voglio fare dopo la scuola di recente?" mi chiese pigramente mentre mi faceva i grattini sul braccio.
"Anche io, ho deciso voglio lavorare nel basket, come sai, e ho sentito che a Cliveland l'università offre un'ottima borsa di studio"
"Ne sono felice Will, sono sicuro che tu riuscirai a prenderla, sei bravissimo a giocare e gli sponsor delle università faranno a gara per averti alle selezioni di maggio" mi disse sorridendo.
"Non credo ma grazie, davvero. E tu?"
"Il professore, voglio insegnare" disse.
"Wow, figo.Spaccherai, se sei riuscito a spiegare algebra a me riuscirai a farlo con tutti, anche con i più scemi.Come mai?"
"Mi è sempre piaciuto, formi le menti del futuro, hai il potere sui nuovi adulti e poi hai il caffè gratis" disse ridendo.
Risi anche io e il resto della notte lo passammo così, tra baci, risate e racconti di noi, di quello che eravamo stati, del futuro che vedevamo, di noi.
Ero così felice che volevo urlarlo al mondo, ma non sapevo che ancora una volta, la mia vita sarebbe stata stravolta.

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