Ero steso sul mio letto in camera, circondato da Jace, Julian e Alex, tutti e quattro fissavamo il soffitto alla ricerca di un'ispirazione. Questo perché Nico aveva scritto a Julian per chiedergli se alla festa ci sarei stato anch'io, perché in quel caso lui sarebbe passato solo per un saluto, non avendo alcuna voglia di parlare con me. Il mio caro carissimo amico Jules, aveva anche dovuto fingere preoccupazione e fargli mille domande sul perché Nico non volesse proprio vedermi. Avevo ascoltato la telefonata aspettandomi dei chiarimenti,sul perché non volesse vedermi, era perché ci eravamo baciati e ora era in imbarazzo? Era perché lo avevo chiamato frocio e lo avevo spinto? Non rispose alle domande di Jules, disse solo che non voleva vedermi e che se voleva sapere di più avrebbe dovuto chiedere a me. Inutile dire che mi presero a pugni. Che simpatici i miei amici. Dopo un'ora di meditazione e qualche cuscinata in testa a me per aver incasinato tutto, Jace parlò:
"Secondo me dovresti venire alla festa, ma sul tardi così possiamo dirgli che non sapevamo che saresti venuto, lo sorprendi e chiarite" disse tirandosi a sedere, seguito da tutti noi.
"Secondo me invece dobbiamo dirgli che ci sarai e che potrebbe essere una buona occasione per chiarire" rispose Alex, io concordavo con lui, ma non volevo dire la mia, visto che se non fosse stato per il fatto che avevo insultato e spintonato un nostro amico, non saremmo stati in quel casino; così tacqui.
"Sentite me, non gli diciamo che ci sarai, ti metti nella mia camera e aspetti le 11 per scendere, se per quell'ora non è ancora arrivato , ci sbronziamo tutti assieme, ok?" propose Julian
"Io concordo con lui, infondo tu hai sì, reagito male, ma lui dovrebbe anche capire te. Di certo smettere di frequentare noi e non darti nemmeno la possibilità di spiegarti è sbagliato" concordò Alex.
Jace stette zitto per un po', poi mi guardò negli occhi e disse:
"Tu hai reagito male, ma ti capisco. Scherzo e ti tiro cuscinate, ti dico che sei un idiota, ma non posso non pensare che hai reagito molto meglio di quanto avrei fatto io, sapendo che avevo una cotta per un ragazzo.Un mio amico per giunta, quindi ascoltaci bene Will. In quanto migliori amici saremo sempre al tuo fianco, questo non cambierà mai"
"Oltretutto siamo molto fieri di come hai gestito le cose con Tessa e James, le hai chiesto scusa e le hai detto la verità, forse ti abbiamo pressato un po' troppo, ma perché volevamo che tu fossi libero da qualsiasi precedente legame, prima di poterti concentrare su questa cotta per Nico" disse anche Julian, mettendomi una mano sulla spalla.
Alex annuì e ci abbracciamo forte, sapevo che loro probabilmente mi avevano accettato molto prima di me. che forse molto di quello che era successo non sarebbe accaduto se avessi parlato con loro fin da subito, ma fu bello sentirsi dire che mi accettavano e che per loro non cambiava nulla. Avevano fatto esattamente quello che qualunque amico avrebbe fatto , mi avevano sgridato per essere stato uno stronzo e poi mi avevano abbracciato forte e detto che mi volevano bene.
Iniziammo a prepararci dopo un abbraccio di gruppo stranamente lungo, dal quale dopo che ci fummo staccati Jace mi fissò con aria indagatrice
"Maaa... tu" disse tenendomi le mani sulle spalle "Sei quindi in grado di dirmi se un ragazzo è bello o no?" continuò avvicinandosi pericolosamente alla mia faccia.
"Ehm... non saprei, so che trovo Nico attraente ma non ci ho mai pensato con altri ragazzi...perché?" risposi titubante e vagamente spaventato, mentre mi allontanavo leggermente.
"Sapresti dirmi se sono più bello di Julian?" disse sussurrando, io scoppiai a ridere.
"Ti ho sentito e ti rispondo io, non importa che gli abbassi l'autostima Will. Sono chiaramente più bello io e Alex può confermare" disse Julian dal bagno.
"Non mettetemi in mezzo, poi sappiamo tutti che il più bello qui dentro è Will" disse Alex mentre si infilava la camicia. Io risposi con un occhiolino, prima che Jce cercasse nuovamente la mia attenzione con un pugnetto.
"Dai Herondale, rispondi. Ammetti che io sono più bello di quello sfigato di Blackthorne"
Julian tornò dal bagno ed era senza maglia, Jace probabilmente credendo che il fisico di Julian lo facesse vincere, si tolse a sua volta la maglia. Ero in una stanza con i tre miei migliori amici, senza maglia. Non male, Will.
"Non so ragazzi, direi che dovrei vedervi all'opera" dissi sghignazzando sotto i bassi, mentre Alex annuiva seriamente. I due idioti cominciarono a fare esercizi di palestra e cose strane, cercando di avere la conferma di essere più bello dell'altro. La cosa durò per qualche minuto, poi si arresero e ansanti sul pavimento si abbracciarono e iniziarono a fingere di abbracciarsi e baciarsi, dicendo poi che stavano insieme, ed erano una coppia talmente bella che Beyoncé e Jay-Z dovevano andare a nascondersi e altre stronzate del genere. Ridemmo tutti come matti e per un po' credetti davvero che sarebbe andata davvero bene la serata, che avrei concluso l'anno in bellezza.
Qualche ora dopo ero a casa di Julian, con una camicia bianca e una bottiglia considerevolmente vuota di spumante, che avevo finito io da solo per l'ansia e la noia, erano le 11 e 15 di sera e Nico non era ancora arrivato alla festa. Io avevo girato un po' per le stanze alla ricerca di qualcuno con cui parlare ma i miei gentilissimi amici erano impegnati con ragazze, persino Alex era con una certa Martha, una ragazza asiatica che frequentava chimica con lui, a suo dire con degli occhi da gatto pazzeschi. Io, però da quando quell'idiota italiano aveva varcato la soglia della mia classe di matematica non ero riuscito a trovare attraente nessuno. Comunque giravo per l'enorme casa di Julian, quando mi imbattei in un viso famigliare. Isabelle, la sorella minore di Alex, era tornata dalla Spagna. Non la vedevo da qualche anno, da quando sua madre dopo aver divorziato si era trasferita a Madrid, subito dopo la morte di mio padre.
Una volta Izzy giocava spesso con noi, ma dopo che le spuntarono le tette e Jace iniziò a guardarla, Alex lo picchiò e non le permise più di giocare con noi a basket. Per me questa cosa non aveva alcun senso, all'epoca lei aveva 13 anni e noi 14 quindi la differenza non era così grande e oltretutto chi non guardava le tette delle ragazze a 14 anni?
Isabelle era cresciuta, sembrava più matura dei suoi 16 anni, aveva gli stessi occhi scuri e profondi del fratello, regalo dell'eredità spagnola della madre, ma a differenza del mio amico lei aveva i capelli lisci e molto più scuri. Mi salutò con calore e io feci altrettanto, sapevo che aveva una cotta per me dalle scuole medie, ma essendo la sorella di uno dei miei migliori amici era sempre stata off limits per me. Non che l'avessi mai guardata con interesse.
Passai del tempo con lei, chiacchierando, per quanto il mio stato di ragazzo brillo e triste lo permettesse, ma lei fu molto gentile e divertente.
Una decina di minuti dopo , Nico entrò dalla porta e il mio mondo si capovolse. Ora che sapevo e avevo accettato che lui mi piaceva, mi sembrò ancora più bello, soprattutto dopo che non lo avevo visto per una settimana intera.
Isabelle continuava a parlare ma io non l'ascoltavo più, lo vedevo sorridere e lo sentivo parlare dopo una settimana di silenzio, da una parte volevo correre da lui e spiegarmi subito, ma non sapevo come poi era bello osservarlo da lontano, vederlo salutare tutti e sentirlo raccontare della sua famiglia, di come erano venuti a trovarlo dall'Italia e di come era felice: Dopo 5 minuti, mi allontanai da Isabelle con una scusa e mi avvicinai a lui, era di schiena e stava parlando con una ragazza francese che conoscevo di vista, sapevo che stava facendo una sorta di scambio culturale e che era stata invitata da Jules per farla ambientare. Lui le sorrideva, le toccava un braccio e scherzava con lei, facendo battute che la facevano ridere a voce alta. Immagino che fosse molte carina, credo fosse anche una bella persona ma in quel momento per me era la mia peggior nemica, così grazie al coraggio sconsiderato dato dall'alcol mi avvicinai a loro e li interruppi.
"Ehiiii...Ciao! Come stai, Nico?Io e te dobbiamo parlare..si,si" dissi con un tono strano e vagamente inquietante. Nico si girò e sussultò quando mi riconobbe, mi fissò per un po' e poi si rigirò a parlare con la ragazza, ignorandomi.
"Scusa, Laurelle, torno subito, ok? Devo risolvere una cosa con questo ragazzo, qui. Si chiama Will a proposito e non voleva essere maleducato e non presentarsi, è solo ubriaco e stronzo" disse con tono gentile.
"Scusa eh...ma hai appena detto che non volevo essere maleducato ma poi dici che sono stronzo? Non ha molto senso. E poi, io e lei ci conosciamo già, abbiamo chimica? O storia insieme...non ricordavo come si chiamasse, tutto qui" blaterai verso i due, lei annuì e fece segno di non preoccuparsi anche se mi guardava un po' spaventata.
"Smettila di guardarmi così Lauretta, non devi avere paura di me...E poi ti restituisco subito questo tipo italiano..." continuai a parlare senza nessun filo logico, sbagliando pure il nome.
Nico mi strinse il gomito e cercò di portarmi via, le solite scosse di energia elettrica mi attraversarono il braccio. Mi girai a guardarlo, sentendolo sussultare a sua volta, lui tolse la mano dal mio gomito. Io brontolai.
"Lo sapevi che guarda una serie strana su un prete che risolve crimini?" dissi mentre Nico alzava gli occhi al cielo e mi portava fuori.
Una volta in giardino smise di sembrare gentile e mi guardò malissimo.
"Che vuoi? Pensavo che un frocio come me dovesse starti lontano" disse piazzandosi davanti a me,abbracciandosi per non congelare. Io non sentivo freddo, ma il suo sguardo duro e il tono con cui me lo aveva detto, mi fecero male.
"Senti, Will è capodanno e tu sei ubriaco, qui fuori si gela quindi dimmi che mi devi dire, così evitiamo di rovinarci la serata, torniamo dentro e ricominciamo ad ignorarci" continuò lui. Io stetti zitto, non sapevo che dire, ero stato io a urlargli di non starmi più vicino, ma non lo volevo davvero e ora dovevo risolvere.
"Tu non hai risposto alle mie chiamate" sussurrai "Se avessi risposto, mi sarei scusato. Ma non lo hai fatto, perciò lo faccio ora" dissi fissandomi i piedi.
"Bene, fallo e andiamo avanti con le nostre vite. Non ti ho risposto perché non ti volevo sentire" rispose lui
"Mi dispiace, tanto. Non volevo offenderti e non sarei neanche dovuto andare via così, ma quel bacio mi ha preso alla sprovvista. Non sapevo come reagire, mi dispiace"
"Bene. Ora posso tornare dentro da Laurelle?" continuò lui
"Non voglio che torni da lei..."
"Non credo mi interessi cosa vuoi tu"
"Cazzo, Nico sto provando a dirti che mi dispiace e che quel bacio mi è piaciuto!" gli urlai in faccia.
"Ah si? Ti è piaciuto? Anche se stai con quella ragazzina, anche se te lo ha dato un fottuto finocchio?!" urlò a sua volta lui, avvicinandosi "Perché Will, nel caso non lo sapessi quando a qualcuno fa piacere un bacio, non insulta l'altro e non scappa via! Ok?"
Fui felice di quella sua sfuriata e del fatto che finalmente reagiva.
"Lo so che mi sono comportato da stronzo atomico, ma non sapevo cosa fare. Non mi sono mai piaciuti i ragazzi..." mi avvicinai a lui, ormai eravamo di nuovo faccia faccia.
"Beh non pensare che io me ne vada in giro a baciare tutti i bei ragazzi che vedo" disse lui, a tono più basso, senza spostarsi.
"Questo io non lo so..." risposi, avvicinandomi ancora.
"Will....tu sei fidanzato e ubriaco, allontanati" disse lui tentennando
"Tessa si scopa mio fratello e a me non frega, voglio provare di nuovo a sentirmi così...fatti baciare Nico" gli dissi ad un centimetro dalle sue labbra. Vidi il suo sguardo diventare indeciso, poi qualcosa cambiò ancora. Lo vidi arrabbiarsi. Sentii che si allontanava e poi qualcosa mi colpì forte all'occhio. Un dolore lancinante e poi il buio.
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Electric Love
Teen FictionDi tre cose sono stato sempre sicuro, odio la matematica, il basket sarà il mio futuro e mi piacciono le femmine. Peccato che due delle mie convinzioni sarebbero presto state sconvolte, ribaltate e distrutte da una sola persona.