𝗰𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝗾𝘂𝗮𝘁𝘁𝗿𝗼

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Trascorse qualche giorno dall'ultima volta che Satori vide quella spiaggia.
Il rapporto tra i due ragazzi si era consolidato, ed Ushijima era stato costretto dall'altro a recarsi agli allenamenti: in questo modo, avrebbe continuato a fare ciò che gli piaceva; ma ciò, avrebbe anche voluto dire non incontrarlo più così spesso.
Aveva provato a replicare, ad insistere per passare del tempo con lui, ma il rosso era stato chiaro ed irremovibile. Per qualche motivo, che Wakatoshi continuasse a frequentare la pallavolo, era una delle cose che aveva più a cuore.

Violenti colpi di tosse svegliarono Tendou quella mattina, e lo costrinsero a mettersi a sedere. Rosso in viso, presto si versò un po' d'acqua, rinfrescando la gola arida: fortunatamente, riuscì a calmarsi. Vari sbadigli lo costrinsero a stirarsi, stropicciarsi gli occhi nel vano tentativo di svegliarsi. Raggi di sole scaldavano il suo volto, seguendolo, mentre a passo fiacco si dirigeva verso il davanzale della propria finestra. Gli piaceva, no, amava trascorrere del tempo là, immerso nel panorama di una realtà per lui quasi irraggiungibile. Osservava la folla passeggiare, sostare nel parco dell'ospedale, nel quale, fortunatamente, poteva andare quando lo desiderava. Osservava gli alberi, gli edifici lontani e i negozi. Osservava la piccola spiaggia, nascosta dai primi, che Wakatoshi gli aveva fatto notare. Non vedeva l'ora di tornarci.

"Buongiorno Satori, ecco la tua colazione." l'infermiera più giovane entró nella stanza, un sorriso le ornó il volto.
"Buongiorno Shiori!" esclamò il ragazzo scorgendola, cominciando a recarsi in sua direzione.
Quello che Satori aveva con Shiori, era forse uno dei più bei rapporti che aveva sviluppato con i vari infermieri. Nel giro di poco tempo, era riuscito a farsi amici la maggior parte dei dottori, energico e sorridente come era sempre stato.
"Come stai oggi?"
"Mah, tutto bene. Come sempre." sbrigativo, il ragazzo scrollò le spalle, non perdendo un secondo di più prima di fiondarsi sulla colazione.

"Menomale." sorridendo, la ragazza annuì piano. Osservó per lultima volta le ciocche rosse ricadere sul suo volto, spostando poi il suo sguardo sulla finestra. Pensando a poco prima, si rivolse di nuovo a lui.
"Che guardavi poco fa?"
"Il panorama. Senti, Shiori... potresti spendere qualche parola sul mio conto, così da farmi uscire nuovamente con Toshi?" domandò il ragazzo. Le sue iridi esprimevano speranza, brillavano alla possibilità di respirare un po' di quell'aria salmastra. A quella visione, l'infermiera sorrise dolcemente.
"Farò il possibile." disse malinconica, con la consapevolezza che sarebbe stato assai difficile. Così, uscì dalla stanza.

Tendou stava a cuore a tutti gli infermieri. Tuttavia, sarà proprio il bene provato, ad ostacolare le sue future uscite. Quello che più li preoccupava, forse, era il suo recente umore: con la dovuta stranezza, si era sempre comportato come un ragazzo assai positivo, ottimista; tuttavia, nell'ultimo periodo pareva solito a rassegnarsi all'evidenza, crogiolandosi nel fatto che, essendo una malattia genetica, mai sarebbe potuto guarire.

Come ogni mattina, Satori stava prendendo i vari antibiotici impostati dai dottori. Buttò giù un sorso d'acqua assieme alla pasticca, afferrandó il cellulare e controllando le notifiche. Non trovando messaggi da parte dell'amico, non si stupì affatto. D'altronde Wakatoshi era un tipo piuttosto antiquato, già estraneo ai cellulari di per sé. Figuriamoci, mai avrebbe scritto per primo.
"Buongiorno Toshi!" digitó, sentendo l'ultimo sorso d'acqua discendere per la sua gola. Si sedette, ma, non appena poggiò il cellulare sul davanzale, una prima notifica lo fece squillare.
"Buongiorno, Tendou." aveva risposto.

Qua, il rosso fu colto dalla sorpresa. Abituato com'era ad attendere ore ed ore prima di una risposta, sorrise a quella vittoria. Così, chiese il perché di tanta rapidità.
"Uh, Wakatoshi che risponde subito ai miei messaggi! La prendo come una dichiarazione d'amore, questa" rise al proprio messaggio, attendendo risposta. Avvenimento più unico che raro, l'amico era ancora online.
"Sono nello spogliatoio, tra poco iniziano gli allenamenti. Non avrei potuto risponderti, più tardi."
Riconoscendo il tono freddo dell'amico, Satori si distese sul letto. Riprese a digitare: sapeva che il comportamento di questi non fosse dettato dalla cattiveria, anzi, ci sarebbe stato da preoccuparsi se le sue risposte non fossero state così schiette.
"Gli allenamenti così presto? Sei un mattiniero!"
"Tu invece, che facevi?" domandò l'altro, un poco divertito dai suoi interventi. Venne chiamato dai suoi compagni, perciò cominciò a riporre le proprie cose nel borsone. Intanto, attendeva risposta.

❝𝗳𝗮𝗿𝗲𝘄𝗲𝗹𝗹, 𝗺𝘆 𝗽𝗮𝗿𝗮𝗱𝗶𝘀𝗲❞ 𝗎𝗌𝗁𝗂𝗍𝖾𝗇Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora