Aäron correva, per quanto la ferita gli facesse male lui correva, doveva arrivare da lei e rassicurarla. Ne sarebbero usciti, dovevano riuscirci o lui non sarebbe più stato capace di essere felice, aveva bisogno di Sophie , sin da quando era bambino, ma solo qualche anno prima si era reso conto di quanto profondi erano i suoi sentimenti verso la ragazza.
Si fermò improvvisamente per riprendere fiato e per pensare dove poteva essere andata la principessa, si accasciò al muro, aveva il fiatone, la ferita pulsava pericolosamente, ma si costrinse a non guardarne le condizioni. Dove poteva andare Sophie di sera dopo aver ricevuto una notizia sconvolgente? Si chiese. Fu più una domanda retorica perché senza pensarci più di tanto si diresse verso le stalle, infatti quando arrivò la vide appoggiata al box di Achille, accasciata più che altro.
Indossava il meraviglioso vestito rosa pallido che le stava d'incanto, i capelli li aveva tenuti lisci, come preferiva lui e la corona giaceva a terra accanto a lei. Non c'era molto caldo ed Aäron pensò che Sophie stesse soffrendo il freddo, sorrise vedendola sospirare guardando la luna fuori dalla stalla. Sarebbe rimasto per ore ad osservare Sophie, la sua Sophie.
Quando lui tentò di avvicinarsi ella lo sentì e si voltò velocemente, aveva gli occhi lucidi, non aveva pianto, ma forse ne era in procinto. Si guardarono a lungo, senza dire nulla, nessuno avrebbe detto cose sensate, il re li aveva sorpresi entrambi, ma avrebbero risolto in qualche modo.
Con respiro ancora irregolare Aäron si avvicinò ed allungò la mano per farla alzare, era sicuro che la sua ferita non avrebbe retto se si fosse seduto a terra. Ella svogliata si alzò e si lasciò trascinare nell'abbraccio che lui le riservò, la strinse forte, voleva essere avvolto dal suo profumo, voleva essere rassicurato, perché anche se credeva in un futuro felice con la sua amata non faceva male avere un minimo supporto.
"Credo in noi" sussurrò all'improvviso lui, mentre accarezzava la testa della principessa, la quale non aveva mosso le braccia per avvolgerlo, non aveva fatto nulla se non essere stretta da Aäron.
"Non so più a cosa credere" disse all'improvviso lei, liberandosi dalla stretta e guardandolo negli occhi. Era tremendamente seria e sembrava così ferita, pensò Aäron, questo lo rattristò più del dovuto, la sua amata soffriva ed in parte era colpa sua.
Colpa della guerra.
Colpa del destino.
"Perché dici questo?" chiese comunque accarezzando il viso di Sophie, la quale sospirò tristemente portando la sua mano su quella di lui. "Il fato non è dalla nostra parte Aäron, forse dovremmo arrenderci" sussurrò lei, la voce le tremava e non ne era convinta. Non poteva esserne convinta, pensò lui scandalizzato, quella mattina lei gli aveva detto che non riusciva ad immaginare una vita senza di lui ed ora questa poca fiducia.
"Tu non credi in noi? Non credi nelle tue stesse parole che questa mattina mi hai detto?" chiese Aäron leggermente adirato, ma leggermente, perché lui non si arrabbiava mai, non con lei "Sophie tu non credi nei tuoi..." non riusciva nemmeno a dirlo, si allontanò leggermente da lei "..non credi nei tuoi sentimenti per me?" domandò infine.
Sophie abbasso lo sguardo, ed Aäron si sentì profondamente ferito da quella reazione, non se lo aspettava. Sophie gli aveva rivelato i suoi sentimenti proprio nella stalla, questo era un gioco del destino, un gioco a cui Aäron non voleva partecipare. Sì allontanò da lei ed andò verso l'uscita, non era sicuro che Sophie gli avesse mentito o fosse solo confusa, ma lui non poteva fare più nulla, le aveva dato tutto quello che poteva, tutte le certezze, le sicurezze che aveva, in cui credeva.
"Aäron.." lo chiamò Sophie, questo riuscì a fermarlo, ma non ebbe il coraggio di voltarsi a guardarla "..io non so cosa sia l'amore, non l'ho mai saputo, non l'ho mai provato, ho creduto che i sentimenti che provassi per te lo fossero, l'ho creduto così tanto che ho sofferto moltissimo" l'uomo sentì la principessa avvicinarsi lentamente "ma..hanno messo così tanti ostacoli fra noi che non credo di essere in grado di combatterli tutti, non sono così forte" ella gli prese la manica della giacca e lo fece voltare, la principessa aveva gli occhi lucidi e li incatenò a quelli dei Aäron "..credo che i miei sentimenti per te siano puri e profondi, ma non so se sia amore, qualcuno me lo deve insegnare, non so amare Aäron, sono crescita fra spade e cavalli al galoppo questo lo sai anche tu" concluse il suo discorso appoggiando una mano, così delicata e piccola in confronto alla sua, sul viso del giovane uomo, il quale ne baciò il palmo.
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She follows the flowers
ChickLitEtà rinascimentale in Olanda. Quella primavera tutto il regno splendeva, dalle praterie in fiore agli affari economici. Sophia d'Orange non era la classica principessa che ci si aspetta di conoscere e lo capirà bene Thomas, secondogenito del sovrano...