5- It's a confusing situation

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Sophie si sedette sulla morbida poltrona della biblioteca, furiosa, mentre Aäron chiudeva le porte. I rumori da fuori non cessarono, così come nell'animo della ragazza non smise di crescere l'ira. Aveva perso la sua libertà.

"Sophie io.."

"No Aäron! Non voglio ascoltare nessuna scusa che difenda i miei genitori!" rispose la principessa cercando mi mantenere un tono duro, quando in realtà stava crollando a pezzi.

"Non li difenderò, non era mia intenzione, voglio solo starti vicino per quanto mi sia possibile" i loro occhi si incontrarono e Sophie vide come l'amico fosse veramente dispiaciuto tantoché si sedette a fianco a lei.

"Non dovrei sedermi, sono il capo delle guardie per Dio" pensò ad alta voce passandosi una mano fra i folti capelli neri.

"Te lo avrei ordinato se no, sembri così esausto.." rispose ella guardando attentamente Aäron. Aveva le palpebre pesanti e due macchie scure sotto gli occhi, per non parlare del nero dei suoi capelli che sembrava meno vivo del solito. Un altro tipo di preoccupazione si insinuò in lei.

"Aäron non starai male vero? O per tutti i Borboni sei accaldato" disse allarmata passando una mano sul viso dell'amico.

"Sophie sto bene sono solo accaldato e molto stanco, ho avuto molto da fare in questi giorni e credo di aver dormito poco" il sorriso del ragazzo placò la leggera ansia che stava crescendo nella principessa.

"Come mai sei così impegnato?".

"La corte ospita il figlio del re di Francia, oltre alla sicurezza dei reali d'Olanda devo badare anche a lui, per non parlare dei tuoi cugini e zii"

"Sono così mortificata Aäron, immagino che anche io sia un peso per te" incominciò a dire Sophie. Aäron si lasciò andare allo schienale e rise debolmente non smettendo di guardare l'amica. "Dio solo sa cosa tu stia pensando di me! Una ragazzina viziata ed egoista magari, che sciocca che sono. Non avevo idea di come il tuo compito sia stressante, oh povero amico mio" concluse prendendo le mani al ragazzo, che non smise di ridere.

"Sophie cara, sei la più asfissiante principessa di tutto il continente, ma sei anche una delle persone a cui tengo di più e non mi sognerei mai di definirti egoista".

La principessa notò come gli occhi di Aäron fossero rimasti così vivi, nonostante la stanchezza, erano belli e familiari. Guardare quel verde la faceva calmare e ogni preoccupazione che l'assillava non aveva più importanza, non esisteva più. C'era Aäron con lei e sarebbe andato tutto bene, sarebbe stata al sicuro.

L'amico le accarezzò la guancia con il dorso della mano provocandole un piccolo brivido. Sophie trattenne il respiro, il cuore cominciò a batterle forte, come se volesse sfuggire alla presa stretta del corsetto. La sua giovane età le impediva di placare le emozioni che privava, tanto da venirne inebriata.

"Sai di essere molto importante per me, vero?" chiese Aäron improvvisamente, la principessa non riuscì a rispondere, le mancava la voce. Annuì, voleva dire all'amico di come la sua esistenza la confortasse e la facesse sentire bene, ma non ce la fece.

Lui le baciò il dorso della mano e le guance della principessa presero colore.

"Non voglio che ti affatichi troppo" disse riprendendo fiato Sophie.

"Non preoccuparti, i miei compiti non devono pesare sulla tua vita, sei la principessa d'Olanda ed è giusto che tu sia viziata ed egoista, ma non lo sei, non lo sei mai stata" Aäron disse quelle parole con una tale delicatezza da far sorridere persino il cuore di Sophie.

"Non sono una normale principessa, questo lo so e non voglio neanche esserlo, se ciò significa abbandonare Achille, dire addio alle escursioni, ma soprattutto non avere te che mi sostieni nonostante il mio caratteraccio poco aggraziato e che tieni a me, anche se ti riduco in queste condizioni" il sorriso di Aäron alimentò il rossore sulle gote. L'amico si passò una mano nei bellissimi capelli neri, per scostarli dalla fronte per poi avvicinarsi di più alla principessa.

She follows the flowersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora