17- Everybody wants to role the World

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Il sole scaldava le grosse pietre, da diverse ore quando Sophie venne convocata nella sala del Trono, alla corte francese. Quella mattina Katherine l'aveva svegliata e l'aveva preparata, assicurandosi che indossasse la corona con lo stemma dei d'Orange. La cugina le aveva confidato che poteva servire per ricordare da dove venisse, Sophie però sapeva benissimo qual era la sua vera casa, ma a quel punto Katy le rivelò che il re di Francia non era solito a badare a queste "futili" sciocchezze, a meno che qualcuno, o qualcosa, non glielo ricordasse.

Quando la principessa si trovò davanti all'elaborata porta in legno, cominciò a sudare freddo. L' incontro con il re, la sera precedente, non l'aveva per nulla rassicurata sulle capacità governative dell'uomo, come quelle che riguardavano un dialogo civile dopotutto.

Qualcuno annunciò il suo arrivo, Katherine, che non l'aveva mai abbandonata, le sistemò velocemente la gonna prima che il re le invitasse ad entrare.

Nell'immensa sala, in stile barocco, vi erano alcuni uomini ben vestiti, Conti e Duchi, insieme formavano la cerchia, ristretta, di consiglieri personali dell'uomo che comparve dal centro della mischia, il re.

"Ecco la nostra ospite, il sorriso del regno olandese" esclamò il re avvicinandosi velocemente a Sophie "Mentre tu sei?" chiese rivolgendosi a Katherine.

Per quanto il padre di Katy avesse prestato servizio al re di Francia, questi non lo ricordava, non ricordava nemmeno che la ragazza, al fianco di Sophie, fosse cresciuta con Thomas, condividendo esperienze e segreti. "Sono la dama di compagnia della principessa Sophie d'Orange, Vostra Grazia" rispose invece la cugina facendo un ampio inchino.

"Oh bene, puoi andare" ordinò a Katherine, senza che Sophie potesse dire nulla, perché l'uomo riprese a parlare "Ho saputo da quello stolto di mio figlio Thomas che lo avete seguito per ordini diplomatici.." prese a camminare per la sala, gesticolando in modo esagerato, secondo Sophie. "Ebbene, di cosa si tratta?" le domandò quasi infastidito.

"Vostra maestà, abbiamo dei problemi nei.." incominciò a dire la principessa, ma il re la zittì subito, iniziò a schioccare un dito, ripetute volte, guardando il portone, finché spazientito non prese a battere le mani "Ma dov'è la servitù quando serve?" si fece scappare, rabbioso. Per fortuna entrò qualcuno "Portate qualcosa da bere" ordinò al ragazzo che rimase infondo alla sala. Questo gli rispose cortesemente e, subito dopo aver fatto un inchino, si volatilizzò.

"Dicevamo? Avete dei problemi in Olanda?" fece finta di interessarsi l'uomo, prima di andarsi a sedere al trono.

Sophie si avvicinò e, dopo aver fatto un bel respiro, riprese "Ai confini con la Francia abbiamo diversi villaggi abitati, alcuni giorni fa alcuni francesi si sono divertiti nel distruggerli. Hanno distrutto raccolti e abusato di donne, non acc.." per la seconda volta la principessa fu interrotta, ma questa volta fu perché li re scoppiò a ridere. "Scusate, proseguite" disse portando una mano alla bocca, per cercare di placare le risa.

Lo sguardo di Sophie si posò sul consiglio, dal quale provenivano alcune risate. Non le sembrava di aver detto qualcosa di divertente, al contrario. "I villaggi sono stati attaccati, perché pagani, da francesi cattolici" tentò di mettersi più dritta "Nel regno d'Olanda abbiamo la libertà di culto, Vostra Grazia"

"Solo un regno debole può decidere di lasciare la libertà al popolo" esclamò il re mettendosi più comodo sul trono.

"Scusate?" domandò Sophie contrariata.

"Vedete mia cara principessa, il potere è dato da due semplici cose, imposizioni e paura" cominciò a dire il re "Se per qualche motivo uno di questi crolla, il potere è destinato a crollare, se lasciate libertà al popolo,questo non avrà paura, e la conseguenza sarà che non esisterà più nessun Regno d'Olanda" concluse minaccioso.

She follows the flowersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora