7- Aäron

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Quel giorno il sole splendeva più del solito, ma Sophie non sembrò curarsene molto, infatti ci mise più del solito a preparasi. Non volle nessun aiuto e cacciò le dame, voleva stare sola.

Era immobile davanti allo specchio da molto tempo, osservava i suoi capelli lunghi, ramati e lisci caderle delicatamente su una spalla, ma in realtà non li vedeva, era persa nei suoi pensieri.
Il primo ed il più importante era di certo Aäron.
Dopo tutte le dichiarazioni della sera prima ne era uscita innamorata, ma anche frastornata. Le sembrava di aver finalmente fra le mani qualcosa di prezioso, ma al tempo stesso astratto, inesistente, tanto da non poterlo già più trattenere. Aäron poteva essere suo, ma l'indomani sarebbe partito con il re, per una guerra.
Come poteva farcela? Se l'avesse perso..no. Non voleva pensarci e poi lei era Sophie D'Orange, una principessa forte, una combattente.
Finalmente si vide allo specchio e trovò una giovane donna, una futura regina, capace di tutto.
Lei ce l'avrebbe fatta a superare tutto.
Doveva.
Cominciò a pettinarsi i capelli, delicatamente e molto lentamente. Si prese le ciocche che le coprivano spesso il viso e se le tirò indietro, come aveva imparato a fare, poi prese la sua corona e la mise, incastrandola bene, in modo che non le avrebbe dato problemi durante la giornata.

Qualcuno bussò alla porta mentre tirava le tende pesanti per far entrare meglio il sole nella stanza.
"Avanti.."
Con sua grande sorpresa, avvolta in un vestito bordeaux molto elegante, entrò sua madre ordinando alle sue dame di rimanere fuori dalla stanza.
"Buongiorno Sophie cara.." disse appena la porta fu chiusa dietro di lei.
"Buongiorno madre" rispose la principessa rimanendo accanto alla finestra.

Era dal giorno della sfuriata della regina che madre e figlia non parlavano o si rivolgevano sguardi.  Essere lì, dopo il lungo silenzio, forse significava che sua madre le voleva molto più bene di quel che dava a vedere.
"Siediti che ti sistemo la corona è un po' storta" disse rivolgendole un sorriso caldo.

Sophie obbedì e tornò davanti a quello specchio, vedendo il riflesso - confuso per colpa della macchie- della madre. Sembrava che dal suo volto andasse tutto bene, ma la principessa vide le macchie sotto i suoi occhi blu, la donna era stanca e molto turbata. Forse è così che agiscono le regine, pensò Sophie, indossano una maschera, per la corte e per il popolo.

"Ho sentito che non hai voluto farti aiutare dalla dame, quindi ho pensato di farlo io" disse la madre dolcemente, senza un filo di rimprovero nel tono.
"Un pensiero dolce da parte vostra madre.." rispose la figlia giocherellando con la corona.
"Cosa ti turba cara?" chiese improvvisamente la regina.

Sophie la guardò attraverso lo specchio, a lungo, poi si decise a raccontarle tutto, tralasciando i suoi sentimenti per Aäron, lei era sua madre, avrebbe capito.
"La guerra.." sussurrò.

"Immaginavo che Aäron te l'avesse detto" rispose in tono duro.

"Perché prendere questa decisione? Per aver saccheggiato delle navi li punite con la guerra? Punite tutti noi?" chiese Sophie tenendo lo sguardo sulla corona, sullo stemma di famiglia che splendeva al centro di essa, mentre le mani della madre si fermarono nell'intrecciare i suoi capelli per trovare una risposta adeguata.

"Sono domande molto sagge Sophie, ma devi sapere che ci sono altri motivi, motivi più oscuri macchiati di sangue che hanno portato a questa decisione, abbiamo passato molte ore a pensare se fosse la scelta giusta, ma cara la guerra non lo è mai. L'uomo è assetato di sangue e vendetta e questo dovrai sempre ricordarlo".

Rimasero in silenzio entrambe, Sophie pensò alle parole della madre che le rimasero ben incise nella mente e ricordarle le faceva venire i brividi, "assetato" era così crudele come termine che non riusciva a capire perché la madre l'avesse usato, ma qualcosa le faceva credere che presto,come futura regina, lo avrebbe sicuramente scoperto.

She follows the flowersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora