Prologo

20.2K 461 28
                                    

They were friends

Le praterie verdi occupavano la maggior parte del paesaggio, le altre parti erano divise tra laghi, fiumi, coltivazioni, allevamenti e fiori. Sì fiori, tra cui il più importante, il più rappresentativo, il tulipano.
Quella era l'Olanda. Quel paese che aveva da poco meno di vent'anni l'indipendenza dai Borboni, lo stesso che aveva scelto una monarchia ad una signoria.

Ora al potere vi era Guglielmo d'Orange, re giusto e buono che al suo fianco scelse di avere Rose De Porterìe, una nobildonna francese.
Il matrimonio fra i due non portò nessuna conseguenza politica tra i regni se non un'indiretta alleanza che non si poteva nemmeno definire tale, dato il sangue non reale della donna.

Dopo dieci mesi dalla grande cerimonia e dall'incoronazione di Rose nacque Sophie, una piccola bambina dai capelli ramati e lisci come la seta. "Il sorriso del regno" venne nominata, in quanto appena finì di piangere dopo il parto, quando la regina la prese fra le sue braccia, sorrise.

---

Un giorno i sovrani vennero invitati nella corte di Francia a Parigi, Rose e Guglielmo accettarono e partirono lasciando il potere al consigliere più fidato del re, nonché suo fratello.

A Parigi li raggiunsero i parenti della regina d'Olanda dalla Provenza, così che potessero finalmente conoscere la piccola principessa di appena quattro anni.

Sophie trovò subito dei compagni di gioco, i suoi cugini di secondo grado e i due figli del re. La piccola sì diverti molto a correre per i corridoi per non essere presa, a nascondersi dietro le pesanti tende polverose, delle grandi finestre del castello e ballare i mezzo alla sala durante le feste, cercando di non pestare i piedi a qualche nobile importante.

In un caldo pomeriggio, di quel fantastico soggiorno, i cinque bambini andarono a giocare in giardino, nell'immenso giardino della reggia.
Stephen il cugino della principessina, propose di giocare a nascondino, il suo preferito, tutti accettarono entusiasti senza ribattere. Dovette contare lui per primo, accanto ad una statua in pietra, mentre Sophie corse verso il bosco, pensando che fosse il posto dove sarebbe andato a controllare per ultimo, data la lontananza.
Arrivò all'inizio della distesa di alberi e si fermò dietro a terzo albero che sorpassò. Rideva, aveva il fiatone, ma le veniva lo stesso da ridere.

Sentì qualcuno avvicinarsi e trovò il secondogenito del re di Francia a qualche albero di distanza. Tutti lo chiamavano il bambino baciato dal sole, per i suoi capelli dorati ed i suoi occhi azzurrissimi.

"Sophie basta ridere, ci farai scoprire" disse il ragazzino a bassa voce, ma non fu molto convincente perché venne contagiato dalla piccola principessa d'Olanda che si mise una mano sulla bocca per fare meno rumore.

"Vuoi vedere il fiume?" chiese il piccolo principe all'improvviso. Gli occhi di Sophie brillarono, com'era giusto che sia. La fortuna di essere bambino è che tutto ti emoziona, anche le più piccole cose.
Sophie annuì e lo seguì dentro il bosco, evitando le guardie reali.

Senza paura i  bambini corsero tra gli alberi, tra il verde estivo del paesaggio e la leggera brezza che muoveva le foglie.
Arrivarono ad un punto dove la piccolina riuscì a sorpassarlo, cosa impensabile, il secondogenito aveva le gambe molto più lunghe di lei. Sophie si voltò per vantarsi del vantaggio, ma si fermò subito, vedendo il biondo a terra.
"Thomas cosa fai?" chiese quindi al principe che si era accasciato sull'erba tossendo.

"Cosa ti succede?" la gioia e la spensieratezza vennero facilmente sovrastate da un sentimento più oscuro e disarmante: la paura. Il ragazzino cercava aria, sembrava che non riuscisse a respirare a pieno, gli occhi erano spalancati e le mani cercavano di strappare i bottoni dal colletto per liberare il collo.
Sophie guardò la scena terrorizzata tanto che non si accorse subito che l'aria cominciava a diventare pesante anche per lei. Tossì.

"Va via.." tentò di dire il principe.

"Non ti lascio qui!" rispose Sophie, si guardò attorno in cerca di qualcosa, di una risposta di un aiuto, ma sembrava che una leggera nebbia li avesse avvolti. La bambina cominciò a respirare più velocemente, l'aria non era buona e leggera, ma cattiva e densa. Le gambe non la ressero più e cadde accanto a Thomas il quale le prese la mano.

"D-devi rimane" tossì "rimanere tranquilla" Sophie non capiva cosa stesse succedendo, iniziò ad inspirare più forte ma era inutile, l'aria non arrivava.

Il principe cominciò a strisciare verso il castello portandosi dietro la bambina nel panico, la quale cominciò a piangere.

Non seppe per quanto strisciò sull'erba, ma l'aria cominciò a diventare più leggera e il pianto si trasformò in una serie singhiozzi. Thomas si avvicinò al volto della nuova amica "Va tutto bene.." sussurrò, prima che i suoi occhi azzurri si incupissero. Thomas svenne dallo sforzo. La principessa rimase a guardarlo qualche secondo immobile, incapace di comandare qualsiasi arto, poi le tenebre avvolsero anche lei.

I piccoli reali vennero trovati e portati al castello con estrema urgenza. Era stato un fungo a provocare una nube velenosa, uno dei due doveva averlo pestato.

Sophie venne trattata con la massima premura essendo la principessa di un altro regno. Ma le sue condizioni non sembravano migliorare, anzi peggiorarono, i sovrani decisero quindi di intraprendere il viaggio di ritorno, rischioso, ma necessario.

Rose e Guglielmo partirono la mattina presto, insieme al poco esercito che li aveva accompagnati.

Non si seppe come, molto probabilmente a causa delle chiacchiere di corte, ma la notizia delle condizioni della principessa si diffuse nei regni circostanti, fra gli altri nobili, fra i contadini e purtroppo fra un gruppo di banditi, i quali approfittarono della vulnerabilità dei sovrani, attaccando la carrozza che ormai era arrivata in Olanda.

Ovviamente i banditi furono costretti alla fuga dopo un breve combattimento, ma il capo dell'esercito, nonché migliore amico del re venne ucciso. La sua ultima richiesta fu di accogliere a corte il figlio e la moglie, Guglielmo accettò e a malincuore gli disse addio. Il cadavere fu caricato e portato al castello.
Finalmente a casa Sophie cominciò a stare meglio e poco a poco riprese le forze.

Una splendida mattina di primavera alla principessa venne finalmente concesso di uscire, non solo dalla sua camera, ma anche dal castello. Ella poté andare nel giardino, nel bellissimo giardino fiorito.

"Sophie piccola mia, voglio presentarti il tuo nuovo amico" disse la madre dolcemente accompagnando un ragazzino, dai folti capelli neri e dei limpidi occhi verdi, davanti alla principessa la quale allargò le labbra in un ampio sorriso.

"E' un piacere fare la tua conoscenza, sono Sophie" disse dolcemente lei. Il ragazzino la guardò impaurito, ella non ne capì il motivo dato che era molto più alto rispetto a lei.
Si voltò verso un vaso, raccolse un bellissimo tulipano rosso acceso e lo porse al bambino il quale mostrò un debole sorriso.

"Grazie" sussurrò timidamente accettando il dono. Sophie rise "Che strano che sei" disse.

La regina fulminò la figlia con lo sguardo, ella abbassò la testa in segno di scuse, anche se non ne sapeva il motivo.

"Sophie insegnagli qualche gioco che hai imparato alla corte di Parigi" la incitò la madre.

"Corte di Parigi?" le domandò la piccolina. Rose inarcò le sopracciglia interrogativa e preoccupata al tempo stesso.

"Piccola mia non ricordo i tuoi cugini e il piccolo Thomas?".

"No madre, è così che si chiama lui?" disse indicando il bambino che aveva di fronte.

Rose mandò a chiamare subito il re ed insieme chiesero alla piccola bambina altre cose riguardanti la visita fatta alla corte francese, ma nulla, Sophie aveva dimenticato tutto.

She follows the flowersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora