Sophie si voltò di scatto sentendo dei passi "Aäron sei tu?" chiese.
"Non volevo interrompere la tua dolce ninnananna" rispose l'amico entrando nel campo visivo della ragazza, la quale sorrise più del dovuto, alla vista del comandante.
Non indossava alcuna divisa, solo una camicia pesante blu notte ed un mantello marrone, che portava solo su una spalla. I suoi occhi di un verde intenso erano fissi in quelli nocciola di lei, più Sophie lo guardava e più notava quanta stanchezza l'amico stesse accumulando.
"Aäron, sembri distrutto, più di questo pomeriggio" affermò avvicinandosi a lui e accarezzandogli il viso pallido."Oh mia cara Sophie, ora che sono qui la stanchezza non mi angoscia" rispose con la massima sincerità. Ella teneva ancora la mano sulla guancia morbida di Aäron lui gliela prese e la baciò senza toglierle gli occhi di dosso.
"Di cosa avete discusso per tutto questo tempo?" chiese improvvisamente lei indietreggiando, per non prendere una strada da cui non sarebbe mai stata in grado di uscire: innamorarsi di Aäron.Lui parve un po' sorpreso dalla reazione della principessa, ma non lo diede a vedere molto anche se il tono della sua voce si fece più serio.
"Un nemico ha distrutto le nostre navi che venivano dall'Inghilterra, non sappiamo ancora chi sia, si pensa a dei pirati, ma tuo padre crede che ci sia qualcosa di più grosso sotto..""I Borboni?".
"I Borboni" confermò Aäron guardando fuori da una finestrella il cielo stellato.
"Oh poveri noi, ancora, cosa faremo? " pensò Sophie ad alta voce portandosi una mano al viso."No Sophie, a te non deve importare, ne sei fuori non ti metteremo in pericolo" disse deciso l'amico avvicinandosi alla principessa.
"Ma è anche il mio popolo, solo che i miei genitori non l'hanno ancora compreso appieno! Mi preoccupo Aäron, mi preoccupo per l'Olanda" dichiarò lei in tono deciso.
Aäron sorrise " Che cuore grande che hai" disse piano."E allora fatemi partecipare alle riunioni, voglio dare una mano".
L'amico le prese le mani e se le porto al petto, questo li fece avvicinare più di quanto Sophie si aspettasse. "Sophie è già stato deciso cosa fare e non credo tu sia pronta, non puoi sapere..".
"E questo come lo sai?" lo interruppe lei sussurrandogli le parole tristemente.
"Lo so perché ti conosco, so che tu provi sentimenti che sopprimi per non deludere le persone che ti sono care" la ragazza distolse lo sguardo con gli occhi che le luccicavano per colpa delle lacrime che minacciavano di uscire.
"Va tutto bene, non devi vergognartene.. io so che ci tieni al giudizio dei tuoi genitori e..".La ragazza lo interruppe di nuovo, con la voce rotta.
"Tu non conosci ciò che mi tormenta".
" E allora fammelo comprendere, così posso aiutarti" il ragazzo aveva uno sguardo pieno di compassione. Lei era nel pieno di una tempesta di sentimenti, si odiava per l'assenza di fermezza, si odiava per essersi fatta sfuggire una lacrima che le stava rigando il volto, si odiava perché era debole.
"Non posso, ti rovinerebbe"ammise poi guardandolo negli occhi.All'inizio Aäron si sorprese di quelle parole, poi sorrise e sciolse una mano dalla presa con quella di Sophie per asciugarle una guancia.
"Oh Sophie mi sono rovinato da solo molto tempo fa" sussurrò tristemente.La ragazza rimase immobile al tocco dell'amico, delicato e dolce. Non sapeva cosa fare, la tempesta continuava dentro di lei, ma ora non si odiava più, no..ora in gioco vi erano i sentimenti che provava per Aäron e che non riusciva a decifrare.
"Così è peggio, per te voglio il meglio, ma tu ti ostini, sei così testardo!" annunciò lei sciogliendosi dalla presa di lui, allontanandosi e dandogli le spalle. "Non puoi farti questo, ma soprattutto non puoi farlo a me" sussurrò ormai sull'orlo del pianto.
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She follows the flowers
ChickLitEtà rinascimentale in Olanda. Quella primavera tutto il regno splendeva, dalle praterie in fiore agli affari economici. Sophia d'Orange non era la classica principessa che ci si aspetta di conoscere e lo capirà bene Thomas, secondogenito del sovrano...