𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐

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I giorni passarono lentamente quando Louis decise di riordinare il suo appartamento, che alla fine portò solamente a più casino e alla scoperta di ragni giganti, posò l'oggetto facendo finta di non aver visto niente. Non era il più coraggioso quando si trattava di ragni e preferirebbe di gran lunga fare cose più pericolose piuttosto che prenderli in mano. Dava la colpa ai loro occhi sporgenti e alle zampe di troppo che li facevano correre a gran velocità, e che lo facevano rabbrividire.

La sua testa iniziò a pulsare ancora, prese altre pillole e bevve l'acqua velocemente e gettò la bottiglia nella pila di spazzatura in crescita prima di stropicciarsi gli occhi e dirigendosi verso la camera. Alla sua entrata i suoi occhi si posarono su un libro pesante che catturò la sua attenzione.

"Ahh, per la miseria." urlò, la testa continuava a pulsare. Aveva fino a lunedì mattina per scrivere un tema di tremila parole, e non sapeva nemmeno l'argomento. Sapeva di essere fottuto così calciò l'armadio e imprecò a voce alta quando il suo alluce pulsò a ritmo con la sua testa.

"Tutto bene lì?" disse la voce ovattata di Harry. Louis si fermò immediatamente.

"Sì, è tutto perfetto." Rispose con un tono che faceva chiaramente intuire che non stava bene per niente, e che la sua giornata era rovinata.

"Quindi cosa c'è che non va?" Chiese Harry capendo subito il malumore di Louis.

"Il mio appartamento è un casino, ci sono tre fottuti ragni che si rifugiano nel mio salotto e ho da fare un tema di tremila parole su non so cosa!" Si lamentò, lo stress gli stava entrando sottopelle.

"Calma, amico. Andrà tutto bene. " Lo confortò Harry.

"Ma dovrei essere in grado di gestire dei ragni, sono un uomo di vent'anni per Dio." disse Louis ad alta voce nonostante sapesse che non si comportasse secondo l'età che dimostrava, non che lo stesse ammettendo a se stesso. Era semplicemente legato alla giovinezza il più a lungo possibile.

"Se ti fa sentire meglio neanche io sopporto i ragni." Disse Harry. Louis si stava sentendo leggermente meglio finché il suo occhio non cadde su qualcosa che lo fece emettere un verso di disgusto.

"Cosa?" Chiese Harry.

"Oh è fantastico." Disse Louis guardando verso la vaschetta sul suo comodino.

"Cos'è fantastico?" Domandò di nuovo Harry, la sua voce assunse un tono curioso.

"Per completare il tutto, il mio pesce rosso è morto!" Rispose. Il pesce galleggiava in superficie.

"Il tuo pesce rosso è morto? Era vecchio?" Chiese Harry.

"L'ho comprato stamattina e sono ovviamente un caso perso, è annegato da solo," Sbraitò Louis poi prese un respiro. "Suppongo che dovrei buttarlo nel water."

"Annegato da solo, seriamente?" Chiese Harry nascondendo ovviamente una risata mentre si schiariva la voce e tornava nella sua postura.

"Sì!" urlò Louis disperandosi, pensava di poter dimostrare quanto fosse responsabile, non solo a se stesso ma anche agli altri. Il suo piano si rivelò, proprio come si aspettava, un totale fallimento.

"Non preoccuparti, magari aveva già qualcosa di suo ed era destinato a morire comunque." Lo confortò Harry, nonostante Louis non potesse vederlo poteva sentire la rassicurazione di cui tanto aveva bisogno.

"Forse hai ragione." Annuì sedendosi sul letto e pensando se valesse la pena comprarne un altro.

Decise di rimanere in lutto per ancora qualche giorno e che si sarebbe concentrato sullo studio dato che era davvero indietro.

"Mi sorprendi." Disse Louis dopo attimi di silenzio, si sdraiò sul letto lasciando le gambe penzolare sul bordo.

"E come mai?" Chiese Harry dolcemente.

"Sembri da solo nel tuo appartamento." Disse non avendo sentito nessuno tranne Harry.

"Questo perché lo sono." Rispose.

"Questo cambia tutto." Sorrise Louis chiedendosi perché oggi fosse il primo giorno in cui Harry non aveva portato a casa una conquista.

"Non c'era nessuna ragazza per me oggi." Disse Harry, quasi come se stesse dubitando di sé stesso, ma Louis lasciò perdere e si alzò. Si tolse la maglietta, che era a righe come al solito, e i jeans. Tornò a sedersi sul letto e sospirò.

"Dovrò far venire qui Niall per occuparci dei ragni." Borbottò Louis a se stesso

"Quindi sei all'università?" Chiese Harry, Louis valutò i pro e i contro del raccontare al ragazzo la sua vita ma non trovò niente a sfavore, quindi pensò che potesse benissimo farlo.

"Lo sono, studio inglese," disse "e tu invece? Non mi sembri così vecchio." Il che era vero. Harry non sembrava essere più grande di Louis. Ma lui sapeva che le sue prime impressioni erano spesso estremamente sbagliate. Come quella volta in cui aveva parlato al telefono con qualcuno pensando fosse il suo ragazzo quando, in realtà, era sua madre. Era stata una conversazione imbarazzante.

Non sapeva come avesse fatto a confonderli. Bastava dire che la relazione era destinata a fallire dall'inizio e Louis non era così dispiaciuto quando era finita.

"Studio legge." Rispose Harry.

"E hai tempo per... insomma quello tutte le sere e pure per studiare." Chiese Louis piuttosto impressionato dal ragazzo della porta accanto, non lo disse a voce alta però. Non conosceva il ragazzo, poteva essere che Harry avesse un grosso ego che lui lo avrebbe soltanto ingigantito. E chi era lui per ingrandigli la testa tanto da non farlo più passare attraverso le porte.

"Passo il mio tempo libero in biblioteca." Rispose il ragazzo. "Quando non sto cercando ragazze ovviamente." E Louis doveva ridere, perchè Harry sapeva esattamente cosa stesse facendo e sembrava avere la vita pianificata, ragazze incluse. Louis non poté fare a meno di pensare che Harry poteva essere un ragazzo molto più rispettato se non avesse usato le ragazze in quel modo. Non gli piaceva giudicare le persone, le conosceva prima di farlo. Come se tutti avessero un motivo per le loro azioni, giusto?

"Sembra che tu faccia la bella vita." Ridacchiò Louis, ci fu una breve pausa e si chiese se avesse offeso il ragazzo nell'altra stanza. Sentì un forte sospiro, non uno infastidito, uno come se si fosse seduto dopo una lunga giornata in piedi e i suoi muscoli concordassero con l'improvviso rilassamento. Il che gli fece domandare se il ragazzo avesse un modo per rilassarsi dall'università, che non includesse la ginnastica in camera da letto.

"Stiamo parlando da circa dieci minuti, forse anche di più, e ancora non so il tuo nome?" Chiese Harry, Louis rise perché si era completamente dimenticato di presentarsi, facendolo sentire in molti modi un cattivo vicino. Era lì da tre settimane e aveva appena riconosciuto l'esistenza del suo vicino. I vicini non dovevano avere buoni rapporti in caso di emergenze? Con Louis poi erano all'ordine del giorno.

"Wow, mi sento un coglione, mi chiamo Louis." Rispose.

"Ciao Louis, sono Harry. Felice di sentirti." Disse Harry. Louis sorrise tra sé e sé.

"Anche per me è un piacere parlare con te." Rispose.

"Allora, quanti anni hai Louis?" Domandò Harry dopo una pausa dove Louis si era alzato per spegnere le luci, correndo per saltare sul letto. Le vecchie abitudini non cambiano mai giusto? Il giorno in cui Louis non avrebbe corso e saltato dopo aver spento le luci, sarebbe stato il giorno in cui doveva essere condannato.

"Venti, e tu?" Chiese affondando la faccia nel cuscino, sbadigliando ampiamente, il suo incontro con l'armadietto stava avendo la meglio su di lui per il secondo giorno. Louis non era sorpreso dall'incidente. Sembrava essere una calamita per incidenti e strani avvenimenti. Era maldestro e quando si metteva in testa in qualcosa non era disposto a lasciar perdere e avrebbe fatto di tutto per riuscirci. A qualsiasi costo.

"Diciotto." rispose Harry.

"Bene Harry, non sono più giovane come una volta, quindi andrò a dormire e cercherò di farmi passare questo mal di testa. E di evitare il corridoio degli armadietti in futuro." Louis sbadigliò di nuovo.

"Notte Louis, dormi bene," rispose Harry "mi dispiace per il tuo pesce rosso."

"Buonanotte." E con quello Louis stava già dormendo.

thin walls [larry stylinson] || italian translation Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora