Capitolo 26 • Non sono una principessa

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«Hai combinato un casino, Willie

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«Hai combinato un casino, Willie.»

La mattina successiva alla nostra partenza, Gwen entrò nella mia cabina con una busta sigillata in mano, dall'aspetto molto pesante.

Non ne fui sorpreso: era solo questione di poche ore prima che qualcuno mi informasse di quello che era accaduto. Non sapevano, e non avrebbero mai dovuto sapere, che era stata a causa mia se la ribelle Rose Ward era riuscita a scappare.

Verso le due di quella notte, Shaun Spencer mi aveva scritto per assicurarmi che la missione era andata a buon fine. Naturalmente, mi aveva detto dove avrei potuto saldare il mio debito nella stessa Fyreris.

«Non ho tempo per pentirmene. E farlo non avrebbe senso, a questo punto» replicai, stiracchiandomi all'indietro.

Stavo leggendo un libro sull'arte della guerra quando Gwen mi raggiunse alla poltrona in cui ero seduto e mi lanciò la busta in grembo.

«Non la leggerò ora, non ne ho proprio voglia.»

«Problemi tuoi» scrollò le spalle.

«Oggi hai intenzione di passare tutta la giornata qui dentro?» chiese con sguardo severo. «Proprio come ieri? Ci metteremo due settimane piene ad arrivare a Fyreris, Will, potremo fare qualcosa di utile!»

«Cosa pensi che ci possa essere di utile da fare in una barca? Non c'è nulla. Possiamo solo parlare, leggere, dormire...»

«Sei noioso» sbuffò lei, battendosi le mani sulle cosce e buttandosi di peso sul mio letto.

In quel momento sentii una scossa al braccio, che mi costrinse a muoverlo. Cercai di non farlo vedere a Gwen e di non lasciarmi scappare qualche smorfia.

Da quando ero svenuto nel bel mezzo di Ilyros, il braccio sinistro veniva percorso da fastidiose scariche di freddo. Sapevo che mi stava succedendo qualcosa, e temevo che quel qualcosa centrasse con la profezia e con quello che aveva scoperto Juliet.

Gwen se ne accorse, e subito si raddrizzò sul letto.

«Cos'hai alla mano?» domandò, guardandomi interrogativa. «E non mi rispondere "niente" perchè non ci credo. Mi sono accorta che continui a muoverla in modo strano. E non è normale.»

«Gwen tranquilla non...» non feci in tempo a finire la frase che lei si alzò di scatto, afferrandomi subito la mano e ritraendola di colpo.

«Sei congelato William!» esclamò con la bocca aperta, guardandomi come se fosse colpa mia. «Di nuovo! Non è normale e tu lo sai: nessun Dominus dell'Acqua è nato con il potere di controllare il ghiaccio!»

«Non è un problema che ci debba riguardare adesso, Gwen» replicai, ritraendo la mano fredda dentro la manica della maglione nero. «Abbiamo troppo a cui pensare e sicuramente noi due da soli non riusciremmo a trovare una risposta a questa stranezza.»

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