[ELYRIA - SECONDO VOLUME] - Seconda stesura revisionata
«É vero, non posso dire il contrario. Non posso dirtelo perchè non provo nulla per te, Evelyn. Hai ragione, ho finto per tutto questo tempo, ti ho solamente presa in giro.»
Evelyn Lewis no...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
«Coraggio, sono solo poche ore di volo...»
Shaun era seduto al mio fianco, nel posto con il finestrino. Stava fissando la hostess che spiegava le misure di sicurezza, per fortuna in inglese. Quando smise di parlare, Shaun sospirò forte, muovendosi sul sedile per sistemarsi meglio e trovare una posizione comoda.
Quando il pilota accese il motore, Shaun chiuse gli occhi, cercando di prepararsi alla partenza. Non potei fare a meno di ridacchiare, rivolgendogli un'occhiata veloce prima di guardare in avanti. Per tutta la durata del decollo, Shaun rimase zitto e fermo a fare dei respironi per cercare di calmarsi. Solo quando l'aereo smise di salire, riaprì gli occhi.
Mi stavo impegnando a fatica a trattenere un'altra risata, quando Shaun parlò.
«Non è affatto divertente.»
«Eccome se lo è!»
Lui mi ignorò, girandosi a guardare fuori dal finestrino la città di Lisbona che si allontanava. Dopo pochi minuti, decisi di dormire, dovevo recuperare un po' di energie. Cercai una posizione, ma in qualsiasi modo mi mettessi ero scomoda.
Cercando di non pensare a come avremmo fatto a raggiungere Evelyn a Fyreris, mi lasciai cadere nel mondo dei sogni.
***
Quando uscimmo dal passaggio, di nuovo strettamente controllato dalla Confraternita Oscura, tirai un sospiro di sollievo. Era passato relativamente poco da quando eravamo atterrati a Heathrow, l'aeroporto più grande di Londra. Da lì, Shaun ci aveva fatto prendere un autobus che ci aveva portato proprio in centro. Sembrava sapersi orientare bene, ma io non seppi se fosse per il fatto di aver studiato a memoria gli spostamenti che dovevamo fare o se fosse perché era già stato nella capitale britannica.
Eravamo arrivati a Trafalgar Square che ormai erano state le nove di sera. Shaun aveva deciso che fosse il caso di aspettare lì a Londra fino al mattino successivo: se avessimo oltrepassato il passaggio a quell'orario, saremmo arrivati ad Elyria nel bel mezzo del giorno.
Così eravamo rimasti quasi tutta la notte in un bar aperto ventiquattr'ore su ventiquattro, poco lontano da quella piazza, che ospitava il passaggio che sbucava a Landus, a tre giorni di cammino di distanza dalla grande e pericolosa città di Fyreris.
Non avevo mai visto l'Altopiano del Fuoco.
Da quel passaggio in cima alle montagne della catena montuosa del Tormento, che separava Athos e Pyros, potei vedere in lontananza l'immenso e gigantesco vulcano fumante, nonostante fosse una notte piena di foschia.
«Confratello Stevenson, la sua presenza è richiesta al Covo Due, i nostri confratelli hanno da riferirle delle informazioni sull'ultimo sole.»
Shaun annuì, prima di ricominciare a camminare. Non appena ci fummo lasciati alle spalle le sentinelle della Confraternita Oscura, lo affiancai.