Una fiamma prese vita davanti a me, cominciando a sfrigolare sul pavimento ignifugo della palestra della Rocca Nera.
Cesar ritrasse la mano e incrociò le braccia, in attesa che cominciassi.
Avrei preferito decisamente allenarmi direttamente con la spada, invece che farlo solo dopo aver appurato che io e il fuoco non andavamo affatto d'accordo.
«Il fuoco è immateriale» disse Cesar, ripetendo quel concetto per quella che mi parve la milionesima volta. «Ma tu devi cercare di immaginarlo come se fosse qualcosa che puoi afferrare, qualcosa di materiale e malleabile.»
Allungai la mano, mentre una fiammata si avvicinava a me prepotentemente, comandata da Cesar. Schizzai all'indietro, abituata a pensare che il fuoco mi ferisse.
«Cerca di rimanere ferma, di deviare la traiettoria del fuoco con i tuoi poteri. Devi fare come se fossi inchiodata al terreno e come se l'elemento possa bruciarti come con chiunque altro.»
Mosse il fuoco verso di me ancora un'altra volta, ma io ancora non riuscii a rimanere ferma. Schizzai all'indietro, sentendo l'aria davanti a me riscaldarsi. Continuò a fare così, ripetermi di stare ferma ogni volta.
«Non è facile» replicai, buttandomi di lato, prima di rialzarmi velocemente per evitare un'altra fiammata. «Soprattutto quando hai vissuto tutta la tua vita con la convinzione che il fuoco ti uccide e quando non hai affatto fiducia nei tuoi poteri.»
E così l'esercizio originale cambiò radicalmente, diventando una specie di inseguimento. Il fuoco che Cesar aveva creato all'inizio venne lasciato dissolversi e il Dominus del Fuoco cominciò a fare un tiro al bersaglio, quasi come se volesse costringermi a difendermi con i miei poteri. Era un comportamento decisamente sleale: io potevo fare solo affidamento sulla mia velocità e lui approfittava della situazione lanciandomi due sfere di fuoco per volta.
Dopo qualche minuto di gloria nel quale non venni colpita da nessuna palla di fuoco, la mia poca grazia nel muovermi giocò a mio sfavore: non so come feci a inciampare nei miei stessi piedi, sta di fatto che mi ritrovai con la schiena a terra e ben quattro sfere di fuoco che mi si abbatterono contro.
Fu una sensazione stranissima, alla quale probabilmente non mi sarei mai abituata. Fu come se un'ondata di calore gigantesca si abbattesse sulla mia pelle, che assorbì il fuoco come se fossi una spugna. Il mio corpo si sentì d'un tratto più rinvigorito, ma la mia mente ne uscì disorientata.
«Direi che a livello fisico c'è molto da migliorare.»
Non era la voce che mi aspettavo di sentire.
Sentendo un tuffo al cuore, ancora con il fiatone mi girai verso la porta della palestra. Will era lì, appoggiato allo stipite della porta con una spalla, evidentemente impegnato a seguire quel fiasco di allenamento. Deglutii senza rispondergli, rivoltandomi verso il soffitto cercando di trovare il coraggio dentro di me per alzarmi dal pavimento.
STAI LEGGENDO
ELYRIA • Il Figlio del Gelo
Fantasy[ELYRIA - SECONDO VOLUME] - Seconda stesura revisionata «É vero, non posso dire il contrario. Non posso dirtelo perchè non provo nulla per te, Evelyn. Hai ragione, ho finto per tutto questo tempo, ti ho solamente presa in giro.» Evelyn Lewis no...