Sentii bussare alla porta della mia camera mentre stavo leggendo gli appunti di Edvard il Cieco.
Ci trovavamo nella Rocca Nera da quattro giorni e avevo letto la maggior parte delle testimonianze della Guida dei Sacerdoti Scarlatti, cercando di apprendere più cose nel minor tempo possibile.
Da quando eravamo arrivati, avevo avuto molto tempo per me: Evelyn non veniva lasciata sola nemmeno per un momento dalla figlia più piccola di Lord Blain, e Cesar passava tutto il suo tempo libero ad allenarsi nella palestra della Rocca Nera, o ad allenare Evelyn.
Ero contento di avere del tempo da investire in quella missione. Di avere del tempo per studiare e ragionare, arrivando letteralmente a sfruttare il mio cervello.
«Avanti» dissi, mettendo un dito in mezzo alle pagine del diario per tenere il segno.
Alzai lo sguardo sulla porta, che subito si aprì.
Era Evelyn. Aveva indosso un semplice completo rosso scuro, probabilmente il meno regale e femminile che avesse trovato dentro all'armadio. Mi aveva esplicitamente detto che, vista la sua situazione, si trovava decisamente a disagio nell'infilarsi in abiti pieni di balze e in un corsetto strettissimo che le spezzava le costole.
I capelli spettinati e legati in una crocchia disordinata facevano capire che quella mattina, per qualche strano miracolo, la piccola Ariadne non era intervenuta.
In un primo momento non mi accorsi dell'espressione sconvolta che aveva sul viso. La mia mente era ancora impegnata a pensare al passo di quel diario.
«Eve...» dissi piano, quando me ne accorsi. «Che cos'è successo? Stai bene?»
In risposta sospirò e si sedette sul mio letto, proprio di fianco alla poltrona su cui ero seduto. Lei, senza curarsi di stare indossando gli stivali, si raccolse le gambe al petto, appoggiando i piedi calzati sulla coperta pulita del letto. Si limitò a guardarmi, con occhi che tradivano palesemente il fatto che avesse appena pianto.
«È qui Matt» mormorò guardandomi eloquentemente negli occhi. «Sapevi che sarebbe venuto?»
Poteva riferirsi a un'unica persona.
Quando Evelyn parlava in terza persona, con gli occhi gonfi di lacrime e con la faccia sconvolta, poteva riferirsi solo a William Cole.
Rimasi in silenzio per qualche minuto, non volendo ammettere quello che avevo pensato negli ultimi due giorni.
Dopo che William in persona mi aveva assicurato che sarebbe venuto a Fyreris per cercare Edvard il Cieco e dopo che lo stesso sacerdote aveva dichiarato di stare aspettando qualcuno, qualcuno che potesse aiutare Evelyn con l'elemento dell'Acqua, non avevo potuto fare altro che sospettarlo.
Non potei biasimarla per non averci pensato. Ormai erano settimane che Evelyn raggiungeva altissimi livelli di negazione riguardo a qualsiasi cosa riguardasse il principe. E quel meccanismo di difesa che ormai era parte di lei, limitava la sua capacità di intuire quel genere di cose.
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ELYRIA • Il Figlio del Gelo
Fantasy[ELYRIA - SECONDO VOLUME] - Seconda stesura revisionata «É vero, non posso dire il contrario. Non posso dirtelo perchè non provo nulla per te, Evelyn. Hai ragione, ho finto per tutto questo tempo, ti ho solamente presa in giro.» Evelyn Lewis no...