28 settembre 2016
Quella che si prospettava per Eleonora era una giornata davvero colma di impegni, ma in quel giorno tanto denso di oneri mai si sarebbe aspettata di rivedere Roberto Spada.
Avrebbe dovuto concedere mezz’ora per un’intervista per poi correre verso il prossimo impegno e, se non fosse stato per la sua proverbiale educazione, avrebbe spostato l’appuntamento con il giornalista in quella giornata davvero troppo breve per permetterle di svolgere tutti i suoi incarichi. Non appena lo vide entrare nel suo ufficio con indosso un elegante completo e un sorriso stampato sul viso scattò in piedi e ringraziò mentalmente sé stessa per non aver disdetto l’appuntamento.
“Roberto!” esclamò in un miscuglio di emozioni che le illuminavano lo sguardo, lui le strinse la mano con energia ed Eleonora si lasciò andare ad una piccola risata “Dopo tutti questi anni mi stringi la mano?”
“Sei la portavoce del partito, hai fatto strada” rispose l’uomo di fronte a lei con un accenno di orgoglio nella voce
“Sono sempre Eleonora” rispose lei con quell’umiltà che l’aveva sempre caratterizzata.
Dopo qualche attimo in silenzio la donna riprese a parlare “Allora che fai? Non mi abbracci?”
Roberto non se lo fece ripetere e la accolse tra le sue braccia incurante se in quel momento il suo comportamento fosse tutt’altro che professionale, semplicemente felice di rivederla dopo anni di lontananza.
Quando si staccarono dall’abbraccio Roberto si prese qualche secondo per ammirarla “Ma guardati! Sei bellissima”
Eleonora arrossì un poco, ma non lo diede a vedere e dissimulò invitandolo a sedersi.
“Chi l’avrebbe detto” sospirò Eleonora mentre prendeva posto sulla sua sedia
“Già” rispose Roberto dimenticandosi per qualche istante il motivo della sua visita, certo era perfettamente consapevole di chi avrebbe incontrato in quella stanza a differenza di Eleonora che sembrava ancora un po’ incredula nell’averlo di fronte a sé, ma comunque vederla di nuovo gli aveva riscaldato il cuore di tanti bei ricordi.
Senza esitare oltre Roberto iniziò a fare alcune domande alla donna cercando di essere il più oggettivo e professionale possibile, si lasciarono sfuggire qualche sorriso, qualche commento solo loro, troppo personale per essere inserito nelle pagine che stava scrivendo con cura.
“Spero che tu non metta anche la mia ultima battuta nel tuo articolo” esordì Eleonora mentre il tempo a loro disposizione arrivava agli sgoccioli
“Se lo facessi però sai quanto venderei? Eleonora Landi e le sue figuracce all’Università”
“Non ti perdonerei” asserì lei con un'espressione fintamente corrucciata
Proprio nel mezzo di quello scambio di battute un assistente bussò alla porta comunicando il prossimo impegno della giornata che incombeva, Eleonora annuì visibilmente dispiaciuta di dover andare.
“Mi aspetti?” domandò sistemandosi il completo mentre Roberto riponeva il suo laptop
“Non preoccuparti, so che sei impegnata”
“No, ti prego” replicò immediatamente la donna “Aspettami, stasera dovrei aver finito… No, forse rischio di far tardi”
“Non importa” rispose Roberto sorridendo “Ti aspetto volentieri, so che certe riunioni sono infinite”
Gli porse una mano e non capì cosa desiderasse “Dammi un secondo il cellulare, prometto che non guarderò le tue chat”
Roberto le poggiò il cellulare sul palmo della mano e la donna fece per registrare il suo numero sul dispositivo quando si rese conto che questo c’era già
“Hai ancora il mio…”
“Sì” rispose Roberto con un lieve rossore sulle guance “Ma non rimproverarmi per averlo usato poco perché me ne dispiaccio molto”Roberto attese per diverse ore decidendo di trascorrere il tempo stendendo l’articolo che avrebbe dovuto consegnare il giorno seguente mentre la sua playlist di Spotify faceva partire le canzoni dei Beatles una dietro l’altra. L’orologio scandiva il trascorrere dei minuti e di Eleonora nemmeno l’ombra, ma non ne fu affatto sorpreso, dopotutto era perfettamente consapevole che certe riunioni spesso finivano ad orari improponibili.
Decise di aprire una bottiglia di vino bianco e se ne versò una discreta quantità in un largo calice che roteava su sé stesso mentre distrattamente passeggiava per il suo appartamento con i Beatles che ancora cantavano dal suo iPad.
Era passata l’una di notte quando sul cellulare di Roberto arrivò una notifica
<<Hai ancora voglia di vedermi?”>>
non le rispose, inviò direttamente la posizione google della sua abitazione e dopo una ventina di minuti Eleonora era davanti alla porta del suo appartamento stanca ed evidentemente trafelata dalle rampe di scale che aveva percorso in fretta
“Sai che c’è un ascensore?”
“Mi stai dicendo che sono troppo fuori forma per camminare?”
Roberto sorrise e la invitò a entrare chiudendo la porta “No, penso solo che tu sia molto stanca”, la fece accomodare sull’ampio divano e quando sventolò la bottiglia di vino davanti a lei annuì sbottonandosi la giacca e appoggiandosi allo schienale del divano per distendersi un po’.
“Forse non è come il buon vino a cui sei abituata” esordì Roberto mettendo nella sua mano un calice “Però è pur sempre vino”
“Dopo la giornata di oggi berrei anche il più scadente sul mercato”
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Ovunque proteggi
RomanceEleonora, Roberto, Giorgio. Tre anime unite dal filo rosso del destino a riprova che da esso non si può fuggire. Una storia di amori celati, parole mai dette e incontri inaspettati. A tutti quegli amori destinati ad essere.