4 settembre 2010
Un giorno, vagando per la campagna, la ninfa Eco si imbatté in Narciso e se ne innamorò perdutamente, tanto che iniziò a seguirlo, ma venne malamente rifiutata costretta a nascondersi per il tremendo dolore e per la vergogna di quel rifiuto.
Narciso le aveva spezzato il cuore esattamente come aveva fatto con tantissime altre donne.
Ed Eleonora era come Narciso che mieteva le sue vittime, distruggendo speranze, creando illusioni come il canto di una sirena in mezzo all’oceano.
Incapace di smettere, di volersi più bene di così.Non sapeva perché quel mito studiato tanto tempo addietro al liceo gli fosse tornato in mente, Giorgio sospirò seduto sul loro letto con il completo elegante ancora indosso. Sentiva Eleonora armeggiare in bagno, probabilmente intenta a disfare la sua acconciatura, a lasciare le sue amate forcine in giro per la stanza, quelle stesse forcine di cui l’indomani Giorgio avrebbe voluto lamentarsi.
Ma sapeva che non l’avrebbe fatto.Quando Eleonora lo raggiunse in camera Giorgio affrontò l’incontro con il loro destino, quel momento che aveva rimandato, respinto con tutta la forza che aveva in corpo. La realtà però non poteva essere celata per sempre, Giorgio aveva tentato di nasconderla, si era voltato dall’altra parte quando i segnali parlavano esplicitamente, ma era giunto il momento di smettere di fuggire.
“Perché mi fai questo?” sospirò arreso, ricevette in cambio uno sguardo perplesso e formulò di nuovo la domanda, sapeva che Eleonora avrebbe capito.
“Perché mi fai questo? E perché lo fai a te stessa?”
La donna deglutì facendo vagare nervosamente lo sguardo sui mobili della stanza, avrebbe voluto tanto avere la risposta e se l’avesse avuta probabilmente non avrebbe esitato, ma risposta non c’era a quel “perché” così diretto, così doloroso.
“Vi siete detti addio stasera?”
Eleonora annuì
“Perché stasera? Non gli avevi ancora detto addio quando mi sono inchinato per chiederti in moglie?”
Eleonora rimase in silenzio con lo sguardo basso, le parole di Giorgio la stavano mettendo a nudo in una maniera tanto semplice quanto devastante, e lei sentiva il viso andarle a fuoco, un grande voglia di fuggire, di tornare a vivere in quella realtà ingannevole che aveva tessuto con tanta cura.
"Tu non sei mai stata capace di chiudere questo capitolo della tua vita"
sospirò Giorgio mentre si allentava la camicia troppo stretta "Mi hai usato per dimenticarlo, ma forse" esitò un istante osservando la donna di fronte a lui "Forse la colpa è mia, mia che in questi anni ho creduto davvero che tu potessi amare qualcuno al di fuori di Roberto"
"Abbiamo solo parlato" rispose Eleonora cercando di mantenere un tono calmo, quella fredda diplomazia che le tornava tanto utile quando lavorava, ma che faceva impazzire chi provava a gridarle in faccia la propria rabbia.
"Lo so, questo è quello che può sembrare"
"Ma di cosa parli?"
Giorgio scosse la testa con un sorriso tirato sul viso "Gli unici a non sapere che siete innamorati siete proprio voi due. Anzi, probabilmente lo sapete bene"
Giorgio si sedette sul letto coprendosi il viso, una gran voglia di piangere, di strappare i vestiti della donna che aveva amato via dal suo armadio, di farla sparire, buttare via le sue cose come nella banale scena di una commedia romantica già vista. La gola gli andava a fuoco e il suo cuore impazzito non osava rallentare il ritmo dei suoi battiti, avrebbe tanto voluto riaprire gli occhi e scoprire che tutto ciò non era vero, un incubo da cui la sua amata l'avrebbe rincuorato con un bacio e qualche parola d'amore.
Lui che l'amore in quegli anni l'aveva creduto e sperato solo con lei.
"Lo ami ancora, giusto?"
Eleonora sospirò ed esitò qualche secondo prima di rispondere, qualche secondo di troppo a parere di Giorgio, lui che in cuor suo avrebbe sperato almeno in un'ultima bugia, in un ultimo tentativo della donna di restare insieme. E invece pareva essersi arresa anche lei, forse fin troppo consapevole delle circostanze, del sentimento che l' univa a Roberto e che da troppi anni celava a chiunque, anche a sé stessa.
"Non gli hai detto addio" proseguì Giorgio con le mani intrecciate e i gomiti sulle ginocchia cercando di non guardarla, gli occhi puntati su un luogo casuale della stanza "Non gli hai mai detto addio e non sarai mai capace di farlo"
"Perché dovrei se tra noi non c'è mai stato niente?"
Giorgio strinse i pugni sibilando un' imprecazioni "Perché continui a prendermi in giro? Credi che basti scopare per provare qualcosa? Pensi che io ti stia chiedendo questo, adesso? Lo so che non mi hai tradita, lo so bene" pronunciò quell'ultima frase con arrendevolezza, dopotutto il comportamento di Eleonora era stato irreprensibile, qualcuno gli avrebbe detto di lasciar perdere, di tenere le cose così e continuare a nuotare a pelo dell'acqua, a galleggiare nel tentativo di non affogare, un'esistenza sempre al limite della catastrofe, per qualche ora in più d'aria. Giorgio non voleva questo, non desiderava una vita di dubbi e tormenti, addormentarsi accanto alla donna amata consapevole che probabilmente i suoi pensieri prima di farsi cogliere dal sonno erano rivolti ad un altro uomo. Lui non voleva essere un ospite nel suo cuore, un visitatore occasionale capace di riempire le mancanze provocate da Roberto, lui voleva essere amato."Vuoi sapere davvero cosa provo per lui?"
Giorgio annuì lievemente
"Tu credi di avermi appena rivelato una cosa tanto palese da non meritare neanche di essere pronunciata, una questione semplice, no? Ma la verità è che di semplice tra me e Roberto non c'è mai stato nulla"
Giorgio scattò in piedi passandosi una mano sul viso stanco "Tutto il mondo sa che vi amate"
"Anche io" rispose Eleonora con la voce rotta "Da oggi lo so anche io"
"Perché hai dovuto dirgli addio? Perché finalmente lui ha preso in moglie la sua storica fidanzata?"
"Credo di sì"
"Ti sono serviti anni per capirlo? Hai dovuto aspettare di vederlo all'altare con un'altra donna prima di realizzarlo? Ti facevo più perspicace"
Eleonora sospirò "Usi questo tipo di sarcasmo per evitare di crollare" rispose seriamente "Ogni qual volta che lo fai sei sempre sull'orlo del precipizio. Non capisco perché fingi che io non ti conosca, perché usi certi metodi con me"
"Perché a quanto pare non ci conosciamo davvero" sospirò Giorgio."A cosa è servito tutto questo?" domandò facendo vagare lo sguardo sulla loro stanza, il libro che Eleonora stava leggendo posato sul comodino, le nuove tende scelte insieme dopo una giornata di shopping che Giorgio ancora ricordava nitidamente, i loro vestiti riposti nell'armadio gli uni vicino agli altri. A cosa era servito progettare, convivere, sperare, costruire? Adesso non rimaneva che una casa piena dei loro pezzi di vita, di tutti i piccoli oggetti con cui Eleonora si era insinuata nei cassetti, sui mobili e nel suo cuore affranto.
"Credi non sia servito andare a convivere?" rispose Eleonora con gli occhi colmi di tante emozioni da confonderla
"Mi sto domandando perché l'abbiamo fatto nonostante il tuo cuore fosse già di qualcun altro"
"Se ti poni questa domanda significa che è davvero finita, che niente di tutto ciò ha più senso"
Giorgio si sedette di nuovo, le lacrime imminenti pungevano i suoi occhi arrossati con tale ferocia che lui le lasciò scorrere sul viso.«Sono solo lacrime
E non è proprio niente di speciale
Una per ogni passo fatto insieme
Una per tutte quelle notti svegli ad ascoltare canzoni d'amore
Quelle che fanno sempre stare male
Una per ogni piccola emozione
I tuoi vestiti in sette borse da portare chissà dove»"Quindi ci stiamo lasciando" sospirò l'uomo con la voce spezzata, una voragine al posto del cuore che gli rendeva difficile articolare parole, pensieri, respiri.
Eleonora gli si sedette vicino facendo intrecciare le loro braccia e posando la testa sulla sua spalla, rimasero così per un po', non seppero quantificare il tempo esatto, ma andava bene così.Quando Eleonora separò i loro corpi Giorgio percepì nitidamente quella che sarebbe stata la mancanza di lei, la freddezza che avrebbe portato nella sua vita, la nostalgia e le lacrime.
Non gli sarebbe rimasto che il suo odore sul cuscino, qualche dannata forcina dimenticata in bagno.
Spostò il suo sguardo su di lei, su quella che ormai era diventata una donna piena di forza, non più la studentessa che aveva incontrato.
La vide armeggiare con l'anello di fidanzamento e il cuore mancò un battito.
Glielo poggiò delicatamente sulla mano "Spero che potrai darlo a qualcuno che ti meriterà davvero"
Giorgio scosse la testa con gli occhi colmi di lacrime amare "Non potrò farlo, questo era il tuo anello, scelto per te. Nessun'altra donna potrà mai indossarlo"Eleonora annuì, anche i suoi occhi tradivano una grande emozione troppo intensa per non essere spiegata. Si chinò sul volto di Giorgio per baciarlo lievemente sulle labbra e sussurrò un leggerissimo "Arrivederci", così sottile che Giorgio credette di averlo immaginato.
La lasciò andare via così senza chiedersi quando sarebbe tornata a prendere le sue cose, senza sapere dove andasse a passare la notte.
Si lasciò cadere sul letto cedendo ad un pianto liberatorio, l'anello ancora stretto in una mano.
Era davvero tutto finito.«Lo sai che sta piovendo perché ci stiamo lasciando
Altrimenti sai, mica pioveva così tanto
E queste nuvole d'acciaio fanno
Sparire il cielo, vedrai che tornerà sereno
Domani tornerà sereno »
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Ovunque proteggi
RomanceEleonora, Roberto, Giorgio. Tre anime unite dal filo rosso del destino a riprova che da esso non si può fuggire. Una storia di amori celati, parole mai dette e incontri inaspettati. A tutti quegli amori destinati ad essere.