Di esami e baci proibiti

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20 gennaio 2006

Roberto si era reso conto che ultimamente l’amica aveva atteggiamenti insoliti, ma era troppo preso dalla sessione per approfondire come avrebbe voluto, ogni volta che lui faceva qualche domanda per conoscere il motivo di alcuni atteggiamenti insoliti Eleonora sviava “Sono solo stanca” rispondeva “Per questo mi distraggo”. Roberto si fingeva soddisfatto di quelle risposte elusive solo perché la sessione lo teneva particolarmente impegnato, ma in cuor suo sapeva che la sua amica sembrava diversa.
Un giorno a lezione glielo fece notare “La smetti di fissare il professor Fraia? A forza di guardarlo lo consumerai” Eleonora abbassò la testa come colta in flagrante nel compiere un gesto proibito “E’ il professore, chi dovrei guardare?” domandò piccata mentre la lezione si avviava al termine “Lo guardi come se lo stessi spogliando, e lui pare ricambiare” replicò Roberto riponendo il quaderno, Eleonora alzò gli occhi al cielo e tentò di sviare da quell’argomento spinoso, ormai era diventata un’esperta in materia di deviazione di discorsi scomodi. Roberto smise di fare insinuazione anche se secondo lui la sua amica aveva preso una bella sbandata per il loro docente, e anche se non voleva metterlo questa cosa lo indispettiva, credeva che Eleonora non si sarebbe abbassata a fare la corte al professore, a flirtare con lui durante le lezioni eppure anche lei era rimasta stregata dal professore Fraia e dal suo decantato fascino.
La prova schiacciante dei suoi sospetti Roberto l’ebbe molto presto. Era venerdì, la maggior parte degli studenti dedicava quel giorno a riposarsi, vedere gli amici e gli impegni erano sempre pochi. Uscì dalla facoltà nel tardo pomeriggio dopo aver passato la giornata a studiare per l’esame di Fraia, era buio già da qualche ora e il freddo pungente gli pizzicava il naso. Se li ritrovò davanti, in un angolo più appartato del parcheggio, il corpo di Eleonora premuto contro l’Audi A3 del professore, le mani di quell’uomo la sfioravano ovunque e la baciava con grande trasporto. Avrebbe dovuto andarsene e lasciarli perdere, questo è ciò che una persona sensata avrebbe fatto, ma una smania incontrollabile invase Roberto terribilmente infastidito dal vedere l’amica avvinghiata al corpo del professore, circondata dalle sue possenti braccia.
“Eleonora!” esclamò
Subito i due si staccarono, Roberto cercò di ignorare le loro labbra arrossate e un segno sul collo della sua amica che già aveva assunto un colore violaceo.
Che ragazzina, pensò Roberto osservando quel succhiotto, ma si trattenne.
“E’ il tuo amico?” domandò Giorgio tornando a guardare Eleonora e sfiorandole delicatamente una guancia
“Sì, è Roberto”
Il professore si rese conto che qualcosa non andava e che probabilmente avessero bisogno di parlare “Vi lascio soli” esordì, ma prima di allontanarsi volle rimarcare bene un concetto che sperava fosse chiaro allo studente che si trovava di fronte a lui, afferrò nuovamente il viso di Eleonora e la coinvolse in un bacio breve ma che lasciò la ragazza senza fiato. Ogni cosa che quell’uomo faceva la mandava fuori di testa.
“Per questo eri così assente?”
“Rob…”
“Per questo a volte mi lasciavi solo a studiare? Andavi direttamente a studiare con lui, sempre che così si possa chiamare”
“Roberto, mi dispiace averti mentito, ma non ero ancora pronta a confessarlo”
“E’ immorale quello che state facendo”
“Lui mi ama” rispose Eleonora
“E’ quello che dirà a tutte le studentessa che si scopa!”
“Non lo conosci!” aveva risposto Eleonora piccata “E’ una persona per bene”
“Così per bene che scopa le studentesse”
Eleonora strinse i pugni “Pensi che scopiamo e basta? Pensi che siamo solo questo? Anzi” proseguì “Pensi che io sia solo una da scopare? Che un uomo non possa trovarmi intelligente o interessante”
A rimanere con le spalle al muro fu Roberto “Sai che non intendo questo”
“Sto bene con lui, mi tratta come merito”
La conversazione finì lì, Roberto borbottò delle scuse che Eleonora finse di accettare.

“Cosa voleva il tuo amico?” domandò Giorgio tornando verso di lei
“Nulla”
“Mi sembrava furioso”
Eleonora lo zittì coinvolgendolo in profondo bacio “Portami a casa” rispose semplicemente e Giorgio non se lo fece ripetere.
Durante il viaggio in macchina persi nel traffico di Roma spesso Giorgio metteva una mano sulla coscia di lei, la accarezzava in modo quasi automatico, il gesto più naturale del mondo ed Eleonora fece intrecciare le loro mani continuando a guardare dritto di fronte a sé, la città che scorreva troppo lentamente dai finestrini.

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