8. Una giornata particolare

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Pov. Tom
La presi per il braccio e iniziai a ballare con lei. Lì. Nel salotto della casa di sua nonna.
Alla fine della canzone mi ritrovai in un casquet. La mia mano destra attorno alla sua vita e l'altra intrecciata perfettamente con la sua.
Avrei voluto baciarla. Le sue labbra di un rosso acceso mi attiravano troppo. Troppo. Ma resistei al mio istinto di baciarla con passione. Non lo avrei potuto fare anche perché c'erano i miei fratelli e nell'altra sala i miei genitori e sua nonna.
Dopo quindici secondi circa la sollevai delicatamente. Lo feci con molta leggerezza.

Leggera come una piuma, pensai.

La serata si concluse poco dopo, ci ritirammo entrambi nelle proprie case.
Appena entrai in camera mi buttai sul letto, a guardare il soffitto, finché non mi sentii osservato. Alzai lo sguardo e vidi mio fratello Harry che mi guardava con un pizzico di malizia nello sguardo.
Roteai gli occhi e dissi "che c'è?".
"oh niente" entrò in camera e iniziò a toccare delle penne sulla mia scrivania.
"Harry, cosa vuoi?" dissi stufo del suo comportamento.
"ammettilo che avresti voluti baciarla" eccolo che arriva.
"che?" risposi cercando di evitare l'argomento.
"sai di cosa sto parlando.."
Sbuffai. 
"ok ero tentato, lo ammetto. Ma ora potresti lasciarmi in pace?"
"sisi ok va bene....Innamorato"
"io non sono innamorato" brontolai.
"si che lo sei"
"no-senti lascia perdere" sputai stufo di quell'argomento.
Se ne andò voltando le spalle diretto verso il corridoio. Non passarono cinque secondi che urlò "lei ti piace".
"ah ma sta zitto"
"parla quello che non ha una ragazza da due anni" disse Sam riferito a Harry.

Li sentii parlare, o meglio discutere, per un po'. Dopo non li sentii più, perché mi ero addormentato andando nelle braccia di Morfeo.

/la mattina dopo/
Pov. Summer

Mi svegliai con la mia solita sveglia, il cui suono era simile ad un allarme di emergenza, che mi fece sobbalzare dal letto. Presi il telefono, lessi l'ora. Le 9:30 del mattino. Avevo tutta una mattinata davanti e dovevo pensare ai fatti successi la sera prima.
Così con poca voglia mi alzai dal letto, andai in bagno e mi sciacquai la faccia con l'acqua gelida per svegliarmi. Effettivamente fece il suo lavoro.
Scelsi di non fare colazione e mi vestii per andare a fare una passeggia per Londra.

Mi vestii con una maglietta a righe bianche e blu, dei pantaloni di jeans blu un po strappati, la mia adoratissima cintura di pelle nera, le Nike Air Force One bianche e una borsetta nera a tracolla che porto sempre con me

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Mi vestii con una maglietta a righe bianche e blu, dei pantaloni di jeans blu un po strappati, la mia adoratissima cintura di pelle nera, le Nike Air Force One bianche e una borsetta nera a tracolla che porto sempre con me.
Faceva abbastanza caldo quindi non presi una felpa. Uscii di casa molto in fretta perché avevo fame e camminai sul marciapiede fino a raggiungere il pieno centro di Londra.

Arrivai ad uno Starbucks e presi un frappuccino al caramello e una ciambella che mangiai lì, mentre il frappuccino lo portai con me.

Camminavo con le cuffie nelle orecchie assorta nei miei pensieri che avevano deciso di darsi libero arbitrio nella mia mente.
Stavo per attraversare la strada totalmente distratta da chi passava e non mi ero accorta che una macchina sfrecciava a tutta velocità verso la sottoscritta, me ne accorsi quasi all'ultimo perché qualcuno mi prese e mi salvò da quella situazione portandomi dall'altra parte delle strisce.
Alzai lo sguardo e vidi che era lui.
Mi teneva stretta tra le sue braccia, al sicuro. Mi sentivo al sicuro. Protetta. Come se nessuno potesse sfiorarmi o farmi del male.

Ero ancora sotto shock, dopotutto, e lui lo aveva notato. Quindi mi rassicurò dicendomi che andava tutto bene e abbracciandomi.
Io lo feci fare, restai li con la testa appoggiata sul suo petto finché lui non disse "ti va se andiamo a pranzo fuori, così ti tranquillizzi un po'?" io mi limitai ad annuire e a chiamare mia nonna dicendogli che probabilmente sarei tornata per cena.

Camminammo per un po' finché non arrivammo davanti ad un ristorante non molto elegante, ma nemmeno grezzo. Pranzammo, io con un piatto di insalata e lui con un panino.

Il pomeriggio lo passammo in giro per Londra andando su ogni attrazione possibile. Andammo anche a Piccadilly
Circus.
Verso sera andammo sul London Eye per vedere il bellissimo tramonto che si celava davanti ai nostri occhi.
Io, avendo un po' paura delle altezze mi attaccai come una cozza al suo braccio, sentendo ogni singolo muscolo di esso.
"hai paura?" mi chiese vedendo la situazione.
"un po'" risposi sincera.
"non preoccuparti c'é Spider-Man con te. Basta che non mi stacchi il braccio" a quella frase scoppiammo a ridere entrambi e in seguito io allentai la presa. 
"ok Spidey" risposi per poi ritornare ad appoggiare la testa sulla sua spalla.
Subito dopo lui intrecciò la sua possente mano con la mia, piccola e un po' fragile.

Dopo lui mi riaccompagnò a casa, anche perché eravamo vicini quindi non c'era altra alternativa.
Cenai e subito dopo mi fiondai in doccia per poi finire sul letto crollando tra le braccia di Morfeo.



Angolino girls 💕

Ciao ragazze!! come andiamo? io bene.
Sono contenta che la storia vi stia piacendo e che io stia
scrivendo così tanto al giorno.
Ho un sacco di idee, ma non vi svelo nulla.
Vi ringrazio per le 400 letture ancora non ci credo!!
Sto sviluppando delle idee per una storia su Peter Parker
nell'universo Marvel.
Spero che vi interessi.
Ora vado dai.

*one kiss❤️*
-Anna🦋🌻

𝙎𝙩𝙤𝙧𝙢𝙨 /𝙏𝙤𝙢 𝙃𝙤𝙡𝙡𝙖𝙣𝙙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora