CAPITOLO 3

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Si lanciò sull'enorme letto addobbato da lenzuola azzurre e blu e chiuse gli occhi cercando di assimilare il più possibile tutto quello che era successo dal suo arrivo.
Era davvero così pericoloso il fratello maggiore dei Tomlinson?
Tutto quello che sapeva era che lo avrebbe evitato come un'epidemia.

Respirò a fondo e un sorriso spontaneo gli apparve in volto mettendo in risalto le sue splendide fossette. Nessuno lo vide, ma chiunque in quel momento così naturale si sarebbe innamorato di quel volto angelico e di quei ricci color cioccolato che si sparsero sul cuscino fresco di lavanderia.
A tal proposito, gli piaceva davvero molto il profumo in quella casa, lo faceva sentire al sicuro.

All'improvviso qualcosa gli fece vibrare il fondoschiena e subito si mise a sedere.

Gems, lesse sullo schermo del suo iPhone.
Sua sorella lo stava chiamando, rispose velocemente.

"Ehi fratellino, sei arrivato?"
"Si Gem, Lottie e io abbiamo appena finto di disfare i bagagli e stavo per andare a farmi una doccia prima di cenare"
"Lottie? E' la sorella dei Tomlinson?"
"Proprio lei, è davvero simpatica e credo diventeremo grandi amici"
"E il fratello? E' figo?"
"Gemma!".

Scosse la testa e si portò una mano sulla fronte, sua sorella era davvero irrecuperabile.

"Oh avanti, stavo solo chiedendo!"
"Non lo so, non l'ho ancora visto. E comunque Lottie mi ha detto di stargli alla larga, non sembra essere uno affidabile"
"Ricorda quello che ti ho promesso prima di partire: se ti fa soffrire chiamami subito che prenoto il primo volo e lo distruggo con le mie mani"
"Non ce ne sarà bisogno Gems, ho diciassette anni, me la caverò da solo"
"Mi fido di te Haz, è degli altri che ho paura. Non capiscono quanto tu sia prezioso".

Trattenne con difficoltà le lacrime, gli occhi che pizzicavano in modo fastidioso.
Gli sarebbe mancata casa, lo sapeva già da prima di lasciarla, ma ricordò a se stesso perché lo stava facendo.
Prese un lungo respiro e ricominciò a parlare.

"Sei fantastica Gemma, ti voglio bene"
"Anche io fratellino, tantissimo. Ora vai a lavarti dai, non vorrai presentarti alla tua prima cena dai Tomlinson puzzando di letame"
"Sei sempre la solita, non riesci a non rovinare un momento dolce eh"
"Sono fatta così, che ci vuoi fare. Ciao Harry, scrivimi presto e riempimi la galleria di foto!"
"Lo farò, ciao Gem".

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Riattaccò e in quel momento più che mai si rese conto di quanto fosse fortunato.
Forse non era il ragazzo più bello di Holmes Chapel, non aveva molti amici e non aveva mai sperimentato il vero amore ma una cosa lo rendeva più ricco di tutto il mondo: la sua famiglia.

Sapeva di essere molto fortunato nonostante non avesse mai avuto rapporti col padre.
Harry aveva un patrigno: Robin, ma li aveva lasciati qualche anno prima a causa di una bruttissima malattia.

Non che al riccio servisse, una figura maschile, diciamocelo.
Era cresciuto sotto le cure di sua madre Anne e di sua sorella che non gli avevano mai fatto mancare niente, nemmeno un abbraccio, e aveva visto e sentito parlare di molti ragazzi che erano odiati dai genitori o con cui non potevano essere loro stessi.

Per Harry, Anne era come una migliore amica.
Gli aveva sempre raccontato tutto, anche quando per la prima volta si era accorto di provare qualcosa di ben lontano dall'amicizia per un ragazzo.

Ricordava ancora come fosse ieri quando era corso da sua madre piangendo e facendo preoccupare la donna che credeva gli fosse successo qualcosa. L'aveva abbracciata e chiesto scusa per essere...ciò che era, ma lei lo aveva guardato dritto nei suoi occhioni verdi e gli aveva detto che, qualsiasi cosa volesse essere nella sua vita, sarebbe sempre rimasto suo figlio e sarebbe stata per sempre orgogliosa di lui.

the starry night over new york| lxuistmlnsn Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora