the starry night over new york| lxuistmlnsn

CAPITOLO 25

Il viaggio di ritorno non fu niente di troppo traumatico, Louis crollò non appena l'aereo si staccò dal suolo londinese ancora stanco e provato dalle giornate precedenti mentre Harry passò buona parte del tempo a guardare il castano dormire, ad ascoltare musica e a leggere un buon libro.
Dopo infinite ore di viaggio e qualche turbolenza il maggiore venne svegliato dolcemente proprio dal ragazzo seduto accanto a lui.

"Mh? Che succede?"
"Loulou, svegliati, siamo quasi arrivati"
"Dove siamo?", chiese con la voce ancora impastata dal sonno.
"Tra due minuti esatti saremo sopra New York, avanti apri gli occhi"

E così dicendo, finalmente il ragazzo si svegliò, sporgendosi verso il lato del riccio per ammirare l'immensa distesa di luci e grattacieli dall'alto.

"Wow, è mozzafiato"
"Lou, è la tua New York"
"Non avevo mai volato prima, l'ho sempre vista dal basso"
"E che mi dici di due giorni fa, quando sei venuto a Londra?"
"Credimi Harry, il mio ultimo pensiero era quello di guardare fuori dal finestrino New York vista dall'alto. Volevo solo arrivare il prima possibile sperando non sospendessero il volo per la tempesta di neve"
"Hai ragione, a proposito... scusami per essere scappato senza dire niente"
"Ne abbiamo già parlato Haz, smettila di scusarti per una cosa che non è dipesa da te. Avanti, iniziamo a prepararci, appena saremo atterrati dobbiamo andare di corsa a casa"
"Perché? Che è successo?"
"No... nulla, non preoccuparti"
"Louis, il tuo tono di voce non mi piace affatto"
"Avanti, ti fidi di me no? Sta' zitto, lo vedrai tra pochissimo"

---

Quello che effettivamente il minore non sapeva era che, una volta ritornato a casa dei Tomlinson, ad accoglierli ci sarebbero stati i genitori di Louis, Lottie, Niall, Liam e Zayn pronti ad accoglierli per festeggiare... beh, non vi era un vero e proprio motivo per festeggiare, forse, l'importante secondo Niall era che ci fosse una buona torta al cioccolato.
Come dargli torto.

Non appena misero piede in casa, Harry venne travolto dalla sorella minore di Louis e da Niall che prontamente gli di attaccarono al collo abbracciandolo forte.

"Guai a te se ti azzardi a fare di nuovo una cosa simile riccio, giuro che ti ammazzo" disse in tono molto poco minaccioso il ragazzo biondo che era ancora attaccato a lui, cosa che non si poteva dire della ragazza che, ora, si era fatta piccola piccola accanto a loro.

"Harry, posso parlarti un secondo?"
"Lots, certo che si. Che ti prende?"
"Io... volevo chiederti scusa, mi sono sentita tremendamente in colpa. Non volevo tradire la tua fiducia, sapevo che mi avevi chiesto di non dire nulla a nessuno di quel posto ma Louis stava andando letteralmente fuori di testa e-"
"Lottie, fermati. Non sono arrabbiato con te, come ti salta in mente? E' vero, te l'ho chiesto io di non rivelare a nessuno di quel luogo, ma ero appena arrivato qui e apparte te non avevo nessuno... non avevo Louis. Mi ha parlato di... di quello che è successo, capisco perché si sia spaventato tanto e sono stato uno sciocco a credere di poter sparire nel nulla"
"Non ti preoccupare Harry, l'importante è che ora tu stia bene. Mi sono spaventata da morire a vedere mio fratello in quelle condizioni"
"Dio io... scusatemi, davvero"
"Basta scusarti Harry, forza andiamo in salone, ci stanno aspettando tutti di là".

Effettivamente le voci e la musica si erano spostate tutte in un unico punto della casa, dove il minore una volta entrato vide un tavolo sul quale svettava una bellissima torta al cioccolato, degli snack e molte bibite.
Tutti erano intenti a ballare, parlare cercando di sovrastare il rumore della musica ed ognuno sembrava così tremendamente felice; anche i due ragazzi che harry aveva visto solo qualche volta all'uscita di scuola assieme a Louis: Liam e Zayn. Non aveva molta confidenza con loro, a dire la verità gli facevano un po' paura e aveva la sensazione di non stargli molto simpatico e, in più, era convinto al cento per cento che il castano non avesse ancora parlato della loro relazione a nessuno, nemmeno a loro. E lo rispettava, assolutamente, ma non sapeva proprio come comportarsi.