the starry night over new york| lxuistmlnsn

CAPITOLO 24

La mattina seguente un raggio di sole dorato entrò dalla finestra della camera da letto, che i ragazzi avevano dimenticato aperta, andandosi a posare sul volto beato di Louis che aprì gli occhi contorcendosi e maledicendo tutta quella luce.

Aveva ancora addosso i segni della partita e del viaggio poiché la notte prima non doveva aver dormito molto, quando si voltò infatti prese il cellulare e lesse l'ora:
erano appena le cinque e mezza del mattino.

Se in un primo momento pensò di restare a letto affianco al riccio che stava dormendo come un bambino, con i ricci che gli ricadevano morbidi sul viso, subito dopo venne colto da un'idea; così si alzò cercando di fare meno rumore possibile, chiuse le tende per permettere al minore di dormire un altro po' e scese al piano di sotto portando con sé i suoi vestiti.

Dato l'orario, decise di fare colazione prima di uscire di casa e si sedette su uno sgabello della cucina aspettando che il suo tè fosse pronto stringendosi nella felpa di due taglie più grandi di Harry e tentando di riprendersi da quel torpore stropicciandosi gli occhi.
Fu proprio in quel momento che notò una grande vetrata in quella stanza che dava su un piccolo giardino, pensò che probabilmente non l'aveva notata il giorno precedente a causa della situazione e, sicuramente, della tempesta di neve. Guardando all'esterno si accorse con grande stupore che la bufera sembrava essere scomparsa, lasciando solo un lieve manto bianco per le strade che si sarebbe presto sciolto per via della bellissima giornata soleggiata che sembrava arrivare.

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Finita la colazione Louis controllò il suo cellulare per assicurarsi di non aver perso nessuna chiamata, dopo di che si vestì ed uscì da quell'appartamento chiudendo piano la porta.
Se tutto fosse andato come aveva sperato, sarebbe tornato prima che il riccio potesse accorgersi della sua assenza, ma in caso contrario gli lasciò un biglietto sul ripiano della cucina che recava la scritta 'Non preoccuparti se non ero a letto, sono uscito per fare una cosa importante. Tornerò il prima possibile, sempre che non mi perda. Buongiorno amore, firmato Louis'.

Ed effettivamente sperava davvero di non perdersi, perché non appena mise piede per le strade di Londra si sentì come una formica in un luna park.
Avrebbe potuto vagare per New York ad occhi chiusi, ma quelle strade così diverse a quelle che era abituato a vivere da tutta la vita gli sembrarono solo un intricato gomitolo di linee e luci.
Si ringraziò mentalmente per aver deciso di uscire un'ora prima del dovuto, così sarebbe stato certo di arrivare in tempo.

Aspettò quindi un taxi libero, e non appena salì rimase stupito da quello che si vide davanti.

"Ragazzo! Ancora qui!"
"Buongiorno! Quante occasioni potevano esserci per incontrarla di nuovo? Sa, ho ascoltato il suo consiglio ieri"
"Spero sia andato tutto bene"
"Benissimo, sto andando a fare una cosa importante per lui"
"Dove ti porto... come ti chiami?"
"Louis, mi chiamo Louis"
"D'accordo. Allora dove ti porto, Louis?"
"Ecco, qui" disse porgendogli il cellulare.

"Oh, capisco. Devi essere proprio innamorato eh"
"Lo sono, da morire"
"Moriresti per lui, non è così?"
"Io credo... io vivrei per lui. Mi ha salvato la vita, il minimo che possa fare è viverla, no?"
"E' la cosa più saggia che abbia mai sentito pronunciare da un ragazzo della tua età. Vi auguro tutta la felicità di questo mondo, di vivere l'uno per l'altro fino al vostro ultimo respiro e di amarvi fino a consumare il mondo"
"Lei dev'essere il mio angelo custode, ne sono certo"
"Il destino ha piani ben precisi che non possiamo nemmeno immaginare. Bene, siamo arrivati e non so se ci rivedremo ancora quindi... ti auguro una vita meravigliosa accanto alla persona che ami, Louis"
"Lo auguro anche a lei, grazie di tutto quello che ha fatto in questi giorni"

Dopo che, come in una sorta di deja-vu vide l'auto sparire per la seconda volta in due giorni, alzò la testa per guardarsi attorno e... eccolo.
Era arrivato appena in tempo per vedere il proprietario aprire.