CAPITOLO 15

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Il giorno della gita arrivò talmente velocemente che quasi Harry non se ne accorse. L'entusiasmo gli scorreva nelle vene facendolo sentire vivo più che mai e, insieme a quello, la paura.
Non era certo di quello che avrebbe detto al castano o di come l'avrebbe presa, sapeva solamente che doveva farlo a qualsiasi costo perché se gli altri avevano ragione non poteva perdere altro tempo. Erano trascorsi circa due mesi da quando aveva messo piede a New York e stava arrivando novembre, il che vuol dire che aveva ancora molto tempo davanti a sé ma sapeva che non sarebbe bastata una vita per amare quegli occhi color del mare. Quella tempesta di cui si era innamorato e che, con un po' di fortuna, sarebbe riuscito a calmare.

Scosse la testa per allontanare quei pensieri e si diresse verso il cancello della scuola dove tutta la sua classe stava aspettando di salire sullo scuolabus e di partire. Non vi era traccia di altre persone, non vide nemmeno Lottie, e questo lo rassicurò tanto quanto lo spaventò.

Andrà bene, Harry, tu sii te stesso disse a se stesso in una sorta di auto-incoraggiamento.

"Harry, eccoti finalmente! Dove ti eri cacciato?" la voce del biondo squittì nelle sue orecchie ancora abituate al silenzio della notte perché, ovviamente, l'aveva passata in bianco ad osservare la parete di fronte al suo letto illuminata dalla luna. Ancora una volta la camera di fronte alla sua, quella occupata da Louis, era rimasta vuota ma non si era stupito di questo.

"Stavo... ho controllato un attimo Twitter, ci sono"
"Bene allora, ci sediamo vicini vero?"
"Che domande sono? Ovvio che si!"

In quel momento la voce di un professore irruppe prepotentemente sparata fuori da un megafono che li avvertì di prendere posto e che sarebbero partiti da lì a cinque minuti.
Salirono ammassandosi l'uno sopra l'altro e non appena ebbero individuato due sedili vicini vi si fiondarono sopra ridendo fragorosamente.

Il breve viaggio lo passarono ascoltando musica e parlando tra di loro mentre gli adulti li rimproveravano per il troppo baccano. Risero di tutto e di niente, fino a parlare di cose molto più serie.

"Allora, è il giorno della gita eh?"
"Direi di sì, che intendi?" fece finta di non aver capito il riccio.
Niall estrasse il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni e gli mostrò il messaggio che lui stesso gli aveva inviato una settimana prima.

"Oh, capisco"
"Quindi? Che hai intenzione di fare?"
"Non lo so Ni, voglio solo che vada bene"
"Sono certo che andrà più che bene Haz, stai tranquillo. Se c'è una persona che non deve avere paura di Louis Tomlinson, quella sei senz'altro tu" tentò di rassicurarlo l'amico.

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Circa mezz'ora dopo arrivarono all'11 West 53rd Street, tra la Fifth Avenue e la Sixth Avenue e un brusio di eccitazione si levò tra la folla mentre moltissimi altri studenti di altre scuole si ammassarono assieme a loro davanti all'ingresso.
Una guardia fece entrare ogni ragazzo con calma perquisendo gli zaini e, una volta che tutti furono all'interno dell'edificio, arrivò una giovane ragazza sulla trentina che si dimostrò essere la loro guida per le seguenti due ore e mezza. Quello era il tempo di visita del museo e, quindi, il tempo a disposizione di Harry per parlare con Louis.
Ancora una volta si guardò attorno spaventato cercando con lo sguardo quel volto che orami conosceva a memoria e che era sempre presente nella sua mente, anche questa volta però non ne trovò traccia. Niall sembrò capire la sua agitazione e gli mise una mano sulla spalla rassicurandolo.

"Conosco Zayn e Liam, i suoi amici, mi hanno detto che la loro visita inizierà tra mezz'ora. Per ora stai tranquillo e goditi quest'esperienza, al resto penseremo più tardi"
Ed Harry annuì buttando fuori l'aria che non si era accorto di star trattenendo.
Mezz'ora.

the starry night over new york| lxuistmlnsn Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora