capitolo 22 troppo odio

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Le labbra di Elia sono dure e ruvide contro quelle di Deb molto più morbide.
Un contrasto delizioso e eccitante.

Le mani le accarezzano il viso, scivolando tra i capelli rossi.
Come il fuoco che sentono scorrere nei loro corpi.

La stanza illuminata da poche candele, rende il tutto più magico, quasi surreale.

Deb apre leggermente gli occhi, forse per assicurarsi che non sia un sogno.
O forse per ammirare la bellezza del viso che ha davanti, resa misterioso dalle ombre che la poca luce crea.

Sa che la situazione assurda, che lui è  ubriaco e che dovrebbe chiedergli cosa stia succedendo.
Ma le labbra di lui premono sulle sue invitandola a socchiuderle.
E quando lo fa, lasciando che le lingue si incontrino, la mente si spegne definitivamente.
Lasciando piena liberta ai corpi e ai cuori.

Si sente sollevare da terra e di istinto gli circonda il collo con le braccia, e i fianchi con le cosce.
Senza smetterete di baciarsi, il respiro non serve, non ne hanno bisogno.

Lui si muove sicuro con le in braccio e nella mente di Deb nemmeno il dubbio che lui possa farla cadere.
Fidandosi ciecamente del suo compagno.

Quando raggiungono il letto, la posa lentamente su di essa, allontanando le bocche solo per ammirarla.

È  bella cazzo.
È troppo bella con quel viso arrossato, le labbra gonfie, i capelli rossi fuoco in disordine sul cuscino e il petto prosperoso che si alza e abbassa con respiro difficile e eccitato.

Una visione che dovrebbe essere illegale per qualsiasi sanità mentale.
La stessa che Elia non sa più raggiungere.

"Sei bellissima."

Togliendosi la maglia, sorride soddisfatto per lo sguardo insistente della streghetta sul suo corpo.
Deb deve davvero concentrarsi per non sbavare, limitandosi ad allungare una mano per accarezzare ogni livido e tatuaggio che ricopre il suo petto duro e muscoloso.

E ce anche qualcos'altro che sente duro in questo momento, che spinge tra le sue cosce facendola ansimare.

E stanno correndo troppo, non ci capisce più nulla e vorrebbe delle risposte.
Ma lui la guarda con così tanto desiderio da renderla stupida e incapace di resistere.

Il desiderio, qualcosa di così umano ma anche animale, a cui spesso non ci si può negare.
Non lo si puo controllare.

Lo sa bene Omar, che sente questo desiderio ardere fino all'anima, mentre guarda la Omega stesa sul suo letto, muoversi con respiro affannato tra le coperte.

Fermo a pochi passi dal letto, continua a guardarla, sentendo il desiderio crescere sempre di più.
Sentendolo fino alla sua anima lupo, facendolo ululare impazzito.

"Ora capisco perché mio padre era tanto ossessionato e stordito da te, tanto da non dare importanza a suo figlio."

Si avvicina a lei, ma non troppo.
Quanto basta per spostarle una ciocca di capelli e scoprirlo il viso.
Deve ammettere che il ricordo che aveva sulla sua bellezza, non le da giustizia.

O sarà il calore a renderla tanto eccitante e bella nella sua natura.
E si, ha capito che lei è in calore, nonostante non sente il suo odore.
E qualcosa che un alfa sente, lo percepisce con i suoi sensi e con lo spirito.
Soprattutto ora che è in calore inoltrato.

"Mia cara misteriosa Calipso.
Pensavo che mi sarei trovato davanti una beta dal nome Diana e invece ho tra le mani una bellissima Omega il cui nome scivola sulle mie labbra.
Mi chiedo come tu abbia fatto a sembrare un beta e perché mentire anche sul tuo nome."

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