Capitolo 5 catene

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"Col cazzo.
Se vuoi farti ammazzare, fai pure.
Ma lo farai da solo o con quel pazzo del tuo amico suicida."

Calipso esce in giardino, trattenendo un ululato in gola.

È ormai mattina, è il sole risplende in cielo già da parecchie ore.
La lupa pensava che dopo il salvataggio di ieri i due avessero capito i rischi che si corrono fuori dalla barriera.
E invece sono delle teste vuote, con la fuliggine al posto del cervello.

La rabbia e la paura che sente dentro sono a causa di quella strega che hanno salvato.
Anche se Calipso non le da così tante colpe.

Una volta liberata dalle catene e dal veleno che le avevano iniettato per indebolire i suoi poteri, ha dormito fino all'alba.
Per poi raccontare con calma la sua storia.

"Mi chiamo Sofia e negli ultimi mesi mi sono occupata di salvare persone in difficoltà.
Donne e uomini di sangue misto, omega, elfi abbandonati.
Poiché anche io sono per metà elfa e sono stata abbandonata dalla sorellanza di streghe in cui sono nata.
Insieme ci siamo trasferiti sulle montagne ad nord, con l'intenzione di fruire un villaggio dove vivere in pace.
Pensavamo che fossimo al sicuro, ma uno di noi ci ha tradito, vendendo me e la mia gente ai cacciatori."

La storia non ha sorpreso la lupa .
E risaputo che ci sono rare comunità di misti, ma che vengono colpiti prima che vedano l'alba nuova.
E persino il tradimento per soldi non è una novità.

"Ho provato a lottare a proteggerli.
Ma non sono abbastanza potente e mi hanno preso alla sprovvista.
Ho provato a scappare durante il viaggio, ma la mia fuga è durata ben poco.
Quegli uomini mi hanno seguito e ricatturata con quelle catene.
Il resto lo sapete."

Calipso sospira, guardando il cielo oltre la cupola.
Se non fosse per il potere di Deb, anche loro farebbero la stessa fine.
Rarissime streghe, forse nessuna, hanno la magia che ha Deb.

E le dispiace davvero per Sofia, sa cosa vuol dire perdere persone care.
Ma l'idea di Tristano e Scott di andarli a salvare, no quello non lo capisce.

"Dobbiamo fare qualcosa.
Se ci muoviamo subito raggiungiamo la carovana prima che arrivino alla casa base."

Ecco come se ne uscito Tristano.
E quella testa di rapa ha pure spostato lo sguardo su Calipso.
Come a invitarla a unirsi alla missione suicida.

"Testa di cazzo.
Come gli è passato in quel cervello bacato di farmi una proposta del genere."

Ringhia di nuovo Calipso, furiosa all'idea di essere trascinata in questo folle piano.

"Abbiamo bisogno di te Calipso.
Tu sei l'unica che può creare un piano per salvare quella gente."

Tristano la raggiunta e le parla senza fare battute.
Perché ha visto l'ingegno della lupa più volte e sa che può creare un buon piano d'azione.
Ma Calipso rimane di spalle, negando con il capo.

"Se volete andare, fate pure.
Io non verrò."

Risponde con indifferenza, come se la vita di decine di persone non gli interessase.
Facendo stringere i pugni al vampiro, che davvero non credeva che la freddezza della lupa arrivasse a tanto.

"Non puoi fregartene Calipso.
Quella gente morirà, è un ingiustizia rimanere fermi a guardare."

La lupa si volta di colpo, fulminandolo con gli occhi blu tempesta che la caratterizzano 18 ore al giorno.
Ma questa volta Tristano non indietreggia e non distoglie lo sguardo.

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