capitolo 27 un folle piano

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Nonostante tutte le buone intenzioni, il salvataggio non va a buon fine.
E quando il gruppo riesce a rintracciare la carovana di passaggio, essa è già arrivata alla sua destinazione.

Calipso, ben nascosta dalla boscaglia che la circonda, osserva il luogo alquanto insolito e strano.

Una roccaforte in cemento e mattoni, costruita sulle rive di un dirupo che fa da sfondo.
Non ci vuole un genio per capire la posizione strategica, avere un dirupo alle spalle permette di avere queste coperte e di proteggersi al meglio solo sul davanti.

Di guardie ne conta solo sei esterne, il problema è non sapere quante ce  ne siano all'interno.
Per non parlare degli ospiti che  vede entrare, come per esempio vampiri, streghe, elfi e persino licantropi.
Non si fanno mancare proprio nulla.

Sposta lo sguardo sugli altri, incitandoli ad allontanarsi da li per poter discutere.
Con passo attento e silenzioso il branco degli emarginati si allontana insieme al branco di Ronald.

Solo una volta arrivati sulle rive del fiume, tutti rilasciano il respiro che hanno trattenuto fino ad ora.

"Siamo arrivati troppo tardi."

Il primo a parlare è Ronald, amareggiato di non essere arrivato in tempo, sfondando la propria frustrazione prendendo a calcio un sassolino che finisce nell'acqua insieme alle sue speranze di riuscita.

Un conto è colpire piccole carovane di passaggio, un altro è attaccare una roccaforte di cacciatori.
Soprattutto un edificio come quello che hanno appena visto, che pare inespugnabile.

"Io ho una idea, se vuoi puoi partecipare, altrimenti torna a casa."

Gli parla con durezza Calipso, attirando lo sguardo di tutti.
Il primo scontro con lo sguardo di Ronald è naturale, rosso di alfa contro il blu di un Omega.
E uno reazione naturale lo sguardo dell'alfa che diventa rosso contro il tono autoritario di Calipso.
Comportamento che lo rende uguale a tutti gli altri alfa agli occhi della lupa, che però si deve ricredere.

L'atteggiamento da alfa dura pochi attimi, per poi tornare calmo senza dire una parola.
Che Ronald sia diverso come tanto dice Mary?

"Quale è il piano?"

Chiede infatti, dando il pieno comando alla lupa.
Un comportamento davvero inusuale per una alfa, è di sicuro un beta mancato, pensa lei trovandola come unica spiegazioni.

Calipso lo evita completamente, spostando lo sguardo su Deb.

"Una volta dentro puoi creare un portale che ci porti direttamente al loro branco?"

Sarebbe un buon metodo di fuga, ma Deb nega amareggiata di non poterlo fare.
Per poi indicare il proprio e gli altri medaglioni che possiedono.

"Il teletrasporto è una magia potente e costruita su basi solide.
Per esempio i nostri medaglioni sono legati e collegati alla pietra che ho lasciato a casa nostra.
Cio ci permette di mandare gente lì o tornare noi, ma nessun altro movimento è possibile."

Calipso si porta due dita sotto il mento, pensando ad altre possibilità.
Potrebbero liberare i prigionieri e poi tornare con loro a casa, ma anche questa non è una possibilità.
Poiché una volta tornati a casa, non potrebbero tornare qui.
E ciò comporterebbe rifare il viaggio da capo.

E Calipso non ne ha nessuna intenzione.

"Deb, voglio carta e penna, puoi aiutarmi?"

La strega annuisce, muovendo le ami illuminate di viola.
Un sasso posato a terra si solleva crescendo e cambiando forma, mentre una foglia ci si posa sopra diventando più grande e liscia, imitando un foglio di pergamena.
In fine, una piuma persa da qualche uccellino, si allunga e si stringe sulla punta  sposandosi vicino al foglio.

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