21.Errori.

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21.Errori.

Quella notte era caduta una forte pioggia. Era così violenta che più volte mi ero svegliata per il rumore che faceva battendo sulle imposte. Quando aprì gli occhi, quella mattina, ero convinta che il tempo fosse ancora brutto, mi ero rannicchiata a lungo tra le coperte.

Di solito ero una specie di ghiro, se nessuno mi disturbava potevo dormire anche fino all'ora di pranzo. Ma, quel giorno, mi svegliai presto. Erano le cinque del mattino e nonostante la mia mente non riusciva a connettersi con il mondo, pensai che qualcosa sarebbe andato strorto.

Svegliarsi presto porta ad avere giornate lunghissime, interminabili. Le ore del mattino poi, sono le più terribili, non c'è niente che aiuti a distrarsi.

I muscoli del mio corpo, si opponevano a mettersi in azione.

Non volevo alzarmi, non ne avevo le forze.

Presi il mio portatile bianco e lo accesi. Iniziai a girovagare sulla Home di Facebook, in cerca di distrarmi da qualcosa.. ma, cosa?

Il mio indice si posó sul tasto della freccia in basso, fino a far scorrere tutti quei post inutili.

Ad un tratto, però, ne vidi uno passare come un fulmine. Tornai in dietro e mi fermai blocca vedere un post pubblicato da Justin, precisamente due minuti fa, dove si trovava con due bionde che gli stavano addosso.

In quel momento avrei voluto tagliare la mano di Bieber, appoggiata sul culo della bionda alla sua destra. La ragazza aveva un sorriso del cazzo stampato sul suo viso da troia. L'avrei uccisa se avessi potuto.

Lo schermo del computer andó a finire in modo brusco sulla tastiera, senza preoccuparmene di alcuni danni.

Volevo piangere ma decisi di non farlo.

Ad un tratto ricordai una frase che mi disse Patti, la mamma di Justin, quando io e lui avevamo litigato per la prima volta e non volevo versare lacrime per un ragazzo. In fondo, io non volevo illudermi e perciò volevo non affezzionarmi troppo a lui in modo da non soffrirne ma, eccomi qua. Ero a piangere per lui dopo anni.

"Le lacrime che non escono si depositano sul cuore, con il tempo lo incrostano e lo paralizzano come il calcare incostra e paralizza gli ingranaggi della vernice."

A distogliermi dai miei pensieri, fu l'abbaiare del mio cane.

Gli diedi una grattatina dietro le orecchie e dopo un dolce bacio sulla sua testolina marroncina, me ne andai al piano di sotto.

"Mamma.." pronunciai sedendomi sul tavolo della cucina mentre con le gambe, dondolavo portandole avanti e in dietro.

"Giorno, tesoro. Già sveglia?" Chiese e io annuii. "Vuoi qualcosa?"

"Cappuccino, per favore"

Dopo alcuni minuti me lo porse e io iniziai a sorseggiare il contenuto di quella tazza.

"Hai dormito?" Domandó.

"Non molto, con questo tempaccio poi.."

"Già.." pronunció. "Ti va di parlare?"

Annuii poco convinta e poi la vidi sedersi su una sedia bianca del tavolo. Feci lo stesso, mi sedetti di fronte a lei e iniziai a guardare il fondo del mio cappuccino, ingoiando qualche volta della saliva per terrore.

Terrore di perdere lui.

O forse era già successo..

"Ti manca il Canada?"

"Si ma, qua con voi sto bene, ho tutto.." risposi.

"Tutto tranne lui, vero?"

Sospirai. "Stamattina, su Facebook, ho visto una sua foto.." mi fermai.

Sei il mio passato, presente, futuro.||JBDove le storie prendono vita. Scoprilo ora