"Sei in ritardo." disse Sabrina dopo aver aperto la porta di casa.Maria alzò la mano con cui reggeva un sacchetto e lo agitò "Mi sono fermata lungo la strada. Mi fai entrare?" il suo sguardo cadde sul corpo della donna che se ne stava con un fianco contro il telaio della porta e le braccia incrociate sul petto.
Sabrina si spostò di lato per far passare l'altra donna "È per me?" chiese richiudendo la porta alle loro spalle.
"Si."
Sabrina si allungò in avanti per prendere il sacchetto e si accigliò quando Maria lo alzò in alto per allontanarlo dalla sua portata.
Maria alzò un dito e fece un passo indietro "Ah, com'è che si dice?"
"Damme sto coso."
Entrambe si erano rese conto della differenza di altezza che le separava e Maria stava sfruttando consapevolmente la mancanza di scarpe della donna di fronte a lei per avere un vantaggio.
Sabrina fece passo avanti e si allungò, ma il sacchetto venne allontanato ancora una volta "Sei proprio una stronza."
"Ferilli! Che linguaggio!"
Maria si ritrovò a sorridere beffardamente quando la donna più bassa le si appoggiò contro, una mano sul petto e l'altra che si aggrappava al braccio sollevato per avere maggiori possibilità.
"Maria dai!" urlò Sabrina quando i suoi tentativi furono sventati ancora una volta "vogliamo stare qua fino a notte?"
Tirò la manica della maglia di Maria sperando che questo le sarebbe servito a voltare la situazione a suo favore, ma la posizione instabile in cui era la fece inciampare "Maria!"
Maria si preparò a prendere il peso della donna più bassa, le avvolse un braccio intorno alla vita, le dita premute contro la carne morbida che poteva sentire sopra il tessuto, piegò un ginocchio e lo spinse fra le due gambe in modo da poter avere un altro sostegno.
Sabrina soffiò per scostare, con scarsi risultati, i capelli che le avevano coperto gli occhi e strinse le dita spingendo contro le spalle alle quali si era aggrappata.
Si mosse sulla coscia che premeva fra le sue gambe "Questo non è divertente."
Con la fronte poggiata contro il petto di Maria, poté sentire le vibrazioni che la percorrevano quando rideva.
"Non me lo dai un bacio?"
Gli occhi di Sabrina si dilatarono e il suo sguardo si spostò sul braccio che la avvolgeva, alla coscia contro la quale era premuta, poi alzò il mento verso l'alto per guardarle il viso.
"Come?" sussurrò domandandosi se avesse sentito bene.
"Ti ho portato la colazione, voglio un ringraziamento." disse Maria agitando il sacchetto bianco che adesso non si trovava più sopra le loro teste.
Sabrina sospirò sentendo di non dover più trattenerne il fiato per il piccolo malinteso e si chinò in avanti per premere le labbra contro la guancia della donna.
Il braccio che l'avvolgeva scivolò via permettendole di allontanarsi e tornare ad una distanza che considerava 'accettabile'.
Sabrina aprì la mano mostrandone il palmo, in attesa di ricevere quello che le spettava.
"Sù, dai."
Il sorriso sul viso di Maria non scivolò via nemmeno quando le consegnò il pacchetto e quando si chinò verso il basso per posare un bacio sulla fronte, Sabrina poteva ancora sentire le labbra tirate verso l'alto.
"Il marito?" chiese Maria guardandosi intorno.
"Embè, che dici?"
"Non c'è?"
"No, no, non c'è."
Sabrina si mosse in direzione della cucina, Maria alle sue spalle aveva piantato entrambe le mani sulle sue spalle spingendola ad andare avanti, facendola quasi inciampare un paio di volte mentre poggiava il sacchetto sul tavolo e veniva indirizzata verso il lavabo.
"Ma te stai a divertí? si?"
Maria rise alle sue spalle mentre si spostava per frugare nella dispensa.
"No ma prego, mica sei in casa mia." disse Sabrina.
L'altra donna alzò lo sguardo per guardarla mentre mostrava le cialde da caffè.
"Vuoi farlo tu?" chiese inarcando un sopracciglio.
Sabrina agitò una mano "Fa come te pare, me metto a sedere."
Si accasciò su una delle due sedie disposte intorno al tavolo e si strofinò le dita contro gli occhi con la speranza di cancellare il sonno residuo, il rumore della macchina del caffè in sottofondo era l'unico rumore nella stanza.
"Sei carina."
Sabrina alzò la testa per guardare le spalle dell'altra donna "Mh?"
"Dico, sei carina, con il pigiama." Maria inclinò la testa da un lato in modo che potesse girarsi e sorridere.
Sabrina nascose il viso fra le mani per nascondere quanto il complimento l'avesse fatta agitare "Ma falla finita."
Il rumore della ceramica che entrava in contatto con il legno la fece sobbalzare. Sbirciò fra le mani per vedere la donna più alta spostare la sedia, solitamente posta alla parte opposta e accostarsi a lei, così vicino che le loro ginocchia erano premute l'una contro l'altra.
Maria sbuffò una risata "Ti ho messo in imbarazzo?"
Sabrina allontanò le mani dal viso ormai convinta di essersi ricomposta e le lanciò uno sguardo duro prima di trascinare verso di sé la tazzina da caffè.
"No."
"Sei ancora rossa."
Sabrina scacciò la mano di Maria che stava per stringerle una guancia.
"Pensa un po' agli affari tuoi!"
"Ma-"
"Finisci quella frase e ti butto a calci fuori di qui."
Maria rise ancora una volta, puntò il gomito sulla superficie di legno, poggiò una guancia contro il palmo aperto della mano e inclinò la testa su un lato. Se ne stava lì a fissare la donna di fronte a lei con un sorriso ebete in faccia.
Sabrina si agitò sulla sedia, raccolse con le dita una ciocca di capelli portandola dietro l'orecchio, abbassò lo sguardo sul sacchetto di carta e allungò una mano per frugare all'interno.
La bionda raccolse la tazza destinata a lei e se la portò alle labbra, nascondendo il suo sorriso, lo sguardo puntato unicamente sulla donna carina che stava ridendo felice dei dolciumi che aveva appena trovato.
Note dell'autrice:
Sono sempre più ansiosa e non sono affatto preparata alla denuncia che potrebbe o non arrivare da un momento all'altro. Comunque, spero che stia facendo sorridere qualcuno con questa fanfic.
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'Drivers License' Sabrina/Maria
FanfictionSabrina si lanciò in avanti per afferrare la bionda per le spalle, nello stesso momento in cui l'altra donna si era mossa per caricare contro l'uomo a pochi piedi da loro. "Lasciami! Maria cercò di scrollarsi le mani della bruna di dosso "Deve prova...