1. Percy Jackson

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​Sono abituato alle stranezze, dico davvero.

Cioè, facciamo i seri: a dodici anni sono stato praticamente rapito dal mio migliore amico (che si era rivelato per metà capra perché sì), inseguito da un minotauro inferocito, visto mia mamma svanire in un lampo di luce e stato scaraventato in un luogo in cui ci stavano ragazzi muniti di poteri magici che si scagliavano l'uno contro l'altro armati di oggetti appuntiti per puro divertimento.

In meno di cinque anni avevo imparato che mio padre era un dio a cui piacciono le camice hawaiane, attraversato avanti e indietro un mare infestato da creature omicide, fatto saltare in aria un labirinto millenario, tuffatomi in un fiume della morte e un migliaio altre imprese decisamente folli.

Oh, e non dimentichiamoci l'epica battaglia assurda per proteggere il mondo da quel megalomane di Crono.

E in seguito, beh, ero stato sequestrato dalla mia vita per sette mesi, privato della memoria per via dei piani diabolici di una dea schizofrenica e, insieme ad un gruppo di pazzi quasi quanto me, attraversato l'Atlantico a bordo di una nave volante e fatto altre cose interessanti come salvare il mondo di nuovo da una divinità psicopatica amante delle maschere di fango.

Dico, seriamente?!

A ben pensare è un miracolo che io ne sia uscito con un minimo di sanità mentale intatta. Lo ritengo un traguardo piuttosto sorprendente (un vero record mondiale), ed ero fermamente deciso a non ammattire completamente per via di altre missioni suicide e robe strane che saltano fuori dal nulla con la sola aspirazione nella vita quella di farti fuori


Ma che ve lo dico a fare?

Ovviamente l'universo stava già pregustando da tempo il momento in cui quella mia piccola ambizione sarebbe scoppiata dentro la mia testa come una delicata e instabile bolla di sapone.
Perché (spoiler) la mia esistenza è un disastro.


Prima che il portale magico si aprisse in camera mia, stavo avendo una pessima giornata.

In realtà, era da un po' di tempo che il mondo attorno a me sembrava non voler girare nel verso giusto... E questo non aiutava certo a normalizzare la mia solita allegria, con la mente affollata di pensieri fin troppo strani.

E poi, beh, non è che io e Paul andassimo così in disaccordo, anzi, normalmente riuscivo anche a considerarlo un buon surrogato a metà tra un padre e un noioso fratello maggiore; ma quando sei un'adolescente semidio in piena crisi esistenziale attorno a cui l'apocalisse ruota costantemente, ogni cosa appare distorta e fatta apposta per renderti la vita uno schifo.

Già, non ne vado fiero, ma quel sabato sera non ero decisamente dell'umore giusto per aiutare il mio patrigno ad aggiustare quella stupida mensola sopra il letto.

Annabeth mi aveva praticamente dato buca all'ultimo per andare al cinema e io, beh, non l'avevo presa benissimo. Non che fosse totalmente colpa sua, ma quella mattina l'avevo passata dal meccanico dopo che la macchina si era fastidiosamente fermata con un ultimo sbuffo seccato in mezzo alla strada trafficata, di ritorno dal supermercato dove mia madre mi aveva spedito come se io non avessi null'altro da fare. Ero tornato a casa alle due del pomeriggio, affamato e infreddolito, insieme al carroattrezzi e con un preventivo di cento dollari in mano.

Pioveva a dirotto ed ero talmente imbestialito con il mondo da non essere nemmeno in grado di impedire all'acquazzone di impregnarmi completamente. Quindi mi ero ritrovato sulla soglia di casa con un ciuffo di fradici capelli neri appicciato alla faccia, i vestiti gocciolanti e il corpo scosso da tremiti di freddo e rabbia.

Prigione di sogni [Percy Jackson] [Temporaneamente Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora