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La mattina seguente mi svegliai con la testa di Harry letteralmente sopra la mia pancia, stava russando leggermente. Era adorabile quando dormiva o quando sorrideva o quando mostrava le fossette o quando si toccava i capelli. Un po' meno quando era nervoso.

"Harry?" Mossi la sua spalla dolcemente sentendolo mugolare.

"Harry?" Lo mossi ancora per farlo alzare ma al contrario mi strinse a se in modo protettivo e mugolò.

"Che ore sono?" Chiese stropicciandosi gli occhi e alzando la testa dalla mia pancia.

"È tardi." Dissi alzandogli la testa e lasciandola cadere sul materasso.

Fece una smorfia facendomi ridere. "Tornerai?" Chiese alzando la testa per guardarmi, ero sbiancata, quella parola mi aveva fatta sbiancare una semplice domanda, che alla fine di semplice non aveva niente.

"Ehm, i-io non lo so tu?" Che rincoglionita che ero, stavo balbettando e muovevo la gamba era chiaro che ero nervosa.

"Non lo so, si tornerò da te." A quelle parole mi spuntò un sorriso da ebete sulle labbra.

"Anche io." Sussurrai. "Sempre e comunque."

"Cosa?" Chiese.

"Ehm niente, dicevo solo che tornerò." Dissi un po' impacciata, lo vidi sorridere e toccarmi la gamba fermandola. "Non c'è bisogno che sei nervosa con me." Disse ridendo.

"Non sono nervosa." Dissi incrociando le braccia al petto.

"Oh no non sei nervosa, solo, diventi tutta rossa, inizi ad essere impacciata e inizi a muovere sempre la gamba destra o sbaglio?" Rimasi a bocca aperta ascoltando le sue parole.

Sorrisi uscendo dalla porta.

"Elise! Aspetta!" Mi fermò Harry.

"Dimmi." Dissi girandomi dalla sua parte.

"No niente." Disse passandosi una mano in mezzo ai capelli.

"Sei nevoso." Dissi ridendo. "Ti sei passato una mano nei capelli." Dissi guardando altrove.

"Non è vero." Si difese.

"Come vuoi." Dissi dirigendomi verso la porta dell'appartamento.

"Ti accompagno." Disse mettendosi un paio di scarpe dallo scaffale.

"No, non ce è bisogno. Comunque grazie."

"Vedila così, oggi sono di buon umore magari un altro giorno che stiamo insieme farò lo stronzo.
Poi come vuoi." Alzò le mani come per arrendersi.

"Accetto." Dissi prendendo le chiavi della macchina dalla sua mano.

"Come pensavo." Disse ridendo.

"Non mi capita di vederti molto spesso di buon umore." Dissi sorridendo e alzando le spalle.

"Buongiorno ragazzi!" Urlarono Jake e Mike dalla cucina.

"Come è stata la nottata, eccitante?" Rise Jake venendo verso di noi.

"Falla finita Jake, non abbiamo fatto niente." Disse Harry stringendo i pugni.

Questo ragazzo si arrabbia per niente, Jake lo voleva solo prendere in giro, ma evidentemente era una persona che non capiva quando altre persone scherzano.

"Ok, calmati." Disse Jake alzando le mani.

"Noi andiamo." Disse Harry prendendomi la mano.

"Ciao, ci vediamo." Dissi salutandoli con la mano.

"Sono così irritanti." Disse Harry irritato uscendo dall'edificio.

La sua mano era ancora stretta alla mia, con il pollice sfiorava delicatamente la mia pelle,
Oggi giorno che passava mi innamoravo sempre di più di questo ragazzo strano, dolce ma arrogante, sorridente ma cupo. Ma sapevo perfettamente che lui mi stava solo usando per passare il tempo.

"Ho deciso di smettere di fumare." Mi informò salendo in macchina.

"Davvero? E cosa ti ha fatto cambiare idea." Chiesi curiosa.
Le nostre mani non erano più intrecciate, sentivo una mancanza, un vuoto dentro che non riuscivo a spiegare.

"La parola giusta non è cosa ma chi." Mormorò guardandomi con un piccolo sorriso.

Abbassai lo sguardo diventando rossa all'istante.

"Non c'è bisogno che ti dica chi è questa persona, lo avrai già capito." Continuò a mormorare von il suo tono seducente.

Era perché glielo avevo detto io? Oh, andiamo Elise quante volte glielo hai ripetuto di non fumare?

"Ti porto a casa." Disse uscendo dal parcheggio.

"Naturalmente." Mormorai.

Lo vidi con la coda dell'occhio guardarmi o è solo un mio solito pensiero stupito perché molto probabilmente sta guardando fuori dal mio finestrino.

"A che pensi?" Chiese Harry poggiando una mano sul mio ginocchio.

Mi voltai dalla sua parte sorridendogli.

"A niente." Scossi la testa togliendo la sua mano dalla mia gamba.

Dopo poco arrivammo, mi prese il visto tra le mani e mi baciò.
Le nostre lingue si intrecciarono, sentii qualcosa detto lo stomaco.

"Non volevo." Disse ritornando sul suo sedile passandosi una mano fra i capelli.

"Oh, non ti preoccupare." Risposi tranquillamente.

Scesi dalla macchina salutandolo con la mano.
Portai le mani sul viso facendomi sbafare un po' di trucco sotto gli occhi. Sbuffai dirigendomi verso camera mia ricordandomi che Camille rimaneva qui per un po' di tempo.

Non lasciarmi. H. S. (Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora