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Disse il ragazzo riccio alzandosi.
Mi slacciai la cintura velocemente e mi sedetti al posto suo che in teoria doveva anche essere mio.
"Grazie." Mimai con la bocca.

Quando finalmente pensavo che il "peggio" era passato ci furono delle forti turbolenze.

"Allacciate le cinture di sicurezza." Disse la hostess all'altoparlante.
Presi la mano del mio vicino stringendogliela e stranamente non tolse la mano ma me la strinse. Mi piacevano le sue mani, erano lunghe e sottili, portava un anello d'oro e uno d'argento nell'altra mano. Mi sentivo stranamente protetta.

.....

Scesi di corsa dall'aereo senza badare alle persone che mi urlavano contro di stare attenta.

"Ehi tesoro, in aereo non volevi parlare? Pensavo ti piacesse quello che stavo facendo." Disse Paul stringendomi il polso. Rimasi immobile, non sapevo che fare, non ero mai capitata in questo genere di cose.

"Sei troppo vecchio per lei non credi?. Lei è una bambina ingenua, non ti farebbe mai del male. Ma io si. Se provi anche solo a guardarla ti arriva un pugno dritto sul naso. Chiaro?" Disse il riccio. Ma perché mi stava difendendo? Da quello che avevo capito non mi sopportava, neanche un po'.

"Mi stai provocando ragazzino?" Disse. Sembrava arrabbiato e io sono offesa. Non sono una bambina, tra 3 mesi compio 18 anni! Giusto, lui come lo può sapere?

"Si e allora?" Disse con sufficienza. Non mi piace questa situazione.

L'uomo dagli occhi blu mi guardò e lasciò la presa. Di conseguenza mi misi dietro il ragazzo dai capelli ricci e dagli occhi verdi.

Paul iniziò a camminare verso la direzione opposta alla nostra. Il riccio aveva i pugni serrati lungo i fianchi.

"Ci rivedremo presto bambolina." Disse l'uomo guardandomi in modo malizioso.

"Stai bene?" Disse il ragazzo con tono gentile.

"Si, e comunque.." Iniziai a parlare ma lui mi interruppe subito.

"Ricominci a parlare?" Disse sorridendomi.

Ok allora, prima mi risponde male poi è gentile. Ma che problemi ha?

"Sono Harry." Disse guardando da un'altra parte.

"Non mi interessa." Ripetei quello che mi aveva detto Harry ore prima, ma a differenza sua lo dissi con tono scherzoso.

Rise.

Iniziammo a camminare verso l'uscita dell'aeroporto.

"Dicevo, io non sono una bambina ho 17 anni!" Dissi lamentandomi.

"Come vuoi." Si accese una sigaretta appena usciti.

"Ehm..io dovrei andare." Dissi salutandolo.

"Ok." Disse senza guardarmi.
Cavolo non so che fare, voglio troppo dargli un abbraccio per ringraziarlo, ma se poi lui mi rifiuta, avrò fatto un'altra figura di merda e non voglio.

"Non dovevi andare?" Disse alzando un sopracciglio. Che stupida ero rimasta li a fissarlo e lui odia essere fissato.

Terza: fatta.

"Oh, ehm..s-si giusto. Allora ciao." Dissi andandomene.

Non rispose. I suoi cambiamenti d'umore mi stavano irritando. Per fortuna non lo rivedrò più. Credo, spero, oh ma chi prendo in giro posso dire che già mi manca, ma no, forse è Will che mi manca. Si si sarà sicuramente così. Will solo Will.

Dopo circa un'ora di taxi, arrivai finalmente nella mia nuova casa solo per 3 mesi. Era più grande della mia, aveva un giardino enorme, dal secondo piano si potevano vedere che in alcune stanze c'era un piccolo balcone.

Bussai due volte. Dopo poco mi venne ad aprire una signora con i capelli sulla tonalità del rosso e con gli occhi chiari. Si chiamava Rose.

"Elise!" Mi abbracciò. "Tesoro! Finalmente sei arrivata! Su su entra dentro." Disse con voce dolce.

"Lui è mio marito: Ben" Disse. Era un uomo alto con la barba grigiastra come i capelli. Avrà avuto una cinquantina d'anni. "Lei e mia figlia: Abbey, e lui è mio figlio: Tom." Disse indicando ognuno. Avevano entrambi gli occhi e i capelli marroni chiaro.

Tom aveva anche le lentiggini.

"Mamma io devo uscire. Harry mi aspetta all'aeroporto." Disse dirigendosi verso la porta guardando il cellulare.

-HARRY

Appena Elise se ne andò chiamai Tom, il mio migliore amico, credo di poterlo definire così.

"Tom, mi passi a prendere sto in aeroporto." Dissi chiudendo la telefonata, almeno non poteva rifiutare la mia domanda o meglio: il mio ordine.

Camminai avanti e indietro aspettando Tom. Dopo poco mi si avvicinò una ragazza. Aveva i capelli liscissimi e biondi, i suoi occhi erano strani, non riuscivo a distinguere il colore. Non erano belli come quelli che aveva Elise, anche se non la rivedrò mai più posso dire che ci avrei fatto un pensierino.

"Senti, per caso sei occupato?" Mi disse la ragazza.

"Si." Dissi secco non volendo più parlare.

"10 minuti non di più. Ci andiamo a prendere qualcosa." Disse come se l'avessi offesa.

"Harry, sali!" Disse una voce maschile dietro di me. Era Tom dentro la sua auto grigia.

"Eccomi." Dissi avvicinandomi alla macchina.

"Può venire anche lui se vuole." Disse anche lei avvicinandosi alla macchina.

"Dobbiamo andare." Dissi chiudendo la portiera. "Metti in moto." Continuai senza guardarla.

.....

"Che hai?" Mi chiese Tom.

"Niente." Dissi sospirando.

"Ti conosco da tanto Harry. Tu hai qualcosa. Il volo è andato male?" Chiese con il suo tono 'ti prego dimmi cosa hai'.

"È andato bene." Dissi.

"Stavolta non hai scopato nessuna nel bagno?" Disse ridendo, mi unii anche io.

"No, non stavolta." Risi ancora ricordato la ragazza con i capelli biondi sotto di me, i suoi gemiti erano a dir poco orribili, sembrava una pecora.

"Perché ridi?" Chiese guardandomi. "Vieni da me?" Aggiunse.

"No, se mai passo più tardi." dissi guardando il telefono.

"Certo. Almeno conoscerai la mia nuova...ehm...come la chiamo, coinquilina? Amica? Conoscente?" Disse era diventato rosso in faccia forse gli piaceva.

"Ho conosciuto una ragazza sull'aereo." Dissi sospirando, in questo periodo lo facevo spesso.

"Parlava, parlava, parlava, di tutto e di più, era così fastidiosa." Appoggiai la testa al finestrino.

"Styles stai sorridendo. Ha fatto colpo?" Chiese, solo lui poteva usare frasi adolescenziali.

Non lasciarmi. H. S. (Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora