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"Bene ragazzi, io devo andare ci vediamo dopo a casa Elise." Disse dandomi un bacio sulla guancia.

Annuii a Tom.

Dopo poco arrivò la cameriera, dal cartellino notai che il suo nome era Emily.

"Volete ordinare?" Disse squadrando il ragazzo difronte a me.

"No, non ancora." Disse non degnandola di uno sguardo.

"Allora quando ritorni in America?" Mi chiese.
Già voleva che me ne andassi?

"Tra 2 mesi circa." Giocai con la forchetta.

Annuì. "E perché? Te ne vai intendo."

"Li ho tutto, e devo fare l'ultimo anno del liceo." Feci spallucce.

"17 anni giusto?" Annuii.

Aprii il menu scegliendo cosa mangiare e anche Harry.

"Perché mi hai chiamata quando ha saputo della bambina? Era la tua fidanzata la mamma di Jess?"

"Una notte di sesso, niente di più e non lo so perché ti ho chiamata. La prima persona responsabile che mi è venuta in mente, non potevo chiamare mia madre, penso che non me lo perdonerà mai." Scosse la testa alzando le spalle.

"Si vede che non mi sconosci per niente, non sono molto responsabile." Risi.

......

"Harry?" Lo chiamai tirandogli la maglia bianca.

"Mh?"

"Torniamo indietro?" Chiesi supplichevole.

Avevo visto Paul dall'altra parte dalla strada.

"Perché?" Chiese fermandosi.

"Perché..beh...andiamo a casa, ci guardiamo un film.." Cercai di convincerlo, non volevo vedere Paul, volevo solo andare a casa. "Jess è stanca." Dissi vendendo la piccola chiudere gli occhi e poi riaprirli di scatto.

"Ok va bene, poi mi spieghi il perché, non sei brava a mentire.
Potevi dirlo che volevi rimanere sola con me." Mi prese in giro.

Gli diedi una schiaffo sulla spalla. "Oddio che male!" Fece finta che la botta che gli avevo dato era forte.

"Ehi, chi si rivede! Hai sempre un bel culo dolcezza." Automaticamente mi strinsi alla maglietta di Harry, lui si voltò guardando Paul in modo minaccioso.

"Andiamo a casa." Cercai con le mie forze di spostare Harry, ma non ci riuscii.

"Che c'è dolcezza, hai paura? Di me? Ma siamo amici." Disse avvicinandosi.

"Harry?" Lo chiamai, lo stava fissando, non avevo mai visto quello sguardo, era tipo 'ora ti uccido bastardo.'

"Sta zitta!" Disse Harry dandomi Jess e avvicinarsi pericolosamente verso l'uomo. "Vai verso casa. Adesso." Continuò duramente.

"No."

"Il ragazzino vuole salvare, la...come dire, puttanella? Che carini, e le bimba? Ci avete dato dentro e vedo che vi siete anche sbrigati." Disse con tono di sufficienza. Io sgranai gli occhi, Harry rimase li, immobile, davanti all'uomo, aveva le spalle tese e i pugni sereati, non poteva picchiarlo ma lo avrebbe fatto volentieri se solo potesse.

"Harry! Mi sento male andiamo via." Finsi mettendole le mano in fronte.

Il ragazzo si girò guardandomi e poi venirmi in contro.
D'altra parte non stavo mentendo del tutto quando gli ho detto che stavo male, mi girava un po' la testa.

"Non è finita." Lo minacciò Harry.

"Oh, certo che no."

La bambina si strinse a me.

"Andiamo." Disse incrociando lo sguardo con quello Jess.

Annuii guardandolo senza ricevere un suo sguardo.

Dopo una camminata silenziosa arrivammo nel suo appartamento.

"Harry?" Lo chiamai cercando di conversare con lui, ma non era l'Harry che conoscevo, era cupo, arrabbiato e posso dire anche triste. "Che hai?" Continuai.

"Niente."

"Sei arrabbiato?" Mi fermai. "Con me?" Chiesi.

"Si. Perché tu lasci sempre perdere tutto e tutti, hai visto come ti ha trattata? E tu non ha fatto niente!" Urlò.

"Cosa dovevo fare, sentiamo? Dovevo usare la violenza come fai tu, per caso?" Ribattei.
Non sopportavo quando si comportava in questo modo, così autoritario ma qualche minuto prima dolce. Avevamo messo la bambina a dormire nel lettone, non poteva sentirci visto che aveva la porta chiusa e noi stavamo discutendo in salotto.

"Sei una donna e non è bello che usi la violenza ma almeno cazzo rispondi a quel testa di cazzo! Sono dovuto andargli io addosso se no tu te n'eri già andata e lui ti avrebbe fatto qualcosa, vuoi questo?" Mi chiese urlando.

"No, non voglio che mi faccia qualcosa, a te cosa importa poi, e non te l'ho detto io di andargli addosso. Non è colpa mia se sei strano."

"Io? Strano? Qui la persona strana sei tu! Fai tutta la santarellina e poi arriva Tom, ti da uno stupidissimo bacio sulla guancia e diventi tutta rossa. Sembra proprio che ti piaccia, e anche tanto." Applaude.

"Cosa centra adesso Tom! E non mi piace lui cazzo, tu mi piaci." Le ultime parole mi morirono in gola.
Non lo posso aver detto sul serio, non adesso.

"Cosa?" Chiese inclinando la testa da una parte.

"Niente, niente di importante. È meglio che vada, saluta Jess da parte mia." Uscii dall'appartamento.

Che idiota che sono stata, perché gli ho detto che sono innamorata di lui che poi neanche è vero...oh ma dai, ma che stiamo prendendo in giro, cazzo se lo amo, quel sorriso, gli occhi , le fossette, le mani...cazzo amo tutto di lui ma lui non ama me.

Non lasciarmi. H. S. (Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora