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-ELISE

È passato un po' di tempo da quando ho visto per l'ultima volta Paul, ero tornata alla mia vita di sempre, cioè più che da sempre da poco più di un mese. Sono ritornata a lavorare al bar, sono uscita con Camille e ho iniziato a parlare civilmente con Abbey, siamo diventate amiche, se così si può dire.

"Buongiorno gente! Come va? Io sto benissimo!" Dissi andando in cucina con la mia "famiglia". "Ehi Camille!" Dissi abbracciandola.

"Perché sei così felice, tesoro?" Chiese Ben sorridendo.

"Non lo so, mi sono svegliata di buon umore, tutto qui. Niente e nessuno mi rovinerà la giornata." Dissi sorridendo.

"Oh, ok." Rise Ben.

Bussarono alla porta.

"Vado io!" Urlai.

Corsi ad aprire.

"Ehi."

"Ciao piccola." Amavo quando Harry mi chiamava così. Sorrisi.

"Ehi Jess." La presi in braccio.

"Come stai?" Mi domandò Harry.

"Sto molto bene. Tu?" Chiesi entrando in cucina.

"Abbastanza bene." Disse seguendomi.

"Come mai qui?" Chiesi incamminandomi verso la cucina per fare colazione.

"Jess voleva venire da te." Disse alzando le spalle.
"Che hai intenzione di fare oggi?" Mi domandò. "Ah, ciao ragazzi." Salutò Harry gli altri che stavano facendo colazione.

"️Ma niente, tu che fai?" Dissi prendendo dei biscotti dalla busta.

"Devo uscire con una ragazza." Si fermò. Ero io? Voleva uscire con me? "E mi chiedevo se potevi tenere Jess." Continuò. Si voleva uscire proprio con me.

"Dicevi?" Disse Camille riferendosi a 'Niente e nessuno mi rovinerà la giornata'. Si come no, niente e nessuno sono i nuovi soprannomi di Harry.

La fulminai con lo sguardo, lei si girò dall'alta parte mettendosi a ridere.

"Non hai più niente in faccia." Sussurrò Harry avvicinandosi poggiando le sue mani sulle mie guance.

"Ah, si, cioè no, non ho più niente." Balbettai.

Ormai non ricordavo più quella sera, ma alcune volte tornava nei miei sogni. Non pensavo più al tornare in Florida o a Paul.

"Quindi puoi tenerla per una serata?" Disse allontanandosi.

"Oh, si si va benissimo, quando?" Chiesi il più tranquillamente possibile.

"Sta sera." Annuii. La situazione in questo momento era molto imbarazzante.

"Ok beh, te la lascio da adesso se per te va bene, ho delle cose da fare."

"Certo." Annuii.

A me stava benissimo se usciva con una ragazza, no non è vero santo cielo! Cerco sempre di convincermi a non volerlo più, che stargli lontana è meglio, ma no, non è meglio, assolutamente no! Io ho il bisogno di stare con lui.

"Ok, io vado." Si diresse verso la porta.

"Prego." Dissi ironizzando quando sentii la porta chiudersi.

"Elise visto..." Non feci finire di parlare Tom che lo azzittii. "Non. Parlarmi. Chiaro?" Dissi scandendo ogni singola parola.

"Ma non eri di buon umore?"

"Ora mi state sul cazzo tutti quanti, sono bipolare e mi deve venire il ciclo." Mi difesi uscendo dalla cucina e andando in camera mia con Jess in braccio.

"Elise, aspettami." Mi girai vedendo Camille uscire dalla cucina. "Ti piace ancora, non è così?" Mi sorride.

"Non ha mai smesso di piacermi." Alzai le spalle. "E penso che lui l'abbia capito, ma non gli importa di me, non gli è mai importato."

"Finiscila di dire fesserie, lui tiene a te ma il suo problema è che non lo vuole far vedere, non si fida più di nessuno, qualche anno fa era un ragazzo d'oro, è quella stronza di Abbey che l'ha cambiato." Scosse la testa.

"Ok. Beh, non mi importa più niente, me lo devo togliere dalla testa. Ma santo cielo come faccio!" La parola giusta per definirmi in questo momento è: disperata, si, ero disperata.

-HARRY

Uscii da casa di Elise, erano le 10:30 e le cose che dovevo fare non esistevano, potevo stare con lei e Jess a vedere un film o andare a fare una passeggiata.
Perché sto facendo questi pensieri? Io non provo niente per lei, o almeno credo.

Andai a farmi una passeggiata, camminando passai davanti al ristorante dove l'avevo portata qualche tempo fa, precisamente il 13 luglio, merda mi ricordavo anche la data. Passai davanti al bar dove lavora e mi ricordai il modo in cui ci eravamo rivisti dopo la litigata che avevamo avuto, 22 giugno, davanti al mio appartamento dove ci eravamo baciati, tre giorni dopo il suo arrivo, il 10 giugno. Ogni cosa mi ricordava lei.

Tornai nell'appartamento e Mike stava facendo la valigia per tornare a casa.

"Come lo dirai a mamma."

"Non lo so."

"Sei pensieroso. Pensi a Elise, vero?" Sorrisi e mi diressi il salotto.

"A me puoi dirlo, siamo fratelli.
Ah giusto sei troppo orgoglioso per ammettere che sei innamorato, me lo dovevo aspettare." Uguale a mio padre.

"Cosa?! Orgoglioso? Io non sono orgoglioso sei tu che ti sei fissato con questa cosa, non è fottutamente vero che sono innamorato di lei. Quando fai così sei uguale identico a papà, devi sempre avere ragione tu, su tutto." Gli urlai contro.

"Perché non guardi in faccia la realtà? Tu sei innamorato di lei e lo sai, ma non lo vuoi ammettere." Sbuffai, per fortuna che di li a poco se ne sarebbe andato.
Insopportabile era e insopportabile rimarrà.

"Lo dirai a mamma di Jess?" Mi riformulò la domanda di poco prima.

"Per forza, se no glielo dico io, glielo dici tu." Scossi la testa.

Bussarono alla porta, doveva essere nostra madre.

"Ragazzi, ciao come state?" Disse mia madre abbracciandoci.

"È meglio che ti siedi." Dissi andando verso il divano.

Non lasciarmi. H. S. (Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora