-ELISE
"Sono pronta!" Urlai dalla mia nuova camera.
Mi guardai per la centesima volta allo specchio, avevo un vestito nero morbido sulla gonna fin sopra il ginocchio, con la scollatura di pizzo e ai piedi per stare "comoda" mi misi un paio di scarpe con il tacco, non molto alta; come giacca: una di jeans. Presi una borsa e ci misi le converse, non si sa mai.
Presi il cellulare e scesi. C'era silenzio e la luce era molto fioca, probabile che avranno spento tutte le luci e acceso la lampada sul comò vicino al divano."Eccoti, andiamo?" Disse Tom allungando la mano verso di me. Esitai a prenderla ma poi gliela strinsi.
Forse non era una buona idea ma glielo domandai comunque.
"Harry?" Dissi guardandomi intorno senza vederlo.
"È già al locale, con mia sorella." Disse con tono serio.
Ci dirigemmo verso la macchina, era una auto grigia.
"Dov'è questo posto?" Dissi allacciandomi la cintura.
"Non molto lontano da qui." Disse accendendo la radio.
.....
Arrivammo al locale, intravidi Abbey parlare con un ragazzo, doveva essere Harry, ci avvicinammo di più, era lui e aveva già bevuto 2 bicchierini di shot e qualcosa che non riuscii a capire dal colore.
"Ehi, siete arrivati finalmente," Già non la sopportavo con quella voce da oca che si ritrova..."Elise mettiti vicino a me." Ecco appunto, proprio quello che volevo.
"Certo." Cercai di dire tranquillamente.
Mi sentii gli occhi di Harry addosso, ero già agitata di mio, per il semplice motivo che sto in un locale con persone che conosco da un giorno e in più lui mi fissa.
"Vuoi qualcosa?" Disse Tom avvicinandosi a me."No, niente grazie." Dissi sorridendogli.
"Sei sicura?" Disse abbracciandomi da dietro. Non sapevo sapevo come fare. Forse avrebbe pensato che lui mi piacesse se glielo avrei lasciato fare. Quindi decisi di andare in bagno.
"Vado un secondo in bagno." Dissi alzandomi.
"Non puoi andare dopo?" Chiese Abbey bevendo un bicchierino, solo ora notai che vestita con un vestito attillato bianco, e le scarpe con il tacco, sembravano 12 cm.
"No, è urgente." Dissi per poi correre a cercare il bagno.
-HARRY
"Vado un secondo in bagno." Disse, oggi sentirla parlare è stato un bene per me. Aveva in suono così dolce, il suo sorriso era contagioso, non ho ancora sentito la sua risata, ma sono sicuro che sarà il suono più bello che abbia mai sentito.
La vidi ritornare, aveva alcune ciocche di capelli davanti al viso. Con un gesto se le mise dietro l'orecchio, non riuscivo a non guardarla. Si vedeva che la mettevo in soggezione ma non ne avevo mai abbastanza.
"Andiamo a ballare?" Le dissi.
Lei con mia gran sorpresa accettò.
Bene, perché sono stato così stupido a chiederle di ballare? Potevo chiederle di fare sesso. Dio santo e ora?"Non so ballare. Quindi non provare a ridere." Disse.
Bene.
"Tranquilla anche io non so ballare." Dissi. " Ti ho solo dato una mano con Tom, non ringraziarmi." Continuai portandola verso la pista da ballo.
-ELISE
"Ehm, perché?" Chiesi fermandomi.
"Perché ti stava scopando con gli occhi." Disse ovvio.
"O dio scusami, ciao Harry." Disse una ragazza, la quale andò addosso ad Harry.
Aveva gli occhi verdi e i capelli castani e lisci. Era vestita con una divisa, penso che fosse la barista.
"Ciao." Disse sempre guardandomi."Ok, beh io sono Camille." Disse con un sorriso. Sembrava molto amichevole.
"Elise." Dissi sorridendo e allungandole la mano. Lei la strinse "Bene Elise se mai ci vediamo al bancone dopo?" Continuò.
"Certo, perché no?" Dissi gentilmente.
Se ne andò.
"Perché mi fissi?" Dissi iniziando a irritarmi.
"Non ti sto fissando, ti sto guardando, la cosa è diversa." Disse prendendo una sigaretta dalla tasca posteriore dei jeans con l'accendino. Era così bello, qui davanti a me c'era un Dio se non fosse acido ma è stato anche gentile all'aeroporto salvandomi da quell'uomo. Anche ora che mi ha portato via da Tom è stato gentile ma devo ancora capire come ha fatto a capire che non volevo stare con lui, è un bel ragazzo e tutto quanto, ma non so, forse pensa che lui mi piaccia, ma non è vero! Sono fidanzata, credo, ora non lo so più, era così strano al telefono, ha anche sbagliato dove ero. "Sei a Oslo vero?" E io "si." Volevo sapere cosa c'era sotto perché d'altronde mi nascondeva qualcosa lo capivo dalla sua voce, non sapeva mentire a uno sconosciuto figuriamoci a me che lo conosco da una vita. Lui era qui, a Londra, dove ero io e lo avrei scoperto.
"Ti sei incantata?" Disse sventolandomi al sua grande mano davanti agli occhi.
"Eh? no no." Dissi.
"Andiamo a prendere da bere." Disse e si incamminò lasciando uscire il fumo dalle sue labbra piene.
"Io non bevo." Dissi decisa sedendomi sulla sedia affianco al ragazzo dai capelli ricci.
"Hai qualcosa che vuoi dimenticare?" Disse mettendosi la sigaretta in bocca.
"No, beh...no." Dissi. Stavo iniziando a sentirmi a disagio con lui vicino. Lui, un leone, bello e sicuro di se invece io, un cerbiatto, intimorito dalla sua grandezza.
"Ehi, che vi porto?" Disse Camille dietro il bancone.
"Io niente." Dissi sorridendole.
"Due shots al rum." Disse Harry buttando finalmente quella dannata sigaretta dietro a lui."Subito." Disse per poi girarsi e preparare gli ordini.
"Wow te ne bevi due." Dissi. Lui scosse la testa.
"Uno è tuo." Disse sogghignando.
"Cosa? No, io l'alcool non lo reggo." Ero entrata già in panico. L'ultima volta che ho bevuto mi sono ritrovata in una stanza sconosciuta con uno ragazzo vicino a me. Non ricordo neanche di aver fatto qualcosa con lui, quindi se mi chiedono se sono ancora vergine rispondo di si. Will si infuriò, non aveva tutti i torti anzi, nessuno, ma non ricordo praticamente niente quindi molto probabilmente non è successo niente, lo spero.
"Vergine?" Ma che mi legge nel pensiero? Non sapevo cosa dirgli si o no.
"Ehm.. no, cioè si..." Balbettai.
"Cosa vuol dire?" Chiese alzando un sopracciglio.
"No niente, una cosa mia." Dissi. Per fortuna in quel momento portarono il nostro ordine, anzi il suo ordine.
"Ecco a voi." Disse Camille dandoci i bicchierini.
"Grazie." Le sorrisi.
Harry si scolò il suo bicchierino, mentre io lo presi in mano esaminando: l'odore, il colore e infine un po' titubante lo assaggiai.
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Non lasciarmi. H. S. (Revisione)
Hayran Kurgu"...sono un disastro, chi mi potrà mai amare, eh? Dimmelo, solo una persona stupida può farlo. " dissi. "Hai ragione sono una persona stupida e ma ti amo." Rispose.