Capitolo 1

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*Lexa*

Oggi Il professore mi ha avvisato che mi porteranno in un posto dove conoscerò gli altri componenti che faranno parte della rapina. Sinceramente di conoscere gli altri poco mi importa, voglio solo portarmi a casa la mia parte. È un uomo molto misterioso il professore, a me piace il mistero tranne quando in gioco c'è la mia vita. Ancora non mi ha spiegato il piano, so solo che ci porteremo a casa una somma di denaro molto alta. È appena entrato il professore per portarmi dagli altri, mi fa salire in macchina, ci sono solo io, il viaggio dura più o meno un ora e mi porta in una villa enorme... Ma quanti cazzo saremo in questa rapina? Appena scendo mi porta in una stanza,è una classe, sono sola, gli altri devono ancora arrivare, faccio per mettermi seduta all'ultimo banco ma vengo subito fermata dal professore.

"oh no, primo banco signorina"

"adesso decidi anche dove devo sedermi?"

"Come ti ho scelto per far parte a questa rapina posso anche rimandarti a casa senza neanche un euro. Decidi tu"

"fanculo"

"sono arrivati gli altri, mi raccomando"

Mi giro verso la porta e vedo sbucare 9 ragazzi, mai visti prima, li osservo bene, tutti quanti sono incazzati, me compresa, tranne una, una biondina, che sorride,poverina, se dovesse andar male sono più che sicura che sarà per colpa sua.

"bene, benvenuti a tutti, vi ringrazio per aver accettato questo incarico. Vivremo qui, isolati dal mondo. Abbiamo 5 mesi a disposizione per rendere questo piano infallibile. Voi non vi conoscete, ci sono tre regolo fondamentali. Prima regola:niente relazioni, seconda regola: non dovrete sapere in nessun modo, i veri nomi dei vostri compagni, terza regola:niente domande personali. Dobbiamo rimanere concentrati, non possono esserci distrazioni. Ora ho bisogno che ognuno di voi si dia un soprannome, che sia un numero, un pianeta, una pianta, qualsiasi cosa"

"facciamo i pianeti, io posso essere giove, lei può essere venere" dice un ragazzo con degli occhiali abbastanza strani addosso ad una ragazza che sembra essere la più nervosa di questo gruppo.

"scordatelo ragazzino, io non faccio venere" lo zittisce la ragazza.

"Ok ok, facciamo così, usereta il nome delle vostre città preferite ok?" si intromette il professore.

Ed è proprio in questo momento che io divento Roma, il ragazzo dietro di me è Washington,dietro di lui c'è Dublino, entrambi traditori dell'esercito americano. Poi ci sono Vienna e Canberra, i sicari più famosi e cattivi che ci sono in circolazione. Al mio fianco c'è la biondina che si chiama Varsavia, medico professionista, poi dietro di lei un ragazzo che non fa altro che guardarla e sbavare si chiama Madrid, traditore dell'esercito spagnolo, poi c'è Londra, professionista nel campo dell'hakeraggio, Amsterdam, capo di un azienda di proiettili ed esplosivi, infine Seul capo delle consegne di droga. Poi c'è il professore, fedina penale limpida, praticamente un fantasma, un fantasma molto intelligente però.

"hey Madrid... Non consumarla troppo, ci serve un medico lì dentro" dico io senza guardarlo.

"Stai zitta ragazzina"

"che carino, ti sei dato il nome Madrid perché li hai tradito l'esercito. Romanticone"

"E tu, perché ti sei data il nome Roma?"

"hai appena infranto la terza regola coglione. Niente domande personali. Chiudi quella boccaccia, la dottoressa te la scopi dopo, alla fine una botta e via non va contro il regolamento."

"hai qualche problema?" mi chiede la dottoressa a cui non rivolgo neanche uno sguardo.

"assolutamente no. Vorrei solo finire al più presto con tutto e andarmene via."

"se avete finito di rompere le palle continuo con quello che stavo spiegando... perfetto, in questa operazione è indispensabile avere dalla nostra parte l'opinione pubblica. Però fate attenzione, se ci sarà anche solo una vittima... Non saremo più dei Robin hood ma semplicemente dei figli di puttana."

"professore?"

"signorina Londra, mi dica"

"cosa rapineremo?"

"La zecca di stato di Parigi"
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-il giorno della rapina-

Ci troviamo su un SUV, diretti alla zecca di stato, vestiti come degli imbecilli, una tuta rossa e la maschera di dalí. Come cazzo faranno a prenderci sul serio, più che un gruppo di rapinatori sembriamo un gruppo di animatori per una festa per bambini, l'unica cosa che ci salva sono le armi.

"mi spiegate perché cazzo siamo vestiti così?" chiede Canberra, per ora è quella che mi sta più simpatica.

"ah non chiederlo a noi" dice Varsavia

"il professore, vestito sempre in maniera impeccabile... Sceglie questi cazzo di vestiti per una cazzo di rapina? Ma poi questa maschera,veramente pensa che ci prenderanno sul serio?"

"senti camberra, sai perfettamente che non sono un ragazzo molto tranquillo, QUINDI CHIUDI QUELLA CAZZO DI BOCCA E CONCENTRATI!" Dice Dublino,urlando contro alla ragazza, lei non sembra per niente impaurita anzi... È uguale a me, forse per questo andiamo d'accordo.

" Brutto stronzo, ancora mi domando cosa cazzo di fai qui. Hai già tradito l'esercito, non mi stupirei che tradissi anche noi"

"E tu invece cosa cazzo ci fai qui eh puttana?"

"sono capace di ucciderti in 5 secondi con le mie mani, vuoi provare?"

"BASTA! Qui nessuno fa niente. In questo momento dobbiamo essere una squadra se vogliamo ottenere tutti ciò che vogliamo, quindi, sedetevi, state in silenzio, se sento anche un solo respiro fuori posto vi prendo e vi butto giù da questo SUV." dico io. Il professore mi ha dato il compito di essere il capo di questa banda di imbecilli.

Finalmente il silenzio regna sovrano. Il professore sapeva che c'era un unico modo epr riuscire ad entrare nella zecca di stato con una quantità immensa di armi esplosivi ecc, l'unico modo era quello di usare il camion che trasporta la carta che verrà usata per tante bellissime banconote. E proprio questo stiamo per fare. Scendiamo dal SUV e ognuno di noi si posiziona al proprio posto, Londra si occupa di interrompere le comunicazioni tra le volanti di polizia e la centrale, Amsterdam controlla i carichi di armi e munizioni pronti ad essere caricati, Madrid si occupa di bloccare la strada e gli altri, compresa me ci occupiamo di puntare dei fucili in testa a tutti i presenti.

"Esci da questo camion coglione. Apri il portellone" prendo il signore che guida, lo passo a camberra che si occupa di legare tutti e sbatterlo dentro il camion, tranne uno che ci servirà per entrare facilmente.

Nel frattempo sono salita sul camion e sto sistemando tutto ciò che ci servirà dentro la zecca.

"provate a muovervi e vi spacco in testa un mio fucile" dice Vienna e io mi metto a ridere. Scendiamo tutti e prendiamo l'unica guardia libera per farlo accomodare nella volante. Io, Washington e Dublino prendiamo in prestito le divise dei tre poliziotti, li chiudiamo dentro al camion e ci cambiamo rimanendo nascosti per non far scoprire la nostra identità. Una volta cambiati mi avvicino alla guardia che dovrà guidare.

"Guiderai con la mia pistola puntata alla schiena, se la centrale dovesse riuscire a contattarti tu risponderai in modo tranquillo, altrimenti ci vuole pochissimo per schiacciare il grilletto e non farti più vedere la luce del giorno"

Lui annuisce è sale nella volante, vicino a me c'è Varsavia, la dottoressa che mi guarda.

"Roma, noi non possiamo uccidere nessuno"

"tranquilla dottoressa lo so... Lui no però"

Salimo in macchina e siamo diretti alla zecca di stato. Nel frattempo Canberra e Londra hanno cambiato il loro look, indossano una parrucca, occhiali da sole, trucco e dei vestiti da riccone, insomma devono entrare nella zecca di stato, senza farsi riconoscere dalle guardie. Arriviamo bastardi.

Prima regola. Niente RelazioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora