Will stava andando di corsa a scuola, aveva di nuovo fatto tardi. I tempi erano cambiati. Non era più a Hawkins. Undici era alle sue spalle che continuava a scusarsi coi passanti. Da quando aveva lasciato la sua città natale, Eleven era spesso distratta e piangeva, sembrava la madre di Will quando suo figlio era stato rapito dal Demogorgone.
Ad esempio, l'altro giorno, avevano appena finito di cenare; il cibo tutto sommato era anche buono, e subito dopo, come di routine, erano andati a guardare la TV. Nel programma c'era "Poltergeist - Demoniache Presenze", un film horror di Tobe Hooper. Stava iniziando la sigla, ed Eleven chiese di andare in bagno dato che aveva mal di pancia. Passarono minuti, e quando il film era già a metà, Joyce si preoccupò, si alzò dal divano e bussò alla porta della toilette. Nessuna risposta, tentò di nuovo e ancora niente.
- Undici, cara... ti senti bene? - nulla.
Entrò e la stanza era vuota.
- Tesoro... dove sei? - chiese di nuovo Joyce, stavolta con un tono di voce più alto, ma ancora nessuna risposta.
Si catapultò nella camera della ragazza: le pareti erano rosa, c'era un tavolino vicino a uno specchio dove erano appoggiate le sue cose. Nel letto a scomparsa risaltavano delle coperte azzurro chiaro, in contrasto con i colori circostanti. La famiglia Byers aveva cercato di ristrutturare la nuova stanza per farla più simile alla vecchia camera, dove Eleven viveva assieme al capo della polizia Jim Hopper. Purtroppo, sapevano tutti quanti che niente avrebbe potuto mai rimpiazzare la vecchia vita. Lo sapevano. Appena la donna mise piede nel vano non poté far a meno di notare le coperte sollevate e un leggero singhiozzo. Si avvicinò alla ragazza.
- Oh, Undici... -
In braccio a Joyce, con il viso pieno di lacrime, tra un singhiozzo e l'altro Eleven disse:
- Mi manca Mike -.
Intanto, Jonathan e Will, si erano incuriositi e raggiunsero la loro madre e Undi.
- A tutti manca Mike - rispose Will - come ci manca Dustin, come ci manca Lucas e come ci manca Steve, come ci manca Nancy, come ci manca Max, come ci mancano tutti. A tutti noi manca Hawkins -.
Da un paio di settimane Will e Eleven frequentavano la nuova scuola ad Augusta, nel Maine. Era una città affollata e molto raramente si trovavano persone di buon umore. Diciamo, era un paese piuttosto scorbutico. La scuola era tale e quale alla città. O piacevi ai tuoi compagni, o non piacevi. E Will e Undi non erano decisamente tra i più popolari, nemmeno fra gli sfigati. Erano semplicemente neutri. Come invisibili. Ciò che serviva a Eleven.
Nessuno dei due andava male a scuola, avevano la media dell'otto. Senza contare che la maggior parte dei ragazzi non prendevano la sufficienza.
Come da solito, Will svoltò a destra per andare verso la 1 ° A, mentre Undi girò a sinistra per la 1° D. Eleven cercò di non farsi notare in mezzo al viavai di ragazzini, tra bulli e sfigati. Lei stava nel mezzo (non fisicamente, ovvio, lei era quasi spiaccicata contro gli armadietti; nel senso mentale: non era né una bulletta, né una sfigata). Si sedette al suo posto in terza fila, sempre nel mezzo.
- Aprite il libro a pagina 394 -.
"Storia, molto interessante" pensò la ragazza con sarcasmo.
Stava eseguendo l'ordine impartito dall'insegnante, quando sentì una voce femminile alla sua destra. Si guardò intorno, vedendo soltanto ragazzini con capigliature punk, polsini e gomme da masticare che risuonavano nelle bocche. Di nuovo la voce, e allora capì da dove veniva: una ragazza di fianco a lei la stava salutando, sembrava diversa dalle altre, più gentile, non sembrava la ragazza che ti volesse rinchiudere in un armadietto:
- Ehh... Ciao! - disse la sua compagna di banco con timidezza - come ti chiami? -.
- Elev... - si corresse subito - Elanor, mi chiamo Elanor. Sono nuova e mi sono trasferita da poco -.
- Ah! Sei nuova! - rispose la ragazza, e non fece in tempo ad avviare la conversazione che il professore già le aveva sgamate.
Undi tornò a casa rimuginando sull'accaduto. Non sapeva che fare. Rimanere in disparte e nascondersi; oppure accettare l'amicizia e divertirsi, magari anche diventare popolare. Come al solito, Eleven aveva parlato ad alta voce al posto di pensare, e Will l'aveva udita.
- Oh, beata te che hai conosciuto qualcuno, io nessuno ancora - disse con un pelo di tristezza nella voce - comunque ti consiglio di buttarti, tanto dovremo farci degli amici no? Ora che siamo ad Augusta... -.
Tornò a casa, cenò, si lavò, fece i compiti di storia e poi si addormentò sotto le coperte, nel suo letto. Nella notte Eleven sognò, sentì come una pressione sulla testa, un ombra buia si faceva strada verso qualcosa, ma cosa? Una città. Subito dopo si ritrovò in un luogo scuro, coperto da un sottile strato d'acqua, un posto che 11 conosceva bene: il vuoto o cerchio del sogno. Vide un uomo, con i capelli bianchi, un volto molto familiare: era il dottor Brenner, suo padre.
Undi si svegliò di soprassalto, con la fronte piena di sudore, potendo constatare che era stato solo un brutto sogno. Ma, da come era successo in passato, Eleven sapeva che i suoi sogni hanno sempre un significato. Suo padre era vivo? Dov'era? Con chi lavorava? E soprattutto, perché Undi era nel cerchio del sogno ? Verificò i suoi poteri e, come al solito, niente. C'era qualcuno che voleva farle vedere Brenner? Queste domande le vorticavano in testa, quando vide accendersi la luce in corridoio, sentì dei passi e si rintanò sotto il piumone azzurro chiaro. Poi la porta cigolò e si aprì, la luce della camera si accese e Eleven fu rincuorata di sapere che era solo Joyce e non uno sconosciuto.
- Undici, tutto ok? - chiese la madre.
Undi sapeva che doveva dire dell'accaduto, ma non lo fece. Rimase semplicemente in silenzio. Fece un sì con la testa per annuire.
C'era realmente qualcuno che aveva altri poteri mentali escludendo lei stessa e sua sorella Kali? La ragazza passò una notte insonne, continuando a formulare teorie su chi poteva essere il misterioso ragazzo (o la misteriosa ragazza) che aveva un potere.
La mattina, dopo essersi svegliata con fatica e aver fatto un'abbondante colazione, Eleven corse a scuola come sempre in ritardo. Appena entrò nelle mura scolastiche , si ricordò della sua compagna di banco e le venne una fitta allo stomaco, non aveva deciso cosa fare! Will si stava già incamminando verso la sua classe, dalla parte opposta. Non avrebbe mai fatto in tempo a raggiungerlo se non correndo, cosa che avrebbe attirato molte attenzioni. E non voleva attirare attenzioni. Proseguì per la sua strada e entrò in classe. Andò a sedersi nel suo solito posto, la ragazza della scorsa volta era già seduta. Eleven decise di buttarsi e avviò discussione.
- Ciao, ieri mi sono presentata, ma tu no! Come ti chiami? -.
- Io sono Luna - disse con una voce calma e pacata, non sembrava neanche la ragazza di un giorno prima.
- Sei mattiniera, vedo - disse Undi, sempre per avviare discussione.
- Si, esatto, ieri ho dormito tanto - disse, come se fosse un po' addormentata. Ma allora non aveva dormito tanto, anzi, pareva che si fosse affaticata molto. "Perché dovrebbe mentirmi?" pensò Undi.
Poi la conversazione degenerò quando il professore entrò in aula.
- Silenzio in classe - disse ad alta voce l'insegnante, come se fosse un giudice in un tribunale.
E fu allora che Eleven vide il braccio di Luna.
SPAZIO SCRITTORE
Ed ecco il primo capitolo di questa nuova storia! Spero vi sia piaciuto!
King_Baruf
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Stranger Things 4
FanficCiao lettori e lettrici! Questa è la mia prima storia su Wattpad. Ho 11 anni e questo libro è come immagino la mitica quarta stagione di Stranger Things. Grazie e buona lettura! #1 in StrangerThings (marzo - aprile 2021)