CHAPTER 4: THE RETURN OF THE RUSSIANS

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Non lo potevano credere: erano stati catturati dai russi. Per la seconda volta! Due Sovietici estremamente zigomati li stavano trascinando in un camion che avevano già visto molte volte in estate.

- Dannazione! - gridava Steve ogni momento che passavano su quel mezzo.

Poi li buttarono nel rimorchio e Robin urlò di dolore: si era decisamente rotta una gamba. I quattro erano in un silenzio imbarazzante e ascoltavano le conversazioni russe dei piloti. Sobbalzarono quando l'auto passò su un qualcosa, che trasportò loro e il camion in basso. Non si vedeva nulla, il rimorchio era tutto chiuso: nessuna finestra o buco da cui far passare un raggio di sole. Fino a quando si fermarono. Il camion si era fermato. Le portiere sbatterono e i quattro udirono un paio di risate e di parole in russo.

- Tak smeshno! Khorosho eto! -.

- Davay davay zagruzim tipy -.

Poi il portellone si aprì e due imponenti russi afferrarono per la collottola tutti e quattro e li scaraventarono in un container assieme ad altre persone di tutte le età: donne, bambini, ragazzi, uomini. Non ne erano certi, ma il container apparteneva ad un aereo, che si era appena messo in moto.

- Ma che caspita... - iniziò a dire Steve, sempre con quell'aria da sbruffone, ma venne zittito da un russo che gli urlò in faccia:

- Zatknis', ty! -.

Il ragazzo impallidì e si sedette come tutti al bordo dell'aereo.

A un certo punto, il mezzo incontrò una turbolenza, e Robin gridò dal dolore: la gamba stava peggiorando. Dopo un tempo che parve un'eternità, un viaggio di più dieci ore sicuramente, l'aereo atterrò e alcuni russi minacciarono (in realtà non si saprà mai se fosse stata una minaccia, ma per Steve, Robin, Erica e Dustin sembrava proprio una minaccia di morte) tutti i passeggeri di morte se non fossero scesi immediatamente dall'aereo. In seguito altri russi li scortarono fino a uno sgabuzzino pieno di giacconi e di picconi: li volevano mettere ai lavori forzati. A Erica il piumone blu scuro arrivava fino a terra, e dovettero arrotolarlo più e più volte. Altri uomini del posto li portarono attraverso un tunnel dove si poteva scorgere del bianco, della neve, una tempesta di neve: non erano più a Hawkins.

Steve tentò di sgattaiolare fuori dalla portata dei russi, ma un uomo piuttosto robusto lo afferrò e lo rimise assieme alla compagnia di americani. Alla fine del tunnel c'era una stanza, piuttosto piccola, con all'interno un uomo. I quattro ragazzi erano gli ultimi della fila, e videro una serie di persone uscire dalla camera completamente rasate. Rasate.

- Oh merda - dissero contemporaneamente i quattro.

Steve era quello più preoccupato, d'altronde lo soprannominavano Steve Beicapelli Harrington.

- Dobbiamo fuggire, ORA - disse e non perse tempo a tirare un cazzotto in faccia al russo che stava dietro di loro e scappare con Robin alle spalle.

- Kak ty dumayesh' ty idesh'! - il sovietico si era subito ripreso e aveva dato l'allarme, non lasciando il tempo ai quattro di reagire. Dustin e Erica riuscirono a nascondersi in un angolo del tunnel, mentre vedevano i loro amici venire catturati dai russi e rimessi in fila. Un sovietico alzo una pistola quando Steve tentò di nuovo si scappare, ma Dustin reagì e gli fece lo sgambetto di nascosto, e gli rubò l'arma.

- Guardate cosa ho qui! - iniziò a dire il ragazzo, quando Steve li consigliò di darla a lui. Ora comandava Harrington in quel tunnel, i pochi russi che erano presenti erano sprovvisti di qualsiasi arma da fuoco, e allora corsero via chiamando l'allarme.

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