CHAPTER 2: RELOCATE

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Mike desiderava così intensamente rivedere El che certi pomeriggi si rinchiudeva in camera sua e cercava di contattare Eleven con la telecinesi, e sperava anche di riuscirci! Certo, molto spesso si sentivano per telefono, ma via cavo non c'era quel, come dire... trasporto che c'era quando avevi la persona davanti a te. La scuola per lui non era altro che un peso, un peso che Mike avrebbe certamente mollato. Non aveva senso. L'unica cosa che aveva senso per lui in quei momenti era vedere la sua amata Undi. A Hawkins le cose andavano molto male. Sua sorella non aveva Jonathan. Karen (la madre di Mike) era sull'orlo della pazzia e del divorzio con Ted. Mike non aveva 11 e non sapeva che fare con i suoi amici. Will era l'unico che sapeva coinvolgere tutti a giocare a Dungeons&Dragons. E lui non c'era. Lo Starcourt era crollato dopo la battaglia contro il Mind Flayer, che era accaduta solamente due o tre mesi prima. L'unica cosa che c'era a Hawkins di divertente erano Steve e Robin. Loro si che sapevano farti ridere. Con quel suo ciuffo in testa Steve si credeva il ragazzo più figo mai visto sulla faccia della terra. E ci provava con tutte le ragazze che arrivavano all'Arcade. Tutte. Poi, Robin. Robin era l'assistente di Steve nell'argomento "Ragazze". Teneva il conto di quelle con cui era riuscito a uscire, e quelle che gli avevano dato buca. Il bilancio medio era di 29 a zero per la seconda.

Quando Mike passò per l'Arcade a salutare Lucas, Max e Dustin, che cercava invano di battere il record in Dig Dug della rossa, Steve era dietro al bancone che salutava una bionda con gli occhi verde chiaro. Michael entrò e salutò i suoi amici mentre sentiva qualche imprecazione da parte di Dustin.

- Ma questa è una mafia! - disse piuttosto arrabbiato - tu bari, ne sono certo! Sei un hacker! Ecco cosa sei! Ma che caz... - si corresse vedendo entrare Erica, sorellina di Lucas - ma che cavolo! Che cavolo! -.

Max nascose un risolino sulla sua bocca, e Lucas lo vide, così si mise a ridere pure lui, e anche Erica, e così l'Arcade si tramutò in un pubblico di circo dopo che ha visto un trucco ben riuscito. Forse, a ripensarci, le cose a Hawkins non andavano poi tanto male.


"Mancano solo due mesi al ritorno di El" pensava Mike, e più lo pensava più gli sembrava che fosse tanto. Era nella sua camera, e proprio mentre queste parole gli vorticavano nel cervello, sentì una sirena d'allarme provenire dalla strada. Si affacciò alla finestra e guardò: una serie di Jeep dell'esercito stavano facendo una parata. Ma le Jeep non erano dell'esercito Americano, bensì di quello Russo. Mike prese il suo Walkie-Talkie e chiamò il gruppo:

- Codice rosso, ripeto: codice rosso -.

Mike non dovette aspettare troppo prima che gli altri rispondessero, e infatti passati pochi secondi Lucas disse attraverso il microfono:

- Ora mi spieghi da dove caspita vengono questi - sembrava piuttosto irato.

- Cosa vuoi che ne sappia io? E sono russi? Sono russi! - esordì Dustin, lui invece era come felice - io lo sapevo! Tutta colpa dei russi! - anche se non sapeva cosa volevano fargli. Lo stava per scoprire.

Mike udì delle voci provenire dal piano terra della sua casa, che non erano familiari, per niente. Scese le scale e sbirciò sotto: un Russo, un Russo alto più di due metri stava minacciando sua madre e le chiedeva molto gentilmente di uscire di casa con tutta la sua famiglia, cioè la famiglia di Mike. Da dietro di lui sbucò sua sorella che gli disse:

- Senti fratellino, io intrattengo quel bastardo, tu scappa. Ora -.

"Nancy non era mai stata così" pensò il ragazzo mentre saliva in camera sua. Dei russi, pure lì.

"Ma da dove sono entrati questi?" commentò Mike nella sua testa. Come previsto, lo catturarono e lo tennero per la collottola, quasi lo strozzavano, ma Michael fece in tempo a prender il Walkie-Talkie e a urlare:

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