🐎𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 10🏹

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(DA REVISIONARE)


I due vestivano abiti diversi. Il capo della tribù degli arcieri indossava casacche di pelle o semplice stoffa delle tonalità della foresta, che li rendeva in tal modo abili a nascondersi. Invece, il capo dei cavalieri indossava un'armatura lucente, non meno sontuosa di quelle degli altri.
Presentandosi i due dissero di chiamarsi rispettivamente Roland e James. Ragnar rimase molto incuriosito dai due stranieri, tuttavia rimase ancora più sbalordito dalla reazione di te Alexander.
Egli, infatti, già si era avvicinato e aveva aperto le braccia, in segno di amicizia ad entrambi: "Roland, James. Miei cari amici. È passato molto tempo dall'ultima volta che abbiamo combattuto fianco a fianco." Ragnar rimase confuso dalla situazione: Alexander conosceva quegli uomini. Come? Chi erano? Ci si poteva fidare? I loro popoli erano così diversi. Come facevano a sapere dov'era il re? Perché non erano giunti al campo a parlare con loro?
Alexander quasi lesse quelle domande sul viso del sovrano norreno, così disse: "Re Ragnar, mio vecchio amico, permettimi di presentarti i miei vecchi compagni di guerra. Questi due coraggiosi uomini combatterono con me contro mio fratello tempo addietro. Le loro storie sono leggenda tra la nostra popolazione. Credimi ci si può fidare di loro, sono uomini d'onore."
Il norreno alzò leggermente un angolo della bocca, facendo un leggero sorriso. Ancora non era sicuro di chi fossero esattamente: voleva conoscere meglio le loro storie.
Tuttavia capì anche che quello non era il momento di un interrogatorio. Ecbert stava galoppando verso il suo accampamento, e il suo dovere era quello di proteggere le donne e i bambini rimasti. Così andando direttamente al punto disse ai presenti: "È un onore fare la vostra conoscenza, tuttavia abbiamo molto da fare. Re Alexander, Ecbert è diretto verso l'accampamento. Tua figlia è lì con il mio popolo."
Il viso del re divenne bianco cadaverico. Per un attimo si sentì mancare la terra sotto i piedi. La sua bambina, la sua povera figlia. Suo fratello sicuramente l'avrebbe uccisa o peggio, l'avrebbe ridotta in schiavitù. Così chiese al re norreno di fronte a lui: "Quanto dista il tuo accampamento da qui?"
Questa volta fu Lagherta a rispondere, la quale aveva ascoltato tutta la conversazione senza però aprire bocca: "A piedi una notte intera, a cavallo poche ore." Il re ragionò velocemente. Non c'erano abbastanza cavalli per tutti, e sarebbero stati comunque molto lenti se avessero cavalcato a coppie.
Tuttavia il re norreno diede la soluzione al suo dilemma. Prima di scegliere il luogo dove accamparsi aveva studiato tutto il territorio, come ogni volta: "Saranno anche più veloci, ma io conosco una scorciatoia." Disse donando nuove speranze al re, il quale ordinò a tutti gli uomini presenti di prepararsi. Essi agirono senza fiatare.
Ragnar, a questo punto, si rivolse a Roland e James: "Voi cavalcherete con noi?" I due senza neanche guardarsi negli occhi risposero immediatamente: "Ovviamente". Essi conoscevano bene la piccola Astrid; quando capitava anche loro facevano visita al re, e pertanto avevano avuto modo di conoscere la testarda figlia e l'intrepida moglie.
Tutti i guerrieri, in fretta e furia, si liberarono delle cose che non servivano. Dovevano viaggiare veloci e portarsi pesi era inutile. Lasciate solo le armi, alcuni saltarono in sella e insieme marciarono, seguendo la scorciatoia di re Ragnar. Si sarebbero separati: chi era a cavallo avrebbe cavalcato senza sosta fino all'accampamento. Non potevano permettersi il lusso di viaggiare lentamente tutti insieme.
Lagherta guidò i cavalieri, mentre Ragnar guidò gli uomini rimasti a piedi. In poco tempo partirono. I cavalieri seguirono Lagherta e i suoi uomini, insieme a James; mentre gli arcieri corsero nella foresta guidati da Ragnar e alcuni suoi uomini, e con Roland e re Alexander.
Ci impiegarono diverse ore, ma meno rispetto a quanto avrebbero impiegato altrimenti. Sfrecciarono tra gli alberi per un tempo che parve infinito.
Quando giunsero finalmente all'accampamento la situazione era peggiore di quanto avessero immaginato. Furono subito raggiunti dagli uomini di re Ecbert e ingaggiarono una dura battaglia. Ragnar combatteva con la paura nel cuore. I suoi figli stavano bene? Lagherta era riuscita a recuperare sia loro sia Astrid?
Sapeva bene che insieme ad Aslaug sarebbero morti. Quella donna era più inutile di quanto si pensasse. Non sapeva difendersi e sicuramente sarebbe stata subito uccisa se qualcuno non sarebbe accorso da lei. Senza perdere tempo uccise diversi sassoni, lasciandoli cadere a terra con un ultimo grido di dolore bloccato in gola.
A decine caddero sotto i suoi forti colpi di spada. Dall'altro lato del campo anche re Alexander cercava con lo sguardo la figlia. Sperava di vedere la sua piccola testolina nera tra quegli elmi d'argento e quelle chiome bionde. Così, mentre diversi sassoni lo accerchiarono con l'intento di bloccarlo, egli li affrontò uno ad uno, uccidendoli tutti quanti ed aprendosi un varco verso il cuore della battaglia.
I cavalieri, invece, i quali erano giunti per primi, erano sommersi dalle urla e dal sangue dei nemici, i quali uccidevano senza alcuna pietà donne e bambini, creando non poca inquietudine nel cuore di Ragnar e Alexander.
Lagherta era scomparsa, forse caduta da cavallo, che affrontava i sassoni. Era la migliore shieldmaiden, e questo tutti lo sapevano bene. Ragnar era sicuro delle sue capacità, e sperava con tutto il cuore che sarebbero state sufficienti anche quella volta a salvare la vita dei suoi figli.
Combattendo con forza e coraggio molti caddero sotto le armi resistenti dei nemici. Ragnar vide Ecbert lottare all'interno dell'accampamento con diversi norreni e cavalieri, uccidendo ogni nemico.
Gli arcieri invece restavano in lontananza ai margini dell'accampamento scoccando frecce e colpendo diversi sassoni. Roland e i suoi uomini erano davvero forti, questo Ragnar lo riconosceva. Di certo sarebbero stati anche loro amici, quando quella situazione si sarebbe calmata, e avessero avuto il tempo di parlare.
La missione principale era quella di salvare chi potevano, spedendo quanto più sassoni possibili al mondo ultraterreno cristiano. Meditando questo Ragnar continuava a lottare, correndo in cerca della propria famiglia. Dopo diversi minuti che gli sembrarono ore si ritrovò una scena agghiacciante. Cosa aveva fatto ai suoi figli quell'uomo?

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