(DA REVISIONARE)
La bambina aveva paura della risposta, così abbassò la testa in preda ad un pianto isterico e coprendosi le orecchie con le mani. Non ce la faceva: non poteva perdere anche il padre. Quel dolore era troppo per la sua piccola anima. Ma quando si accorse che Lagherta la stava abbracciando, la sentì così vicina a lei spiritualmente. Quella donna la trattava come se Astrid fosse sua figlia.
La bambina poteva sentire il battito del suo cuore e il suo dolce profumo. Si sciolsero dall'abbraccio e la donna le prese il viso rigato di lacrime tra le mani, e disse: "Tranquilla bambina mia. Tuo padre è ancora vivo ma è stato catturato. Presto attaccheremo il carro di Ecbert e recupereremo re Alexander."
Astrid si sentì colma di gioia: era vero che suo padre era in pericolo in balia del suo spietato fratello, ma almeno era vivo, e per lei tanto bastava a renderle un minimo di speranza. Per la felicità la bambina si avvolse intorno al collo della famosa shieldmaiden la quale sorrise, in ricordo di una persona a lei cara, che purtroppo però non c'era più.
Era sua figlia, avuta con Ragnar. Anni addietro mentre il marito era lontano, Kattegat fu investita da una terribile epidemia che decimò la popolazione. Vi furono molti morti, e tra questi spicca anche la sua bambina, ancora troppo giovane: Gyda. Le mancava così tanto, ma in qualche modo quella piccola bambina dagli occhi azzurri e i capelli di un nero corvino, gliela ricordava. Era strabiliante come le fosse affezionata ma così era.
Durante questi pensieri la bambina si era sciolta dall'abbraccio e stava osservando il viso della donna, che era perfetto. Lagherta infatti era una donna di una strabiliante bellezza: aveva lunghi capelli biondi ondulati, intrecciati in un'intricata acconciatura norrena. Le forme ben definite e il viso privo di imperfezioni. Gli occhi di ghiaccio molto simili a quelli della bambina, erano una caratteristica quasi comune tra i norreni. Il naso piccolo e leggermente all'insù, e la bocca piccola e graziosa. Tuttavia l'espressione non era quella di una donna indifesa, anzi l'esatto contrario: Lagherta sembrava una donna molto fiera e con un carattere duro che la rendeva un'ottima guerriera, capace di resistere a tutto.
Astrid la trovava molto bella, quasi come la madre. La bambina vide che tuttavia dopo l'abbraccio da un occhio della donna cadde una lacrima solitaria, che tocco velocemente terra. Così la principessa fece una cosa per cui inizialmente sobbalzò Lagherta: con la piccola e graziosa mano asciugò delicatamente il viso della donna, la quale sorrise prima di affidare Astrid ad una norrena.
La bambina fu allontanata insieme ad Ivar, e furono entrambi accompagnati da una donna poco lontano dalla tenda precedente. La vichinga li fece sistemare e si occupò di procurargli cibo e di permettere almeno alla bambina di cambiarsi, poiché ella era ancora sporca dal sangue della madre. La donna si allontanò, quindi per cercare qualcosa per lei, lasciando i due bimbi da soli, che cominciarono semplicemente a parlare: "Adesso verrai a casa con me?" chiede il piccolo Ivar, quasi come fosse la sua speranza. Astrid si girò verso di lui e disse: "Se trovano mio padre credo proprio che resterò a casa."
Ivar pensò che forse era meglio distrarsi così propose un gioco in cui entrambi erano bravi e che lui sapeva fare: Hnefataf, un gioco tipico dei vichinghi, in cui si fronteggiano i bianchi, dotati di un re, e i neri, i quali ne sono privi. Il compito dei bianchi è quello di fare fuggire il re, facendolo arrivare ad un angolo della scacchiera. Invece il compito dei neri consiste nel dover impedire al re di salvarsi. Già in passato i due bambini ci avevano giocato, alternandolo a volte agli scacchi.
Iniziarono così a giocare insieme e Ivar riuscì nel suo intento di fare distrarre la principessina, facendola ridere spesso. Poco dopo arrivò la donna la quale si avvicinò ai bambini e rivolgendosi ad Astrid disse: "Io sono Helga, moglie di Floki, che sicuramente avrai già conosciuto. Ho portato ad entrambi qualcosa da mangiare, appena avrai finito ti porterò in una tenda così ti togliamo questi vestiti sporchi e pensiamo a pulirti. Vi lascio giocare, va bene?"
La donna era molto dolce e buona, questo era vero e sembrava felice di occuparsi di lei. La bambina annuì e Helga si allontanò, accarezzandole prima il viso leggermente sporco. Ivar e Astrid continuarono a mangiare e a giocare scherzando e ridendo, e una volta finito, come promesso, fu portata a lavarsi. Nella tenda in cui Helga l'aveva portata c'erano diverse donne e bambinaie, che velocemente cominciarono a svestire la bambina e metterla dentro una vaschetta di legno, piena di acqua calda.
Le donne dovettero sfregare poiché il sangue si era ormai incrostato. Dopo parecchio tempo la bambina era abbastanza pulita e l'asciugarono attentamente. Successivamente toccò al vestitino, di un colore che sfumava sul blu scuro e le andava perfettamente. Le donne le chiesero anche se volesse che le sistemassero i capelli, e Astrid decise di farseli acconciare alla maniera norrena, rispondendo: "Voglio i capelli come quelli di Lagherta."
Le donne fecero un piccolo sbuffo che sapeva molto di risata. Quella piccola bambina, che parlava un norreno buffo, impreciso, faceva così tenerezza. Dopo aver tirato e tirato i capelli di Astrid, finalmente era pronta. Uscì fuori e quando Ivar la vide rimase a bocca aperta. Acconciata in quel modo sembrava proprio una di loro. Pensò che era bellissima, ma non lo disse.
Fuori ad aspettarla c'erano Ragnar e Lagherta, che ritenevano giusto avvertirla delle loro scelte. Anche loro rimasero di stucco alla sua vista. Lagherta la riprese tra le braccia e la portò sotto quella tenda, mentre Ivar fu lasciato indietro. La bambina era molto leggera, quindi non pensava tra le braccia della shieldmaiden.
Fu fatta risedere su uno sgabello e Ragnar cominciò a parlarle: "Io e molti altri tra i presenti crediamo che sia importante informarti delle nostre scelte. Attaccheremo tuo zio nel suo carro, e riporteremo tuo padre qui nel campo. Dopo però non sappiamo cosa succederà, e forse non tornerai più nella tua casa."
Se l'aspettava; non poteva pretendere di avere suo padre e anche il suo regno, ma questo non le importava. Se Ragnar fosse riuscito a riportargli suo padre, le sarebbe bastato. Con lui avrebbe potuto vivere anche come vagabonda, non le importava, purché le venisse restituito suo padre. Così disse a Ragnar: "Promettimi che me lo riporterai."
Ragnar guardò prima Lagherta e poi disse: "Farò tutto ciò che posso per riportarlo qui, credimi." La bambina voleva fidarsi. Non aveva altra scelta. In fondo conosceva bene Ragnar, ed era un uomo leale e di parola. E se il padre di Astrid poteva fidarsi di lui allora anche lei l'avrebbe fatto. Chissà cosa sarebbe successo? E se il padre non fosse più tornato? Dove sarebbe andata? Lagherta avrebbe mantenuto la promessa fatta alla madre? Improvvisamente questi pensieri furono interrotti da un rumore di cavalli in lontananza...
𝓒𝓸𝓶𝓮 𝓹𝓻𝓸𝓶𝓮𝓼𝓼𝓸 𝓺𝓾𝓮𝓼𝓽𝓪 𝓼𝓮𝓽𝓽𝓲𝓶𝓪𝓷𝓪 𝓼𝓽𝓸 𝓹𝓾𝓫𝓫𝓵𝓲𝓬𝓪𝓷𝓭𝓸 𝓭𝓲 𝓹𝓲ù.
𝓖𝓻𝓪𝔃𝓲𝓮 𝓹𝓮𝓻 𝓵𝓮 𝓿𝓲𝓼𝓾𝓪𝓵𝓲𝔃𝔃𝓪𝔃𝓲𝓸𝓷𝓲 𝓮 𝓼𝓮 𝓵𝓪 𝓼𝓽𝓸𝓻𝓲𝓪 𝓿𝓲 𝓼𝓽𝓪 𝓹𝓲𝓪𝓬𝓮𝓷𝓭𝓸 𝓯𝓪𝓽𝓮𝓶𝓮𝓵𝓸 𝓼𝓪𝓹𝓮𝓻𝓮 𝓪𝓽𝓽𝓻𝓪𝓿𝓮𝓻𝓼𝓸 𝓼𝓽𝓮𝓵𝓵𝓲𝓷𝓮 𝓮 𝓬𝓸𝓶𝓶𝓮𝓷𝓽𝓲.✨ 𝓜𝓲 𝓯𝓪𝓻𝓮𝓫𝓫𝓮 𝓶𝓸𝓵𝓽𝓸 𝓹𝓲𝓪𝓬𝓮𝓻𝓮.
𝓐𝓵𝓵𝓪 𝓹𝓻𝓸𝓼𝓼𝓲𝓶𝓪 𝓶𝓲𝓮𝓲 𝓬𝓪𝓻𝓲 𝓿𝓲𝓬𝓱𝓲𝓷𝓰𝓱𝓲🖤𝓖𝓲𝓸𝓻𝓰𝔂
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𝓛𝓸𝔂𝓪𝓵 - //𝓘𝓿𝓪𝓻 𝓽𝓱𝓮 𝓑𝓸𝓷𝓮𝓵𝓮𝓼𝓼//
Fiction Historique(In revisione) Astrid Alexandersdottir, metà sassone e metà danese. Un passato distrutto, un presente incerto e un futuro oscuro... Una giovane donna che si vede costretta ad indagare sul passato dei suoi genitori, non del tutto roseo e pacifico com...