(DA REVISIONARE)
Ragnar si avviò velocemente alle porte delle mura dell'accampamento e attese che i viaggiatori si avvicinassero. Da lontano era riuscito a riconoscere che gli uomini a cavallo erano le sue spie. Probabilmente erano ritornati nel campo con notizie importanti da riferire.
Astrid vide che andavano di fretta perché non entrarono neanche nel perimetro dell'accampamento che urlarono al loro capo: "Re Ragnar, il re ha cambiato strada, come avevi detto tu. Ha cercato di creare una trappola. Stanno attraversando la strada che va da Nord. Nel punto scelto invece sono stati mandati dei soldati con un carro vuoto. Si sono fermati da poco, quindi è arrivato il momento di attaccare!"
Ragnar non perse tempo è urlò a tutto il suo esercito: "Preparatevi all'attacco! Vi voglio pronti entro mezz'ora. Non c'è un minuto da perdere!" In un lampo tutto l'accampamento lavorava a velocità strabilianti: sia gli uomini che le donne si stavano preparando per l'attacco. Tutti indossavano una casacca di cuoio e portavano un'ascia o una spada. Mentre i capelli delle donne erano acconciati in strane acconciature, non tutti gli uomini portavano le classiche trecce norrene.
Astrid, la quale aveva seguito Ragnar per sentire cosa quegli uomini avevano da dire, corse verso Lagherta. La donna era entrata nella sua tenda per cambiarsi e mettere qualcosa di più comodo per una battaglia. Quando la bambina la vide, osservò che aveva indossato abiti completamente diversi dai precedenti: portava un pantalone di colore marrone, e una maglia di lino verde. Da sopra la maglia vi era, stretta a sufficienza, un'armatura in cuoio duro, come quella degli altri. Alle spalle erano cucite delle spalliere di cotta di maglia. Portava anche delle polsiere e delle cavigliere dello stesso materiale dell'armatura. In vita, invece, vi era una cintura con il fodero della spada. Alcuni coltelli erano invece nascosti e la capigliatura della donna era cambiata. Le trecce erano state fatte nuovamente e in un'acconciatura ancora più intricata, che si univa dietro la nuca. Il resto dei capelli erano stati lasciati sciolti.
Quando la donna la vide la fece entrare, nonostante la fretta: "Sono quasi pronta per la battaglia. Ti va di aiutarmi con le ultime cose?" La bambina annuì, leggermente preoccupata per ciò che sarebbe successo. Lagherta aveva bisogno di qualcuno che la truccasse e lo fece fare ad Astrid, con l'intenzione di distrarla dai suoi pensieri.
Ormai per la famosa shieldmaiden era chiaro: quella bambina aveva un intelletto fuori dal comune e una capacità di elaborarele situazioni strabiliante. Il suo cervello era come una macchina in grado di pensare a molte cose contemporaneamente. Di una cosa però era sicura. Lei sarebbe diventata qualcuno un giorno, e sicuramente Lagherta ne sarebbe stata fiera. Le donne norrene non erano solite riempirsi il viso con colori strani per apparire più belle, però era spesso usanza dei vichinghi tingersi il viso quando si andava in battaglia, così la donna passò ad Astrid una piccola bacinella di legno, con della pasta strana di colore nero: "Ecco ora mettimi questo sul viso come meglio credi. La scelta è tua, ma cerca di fare presto; c'è una battaglia che ci attende."
Detto questo la bambina non perse tempo, e infilate le mani nella pasta, cominciò a spargerla sul viso della donna. Mentre pitturava gli occhi di Lagherta, Astrid sentì il bisogno di chiederle: "Se prenderete mio padre, verrò a vivere con te?"
Lagherta rimase un attimo impietrita dalla domanda: quel 'se' non le era piaciuto particolarmente. Poi però disse con tutta la sicurezza del suo cuore: "Si bambina mia. Ho fatto un giuramento di fronte a tua madre: che mi sarei presa cura di te. Che ti avrei allevata come fossi mia figlia, ed è proprio quello che intendo fare. Con me imparerai a combattere e a lottare come una vera shieldmaiden, come lo era tua madre."
La bambina era felice di questo, la sua unica speranza era solo che anche il padre potesse stare con lei. "Sai, io la conoscevo da molto prima che tu nascessi. Viveva nella fattoria accanto alla mia, molto tempo addietro, quando io e Ragnar eravamo ancora marito e moglie e la nostra vita era semplice."
"E poi cosa accadde?"chiese la bambina e Lagherta rispose: "Poi Ragnar trovò una nuova moglie e io viaggiai lontano, verso un'altra contea, dove sposai un uomo disgustoso e stupido, che per fortuna mio figlio uccise. Alla sua morte presi io possesso della contea, ma i miei nemici erano in tutto il regno. Fu facile liberarmi di loro. Impara una cosa importante sugli uomini: la maggior parte delle volte, se non sempre, ragionano con quello che hanno in mezzo alle gambe e non con il cervello. Tu dovrai stare molto attenta in futuro. Sei molto bella, anche più di tua madre, e saranno molti gli uomini che ti strisceranno dietro come vermi. Devi essere furba abbastanza da mostrare loro che non sono più capaci di te."
La bambina pensò che per parlare in quel modo, la donna doveva averne passate di tutti i colori. Però la curiosità di Astrid era più grande di qualsiasi altra cosa così continuò a chiedere alla shieldmaiden: "Tu eri felice con Ragnar?" Lagherta non ci pensò neanche due volte, e rispose immediatamente alla sua interlocutrice: "Si, lo ero con tutto il mio cuore. Anche una volta diventata contessa, per quanto non lo desiderassi, con lui mi sentivo a mio agio."
"Tu lo amavi" disse la sua truccatrice, sorridendo. "No, io non lo amavo. Io lo amo. Ma credo che ormai il nostro tempo sia finito." Astrid guardò la donna dritta negli occhi e affermò:"Io non credo che sia così. Sai, tu e Ragnar assomigliate molto ai miei genitori e il loro amore era più grande di qualsiasi cosa. Per quanto potessero stare lontani con la mente e il cuore erano sempre legati. Tu e lui, gli assomigliate molto per certi versi. Io credo che come tu pensi a lui, anche lui faccia lo stesso. C'è ancora speranza."
Lagherta sorrise alle parole dolci dellabambina, e per quanto le sembrassero assurde, una parte di lei voleva crederci. Una volta finito il discorso, la bambina smise anche di truccarla. Finita la sua opera Astrid era fiera del lavoro che aveva fatto. Non aveva mai truccato nessuno, quindi ci aveva messo tempo, tuttavia era riuscita a truccarla egregiamente. Le aveva creato una specie di maschera nera intorno agli occhi, che le risaltava il colore azzurro come il cielo.
La donna si alzò e si specchio in una bacinella d'acqua, per poi girarsi e affermare con entusiasmo: "Bel lavoro!" Astrid allora sorrise e poi disse: "Grazie Lagherta, a te e a tutte le persone che stanno andando a rischiare la vita per me e mio padre. Ma soprattutto grazie di farmi sentire parte del vostro popolo." Lagherta le si avvicinò, e dopo averla osservata le disse: "Ma tu sei parte del nostro popolo. Su forza guardati."
L'accompagnò alla bacinella con l'acqua e le chiese: "Che cosa vedi?"E lei rispose: "Una bambina indifesa, che ha appena perso la madre e che non sarà mai veramente parte di qualcosa." Ma Lagherta, con la stessa sicurezza di sempre, ribatté: "E invece io vedo una forte, bellissima ragazzina, che ha appena perso la madre e che riuscirà ad avere un futuro leggendario. Farai grandi cose. Non essere così dura con te stessa; avrai tempo di darti pena per le tue scelte in futuro."
Detto questo le baciò la fronte e le disse che si era fatto troppo tardi, e che lei doveva partire con gli altri verso il bosco. Quando uscirono insieme i soldati stavano finendo di preparare i cavalli. Lagherta e Astrid raggiunsero Ragnar, Floki, Helga, Ivar, Aslaug, Bjorn, Sigurd, Hvitserk e Ubbe. I guerrieri erano pronti a partire, e Ragnar litigava con i figli maggiori, Ubbe e Hvitserk, i quali volevano partire per la battaglia.
Erano grandi abbastanza per cominciare a lottare, questo era vero, ma erano inesperti e quella era una missione delicata. Così Ragnar li convinse a restare all'accampamento per proteggere quei pochi rimasti. I ragazzi non fiatarono più, capendo che non sarebbero riusciti a convincerlo.
Passarono pochi minuti e i guerrieri erano pronti. Come da ordine si erano preparati in una mezz'ora. Erano pronti a partire. Saltarono in sella ai loro cavalli; Lagherta girò lo sguardo un'ultima volta su Astrid e vide che si era seduta sul carro accanto ad Ivar, per osservare le truppe che sfrecciavano via dall'accampamento, dove rimasero solo Helga, Aslaug, Ubbe, Hvitserk, Sigurd, Ivar, Astrid e poche altre donne e uomini. Ormai il campo era deserto. In lontananza le truppe galoppavano dentro la foresta, finché Astrid non riuscì più a vedere nessuno.
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𝓛𝓸𝔂𝓪𝓵 - //𝓘𝓿𝓪𝓻 𝓽𝓱𝓮 𝓑𝓸𝓷𝓮𝓵𝓮𝓼𝓼//
Ficción histórica(In revisione) Astrid Alexandersdottir, metà sassone e metà danese. Un passato distrutto, un presente incerto e un futuro oscuro... Una giovane donna che si vede costretta ad indagare sul passato dei suoi genitori, non del tutto roseo e pacifico com...