(DA REVISIONARE)
Astrid era confusa, le cose erano accadute troppo di fretta. Un secondo prima piangeva per la morte della mamma ed ora si ritrovava seduta su un carretto di legno, tra le braccia del suo amico, Ivar, che venivano trasportati attraverso i campi. Tutto quello che lei desiderava al momento era poter riabbracciare la madre. Non voleva abbandonare anche suo padre. Era sicura che sarebbe rimasta con lui.
Il viaggio era più lento. Nella foresta era diventato difficile trascinare quel carro tra le radici dei grandi alberi. Floki rallentò, ma era più tranquillo poiché nessuno li stava seguendo. Vedendo la difficoltà dell'uomo, Astrid decise di scendere: in fondo lei era solo un peso in più inutile. Lei poteva camminare, anche perché era sicura di non riuscire a dormire. Floki si fermò di botto e guardandola fece una risatina, per poi riprendere la marcia: vedeva in quella piccola bambina qualcosa di diverso dagli altri sassoni.
Forse la sua anima era più norrena che altro; la madre l'aveva cresciuta rispettando le tradizioni dei vichinghi. Molto probabilmente pensava solo che c'era ancora speranza per lei. Era ancora molto piccola e se si fosse impegnato sarebbe riuscito ad insegnarle l'amore verso gli dèi. Decise che avrebbe fatto di tutto per renderla una fiera vichinga, e decise di cominciare subito: "Sai io conoscevo bene tua madre: era una donna singolare. Assomigliava molto alla dea Freya. Sai chi è?"
La bambina non alzò lo sguardo e si limitò a rispondere: "È la dea dell'amore sessuale, della bellezza, dell'oro, della seduzione, della fertilità, del seiðr, della guerra, della morte e delle virtù profetiche." Floki rimase stupito dalla bambina, ma continuò: "E conosci la sua storia?"
Astrid affermò nuovamente: "Era figlia di Njǫrðr e figliastra di Skaði, sorella di Freyr e moglie di Óðr. Si dice che a causa del marito avesse sofferto le pene d'amore, poiché egli voleva viaggiare, costringendola ad inutili tentavi di inseguimento, durante i quali si abbandonò a pianti di lacrime d'oro." Floki non poteva credere alle sue orecchie. La bambina conosceva più di quanto egli potesse pensare: "Quante cose sai sugli dèi?" "Parecchie." Fu la sua unica risposta.
Quell'uomo le stava simpatico. "Tu sei un guerriero come Ragnar?" chiese infine Astrid. Floki fece un'altra risatina, che inevitabilmente faceva anche sorridere i due bambini, e poi rispose: "Oh no. Non potrei mai essere come Ragnar. Lui è un re, mentre io sono solo un comune matto costruttore di navi. Vedi tra di noi ci sono molte differenze: dove lui vede semplice legno, io invece vedo già una nave, pronta a scivolare tra le acque con la benedizione del dio Thor. Ragnar è un uomo ambizioso."
La curiosità di Astrid si stava facendo sentire. Quell'uomo la divertiva e voleva scoprire di più su di lui: "Invece tu che uomo sei?" Floki abbassò leggermente gli occhi verso di lei: "Io sono quello che gli dèi vogliono che io sia!" Seguì una delle sue solite risatine. "Floki" chiamò la bambina: "Mi racconti una storia?" Floki osservò un attimo il cielo sopra di lui per poi ritornare con gli occhi nella foresta. Poi chiese ad Astrid: "Tu conosci come si è creata la terra su cui cammini e le stelle nel cielo?" Aveva il suo solito sguardo folle che saettava da lei al percorso.
La bambina scosse la testa, e questa provocò un'altra risatina di Floki. "Prima dell'inizio non c'era niente... solo il mondo delle nebbie, informe e senza contorni, Niflheim, e il mondo del fuoco sempre in fiamme, Muspellsheim. In mezzo a questi due mondi stava un vuoto cosmico, il Ginnungagap. Dall'incontro di fuoco e ghiaccio, in questo vuoto, nacque Ymir, l'antenato dei giganti, e da loro discese Odino, che creò il mondo insieme ai fratelli Vili e Ve, uccidendo Ymir. Con la carne di Ymir venne creata la terra; la sabbia e i sassi sono i suoi denti. Le nuvole sono ciò che rimane del suo cervello, mentre le stelle che si vedono nel cielo notturno sono scintille del fuoco di Muspellsheim. Sai, il mondo è un disco piatto circondato dal mare. Ai confini del mondo vivono i giganti, negli abissi del mare. Odino, Vili e Ve crearono anche il primo uomo e la prima donna, intagliando dei ceppi di legno e soffiando in loro la vita e la volontà. Dal frassino nacque il primo uomo, Ask, e dall'olmo la prima donna, Embla."
La bambina rimase affascinata da quella storia: conosceva molte cose della religione norrena, ma non tutto. Passarono la notte a parlare e a raccontare, ognuno di loro, una storia. Quella notte nessuno dei tre dormì ma passarono il tempo in modo piacevole.
All'alba raggiunsero l'accampamento. Ragnar era già arrivato, ma non da molto. Astrid fu accolta come se fosse una di loro in quel luogo. Era sicuramente molto più sporco e meno agiato del suo castello, ma non era una situazione così tragica.
Si fece scortare da Floki fino al centro del campo. Attraversarono il recinto, fatto di pali appuntiti di legno intagliati, e si avviarono per quella che doveva essere una piccola strada, ma che era fatta di fango e di letame di animale. Nell'accampamento c'erano molte tende, alcune più grandi di altre, e anche piccoli recinti per gli animali, come i cavalli. Era molto ben organizzato e la sicurezza era molto attenta.
La strada era lunga, poiché il posto era molto grande, tuttavia quando arrivarono Astrid fu presa in braccio da Lagherta. La donna era leggermente sudata dalla battaglia, e aveva i vestiti sporchi, ma nel complesso aveva cercato di lavare via almeno il sangue dal viso e dalle mani. L'acconciatura alla maniera dei norreni, cioè con intricate trecce, era ancora perfetta, probabilmente a causa della forza con cui erano state strette.
La tenda consisteva in un telo legato agli alberi in modo che coprisse quella che doveva essere la postazione di controllo dell'accampamento, dove il re avrebbe escogitato piani con i comandanti delle sue truppe. La donna la mise su uno sgabellino e si inginocchiò per controllare che non fosse ferita: "Astrid. Grazie agli dèi stai bene."
Astrid si guardò in giro. Vide tra tutte le persone Lagherta, Bjorn, Floki, Ivar, Aslaug, Ubbe, Hvitserk, Sigurd e Ragnar, ma non riusciva a trovare il padre. Così in preda ad una preoccupazione crescente chiese: "Lagherta dov'è mio padre?" La donna prima di rispondere si girò verso Ragnar e poi disse: "Astrid, tuo padre è stato..."
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Ficción histórica(In revisione) Astrid Alexandersdottir, metà sassone e metà danese. Un passato distrutto, un presente incerto e un futuro oscuro... Una giovane donna che si vede costretta ad indagare sul passato dei suoi genitori, non del tutto roseo e pacifico com...