𝕮𝖆𝖕𝖎𝖙𝖔𝖑𝖔 2☠️

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Astrid vide un'ancella avvicinarsi al loro tavolo, trasportando una caraffa di vino. La donna andò direttamente verso il sovrano sassone, con un passo leggero e aggraziato e un viso leggermente tirato, probabilmente stanco dalla lunga serata. La bambina pensò a quanto potesse essere dura la vita da servitori, soprattutto ad un castello durante una celebrazione.

Solitamente quel tipo di feste duravano quasi tutta la notte, e la mattina, alle prime luci, quegli uomini e quelle donne dovevano di nuovo levarsi per ricominciare le loro vite lavorative. Così Astrid iniziò ad immaginare cosa ne sarebbe stato di lei se fosse stata un'ancella, se avesse avuto la forza di resistere, la pazienza di non sbraitare contro le persone all'ennesima richiesta.

Ma lei era una principessa, destinata a governare. O meglio non lei, probabilmente il suo futuro marito: la mamma le spiegò molto tempo prima come funzionava la vita per le donne. Già sapeva che era condannata a maritarsi, a dover vivere in casa propria con un estraneo a governare.

Tempo prima si chiese se la vita da moglie le sarebbe piaciuta: sua madre era stata fortunata, poiché amava suo marito ed entrambi si rispettavano e adoravano. Tuttavia alcune volte Astrid li aveva visti litigare: aveva sentito le urla, aveva visto utensili volare, colpi parati o meno. Si chiese se la sua vita non sarebbe stata come quella dei genitori.

E se non avesse mai amato suo marito? Se fosse stata costretta a sposarsi? Se suo marito fosse stato brutto e sporco? Se non fosse stata libera? Nuovamente i suoi pensieri tornarono a quella povera ancella con il viso stanco, chiedendosi se mai lei pensava alla libertà, se mai la bramava così come faceva Astrid.

Mentre la bambina era persa in questi pensieri, la donna aveva proferito al sovrano di Lefex, con un tono basso, in modo che solo lui potesse sentirla: "Sire, un uomo vi attende nella sala delle riunioni. Dice di avere delle notizie urgenti da comunicarvi." Alexander corrucciò la fronte, mostrando una leggera preoccupazione. "Non ha fornito un nome?" – "No sire, nessun nome."

Re Alexander ringraziò la giovane donna, che prese nuovamente a svolgere le proprie mansioni, ovvero riempire i calici degli invitati. Così il sovrano di Lefex prese congedo da re Ragnar e da sua moglie, offrendo una veloce spiegazione, alquanto sbrigativa. Successivamente lasciò la sala e tutti i suoi festeggiamenti.

Mentre camminava tra i corridoi e attraversava velocemente le scale del castello, ancora udiva in lontananza la musica che cominciava con ritmi veloci. Avrebbe tanto voluto essere lì per ballare con la figlia e la moglie e divertirsi con loro. Durante quella traversata, iniziò a sentire le farfalle allo stomaco. Era insolito che il sovrano venisse contattato per un incontro a quell'ora tarda e in quel modo ambiguo. Inoltre non molti avevano un così libero accesso alle stanze del re: tuttavia, Alexander pensò che quella sera, con tutta quella gente, chiunque poteva essersi intrufolato e aver richiesto un colloquio privato. Ma chi veramente ne aveva necessità?

Alexander durante quei pochi anni di governo aveva stabilito una fitta di rete di spie, in modo da essere costantemente aggiornato sui movimenti di re Ecbert, divenuto ormai sovrano sia del Wessex che di Mercia. Alexander sapeva quale sarebbe stato il destino del suo piccolo regno: era inevitabile la sconfitta. Tuttavia egli ancora sperava di riuscire ad anticipare le mosse del sovrano del Wessex e della Mercia, in modo da risparmiare tante vite di uomini innocenti.

Tuttavia in quel preciso istante egli non era sicuro fosse una delle sue spie: solitamente le notizie sui movimenti di Ecbert gli arrivavano tramite un'organizzazione a staffetta, sul modello della Roma Gloriosa degli imperatori.

Immerso in questi ragionamenti, re Alexander percorse i corridoi semi deserti, attraversò le scalinate e finalmente arrivò alla sala delle riunioni. Com'è semplice comprendere, questa sala veniva utilizzata dal sovrano e dai suoi uomini per organizzare battaglie, per tenere sotto controllo la situazione nell'intero regno e per organizzare alla perfezione la gilda delle spie. Era una stanza esagonale, situata in una delle torri estreme: alle pareti vi erano alcuni ritratti di grandi personalità passate e contemporanee, non solo dell'Inghilterra. Un grande tavolo circolare era situato al centro della stanza, circondato da almeno una decina di sedie. Diverse mappe e fogli erano sparsi sulla sua superficie, mostrando gli ultimi progetti discussi in quella sala. All'estrema destra un caminetto emanava una forte luce, prodotta dalla legna scoppiettante. In giro per la sala vi erano alcuni mobiletti sparsi, utilizzati per contenere il vino o per stipare alcune carte.

𝓛𝓸𝔂𝓪𝓵 - //𝓘𝓿𝓪𝓻 𝓽𝓱𝓮 𝓑𝓸𝓷𝓮𝓵𝓮𝓼𝓼//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora