Cap. 12

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<I-in che senso Kacchan> chiesi facendo finta di non aver capito. Sapevo che prima o poi avrei dovuto parlargli. Sapevo che non ero altro che un codardo. Eppure non riuscivo a
guardarlo negli occhi.
<Non fare il finto tonto, nerd che non sei altro> rispose mentre chiuse il rubinetto.
<Non fai altro che scappare come un codardo, sei irritante> aggiunse cercando senza successo di guardarmi negli occhi.
<Perché cazzo scappi...> chiese con voce sommessa ritornando silenziosamente a pulire i piatti.

In effetti, per quale motivo scappavo? Perché ero troppo imbarazzato? Per i miei sentimenti per Kacchan? Ora che ci pensavo, da quanto ormai mi piaceva? Da quando ne ho memoria. Ero sempre solo io che vedevo la nostra relazione come una possibile coppia romantica. Ero così imbarazzato che avrei voluto sparire in quell'istante.

<C-come posso guardarti in faccia dopo che ti ho rivelato i miei sentimenti...> risposi coprendo il mio viso con le braccia <dato che mi piaci da sempre, ora non so come guardarti> aggiunsi sempre più imbarazzato.
<Ha?! Allora non hai fatto altro che vedermi come un tuo possibile fidanzato? tsk, ho sprecato il mio tempo allora.>
<No no Kacchan, è che io ti ho sempre ammira-> non riuscii a finire la frase che realizzai una cosa.
Pensandoci, l'ho sempre ammirato e ho sempre voluto essere come lui. Volevo essere al suo fianco, un suo pari. Ci tenevo così tanto ad essere almeno un po' come lui, coraggioso e brillante. Perché dovevo essere il suo ragazzo? Perché sono sempre stato così fissato con Kacchan? Quindi mi piace davvero in quel senso? Non me lo sono mai chiesto perché ero convinto che mi piacesse romanticamente da sempre... ma perché ero così triste quando mi ha respinto?

<Oi, che ti stai mettendo in testa?> Kacchan interruppe il mio flusso di pensieri.
<F-forse, ho frainteso i miei stessi sentimenti. Ma perché sono così triste?> chiesi più che a Kacchan, a me stesso.
<Come cazzo posso saperlo io>
Ci rimuginai ancora per un po' e poi gli dissi:<Ancora non so cosa provo per te, ma dato che ormai mi sono chiari i tuoi sentimenti, farò del mio meglio per non disturbarti.> affermai. In effetti ero stato sempre a rincorrerlo, ero convinto che si fosse scocciato di me.
<Che discorsi sono, merdeku, non mi faccio mica distrarre da una scartina come te.> disse fermandosi un attimo per poi aggiungere: <inoltre, è meglio se non sparisci, o ti ammazzo>
Lo guardai stupito. A tutti gli altri sembrerebbe solo una minaccia, ma conoscendolo bene, sapevo cosa intendeva: non mi dispiace che tu sia mio amico.
Risi imbarazzato e iniziai ad asciugare i piatti.
<Grazie, Kacchan>
<Tsk, mi chiedo perché lo sto facendo. Sto solo sprecando il mio tempo per uno come te> ribadì chiudendo il rubinetto del lavello.
Si asciugò le mani e senza dire nulla prese lo zaino e si diresse verso l'uscita.
<A-aspetta, posso almeno offrirti un bicchiere d'acqua o una fetta di torta?> chiesi raggiungendolo.
<Non mi credere così debole, idiota. Vado a casa. E non ti mettere strane idee in testa> rispose intendendo che non dovevo preoccuparmi troppo.
Anche se mi dispiaceva che se ne andasse senza potergli offrire nulla, sapevo che non sarei mai riuscito a trattenerlo: era sempre stato così, sin da quando eravamo piccoli.
Annuii sorridendogli e lo accompagnai alla fermata dell'autobus.

<Alla fine non faccio altro che disturbarti...> commentai prime che l'autobus arrivasse.
<Perché sei un nerd inutile>
Risi nuovamente per l'imbarazzo e per la prima volta dopo tanto tempo sentii il cuore un po' più leggero.
<Spero che possa rimanere tuo amico per molto tempo> gli dissi onestamente.
<Come se m'importasse> ribadì alzandomi il dito medio per poi salire sull'autobus.
Lo salutai con la mano finché l'autobus non sparì dietro l'angolo.
Almeno è sempre il Kacchan di sempre.

Tornato a casa, riflettei un attimo su quello che era accaduto: avevo realizzato che quello che provavo non era altro che una forte ammirazione verso Kacchan e mi sentii meno... incatenato? Non riuscivo a descrivere bene ciò che provavo, ma ero felice, molto più leggero di prima. Quasi come se finalmente stavo trovando la mia strada.

Realizzai quanto ero disperato ad essere almeno un po' come lui, seguivo i suoi stessi corsi, mi allenavo e mangiavo con il solo scopo di poter essere meno "me".

"Allora io chi sono?"

Volevo trovare la risposta, ma in quel momento avevo altro da fare e non potevo assolutamente perdere tempo. Studiai fino all'ora di preparare la cena e poco dopo mia madre rientrò dal lavoro.

<Come stai, cespuglietto?> mi chiese abbracciandomi.
<Sto bene, grazie. Immagino tu sia stanca, vieni che ho finito di cucinare> dissi portando a tavola patate, fagioli e pesce al forno.
<Cosa ho fatto per meritarmi un figlio così affettuoso e generoso> disse dandomi un bacio sulla guancia.
In realtà volevo parlarle di quanto fossi confuso in quel momento, ma non volevo preoccuparla ulteriormente.
<Avrò preso da te> risposi per poi invitarla a mangiare. Ero molto preoccupato per lei: aveva marcate occhiaie e stava prendendo molto peso per lo stress. A volte mangiava solo del cibo economico e poco salutare per fare più veloce.

Non eravamo proprio benestanti e vivere in quella villetta ci aveva fatto rinunciare a molte cose: potevamo benissimo spostarci in un appartamento piccolo e meno costoso, ma dalla scomparsa di mio padre mia madre non voleva spostarsi dalla casa che aveva ricevuto per il loro matrimonio. Non ero mai stato d'accordo su questo poiché voleva dire che avrebbe dovuto lavorare di più, ma la vedevo così affezionata alla casa che non potevo dire nulla.

<Tranquilla, lavo io i piatti. Vai pure a prepararti per dormire.> le dissi quando finimmo di mangiare
<Grazie mille, sei il mio angelo> rispose per poi andare lentamente al piano di sopra, dove c'era il bagno, mentre io andai al lavabo prendendo tutto ciò che c'era sul tavolo.

Mentre lavai i piatti, mi persi di nuovo nei miei pensieri quando, ad un tratto, mia madre precipitò in cucina con l'aria preoccupata e le lacrime agli occhi.

<Mamma, c'è qualcosa che n->
<Shouto è in ospedale!>

Angolo autrice
che dire, eccomi di nuovo dopo più di un mese :D
spero che questo capitolo non sia troppo noioso, volevo incorporare anche "l'evoluzione" di Midoriya, se si può chiamare così.
ringrazio jimin_lil_mochi per le correzioni:D
Se avete consigli su come migliorare la storia, scrivete liberamente nei commenti :)

Il ragazzo della porta accanto ||Tododeku||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora