Cap. 3

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<Ciao, Deku> mi salutò una voce maschile riconoscibile ad occhi chiusi. Feci un respiro profondo e alzai lo sguardo verso Bakugo.

<Hey, Kacchan!> lo salutai facendo un falso sorriso: non volevo farmi vedere triste dal mio amico d'infanzia.

<Ecco, dopo quello che è successo la volta scorsa beh...sì, ecco....senti, rimani comunque un mio amico, ok?!> disse con lo sguardo del tipico tsundere.

<Certo! Vale lo stesso per me. Scusami, però ora devo andare a casa a sbrigare una faccenda> spiegai affrettandomi a sistemare le mie cose nello zaino; ma prima che mi incamminassi verso il giardino, mi fermai e dissi:<Per favore, non mi guardare come se avessi pietà di me, mi sentirei ancora peggio.> per poi scappare da quella stanza piena di disagio ed insicurezza.

[...]

Quando fui sull'autobus per ritornare a casa, ripensai alle parole dette da Bakugo e delle lacrime mi bagnarono la guancia e ad un certo punto, iniziai a singhiozzare: mi coprii il viso con le mani per non farmi notare dalle altre persone sull'autobus.

"Calmati. Lo devi dimenticare."
Pensai asciugandomi le lacrime.

Appena scesi dall'autobus, incontrai Fuyumi impegnata a dare indicazioni a degli uomini che stavano trascinando i mobili per la nuova stanza; si vedeva che la ragazza era molto entusiasta di accogliere un secondo fratello, a tal  punto da lasciargli la sua camera da letto, mentre lei si sarebbe spostata nella camera per gli ospiti.

La salutai con un cenno alla mano ed entrai in casa.

Due giorni dopo (sabato mattina)
Mi svegliai  con un frastuono provenire da fuori dalla finestra.
Mi alzai di scatto con la fronte imperlata di sudore.
Probabilmente avevo fatto un incubo, anche se non mi ricordai di quale si trattasse.

Andai alla finestra e vidi la nuova stanza destinata al nuovo figlio dei Todoroki: era stata dipinta di azzurro chiaro tendente al verde con un letto turchese e il comodino azzurro glaciale con delle decorazioni blu.
L'armadio era bianco come la libreria e la scrivania mentre la lampada era di color panna con decorazioni turchesi.

"Per un po' mi mancherà la stanza bianca di Fuyumi" pensai.

Notai che quel suono di prima proveniva da quest'ultima che stava sistemando dei quadri sui muri.

<Buongiorno, Izuku!> mi salutò quest'ultima quando mi notò.

Ricambiai il saluto e mi affrettai a prepararmi: tra un po' sarebbe arrivato il nuovo vicino di casa.

Mi misi una T-shirt bianca con dei pantaloni color sabbia.
Scesi giù dalle scale con il cuore che mi batteva a mille: non vedevo l'ora di incontrare il nuovo vicino di casa.

-Izuku! Sei pronto, tesoro?- mi chiese mia madre alla porta.
Annuii freneticamente e uscimmo di casa con il fiato sospeso.

Appena misi un piede fuori di casa, andai a salutare Fuyumi e i suoi genitori, per poi passare al fratello minore, Natsu. Era un ragazzo molto responsabile ma simpatico che abitava nel campus del college che frequentava. I suoi capelli erano bianchi e impossibili da trattare, mente i suoi occhi erano grigi; era molto alto e snello e infatti molte giovani donne ci provavano sempre con lui, anche se quest'ultimo le respingeva sempre.

Quando finii di salutare i vicini, quello che vidi fu un uomo in smoking nero che apriva lo sportello di una macchina altrettanto nera a qualcuno.

E quando quel "qualcuno" uscì,
rimasi stupito: dalla macchina uscì un ragazzo alto e snello, dai capelli metà rossi e dall'altra bianchi come la neve. I suoi occhi erano anch'essi bicolore: un occhio era rosso come il fuoco, mentre l'altro era azzurro limpido come il cielo in quell'istante.
Ma c'era un particolare che mi colpì subito: una grande cicatrice che circondava il suo occhio sinistro. Cercai di non darci peso: per qualche ragione, sapevo che era un argomento difficile per lui da affrontare.

Il ragazzo contemplò il luogo in cui avrebbe vissuto in futuro e si avvicinò alla nuova famiglia.

<Benvenuto, Shouto!> lo accolsero in coro la famiglia Todoroki.

Mentre il signore e la signora Todoroki discutevano con l'uomo in smoking, mi avvicinai al mio nuovo vicino di casa.

<Hey, Todoroki! Mi chiamo Midoriya Izuku, piacere di conoscerti!> mi presentai; il suo sguardo era molto indifferente e per qualche secondo, pensai fosse un menefreghista o qualcosa del genere, ma cambiai idea quando iniziammo a conversare: non era molto solare (anzi, aveva sempre l'aria del "figlio di papà"), ma era molto calmo e cordiale.

Finimmo la giornata con una cena tra vicini, compresi quelli della villetta al lato opposto di quella dei Todoroki: i Carpenter.

Questa famiglia era formata solamente dalla signora e dal signor Carpenter, dato che erano ancora abbastanza giovani e non avevo ancora figli oltre al loro cagnolino, Freeway; erano entrambi dei dottori e lavoravano nello stesso ospedale.

Durante la cena, mi misi a parlare con Natsu e Fuyumi, mentre Shouto se ne stava vicino al mio posto silenzioso; ad un certo punto gli chiesi se per caso si sentiva a disagio, giusto per volerlo aiutare a sentirsi a casa.

<Solo un po'> rispose concentrandosi sul piatto.
<Non dovresti! Ti assicuro che ti troverai benissimo con i tuoi nuovi genitori e avrai i fratelli migliori del mon->cercai di rassicurarlo, ma non feci in tempo a finire la frase che vidi Shouto iniziare a tossire sangue.

Angolo autrice
Io:Woah, cosa succede,Shouto?! Ah, giusto, è per via del-
Coscienza: chiudi quella boccaccia! Ti rendi conto che stavi per spoilerare il motivo?!
Io: Oh davvero? Stavo veramente per dire che-
Coscienza: Ma ci sei o ci fai?!
Io: oh sorry -_-".
Allora ci vediamo al prossimo capitolo!

P.S. Se il capitolo ti è piaciuto, fai brillare la stellina!

Il ragazzo della porta accanto ||Tododeku||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora