Cap. 2

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Ormai le vacanze estive erano finite da poco: già dai primi giorni ci avevano dato molti compiti e la mancanza di riposo si faceva sentire. 
Quando fui pronto, partii da casa per la scuola della UA.

Dato che abitavo fuori New York (già, ora il Giappone si è trasformato in America :)), prendevo sempre un autobus nel quale dovevo rimanere per molto tempo.

Mi misi gli auricolari e ascoltai un po' di musica, aspettando la fermata giusta per scendere: nella mia vita non c'era mai stato un momento triste dove non abbia avuto la musica per consolarmi.

Mi sedetti su un posto libero e iniziai ad osservare lo stesso paesaggio che mi ritrovavo ogni giorno quando andavo nel cuore di New York: mille villette che si trasformavano in edifici imponenti e altissimi, con tanto di ristoranti e negozi interessanti.

La gente passava per le strade impegnate ad andare a lavoro, mentre i bambini venivano accompagnati dai genitori per andare scuola.

Appena arrivai alla Regent Street, scesi dall'autobus e m'incamminai verso la scuola.
Quando  scorsi un grande edificio riconoscibile anche da dieci chilometri, accelerai il passo e aspettai all'ingresso della scuola l'arrivo dei miei amici: Uraraka e Iida.

Dopo qualche minuto, vidi una figura più grande di me con gli occhiali avvicinarsi.

<Buongiorno, Midoriya! Hai passato una bella serata ieri?>
Mi salutò Iida facendomi un cenno con la mano.

Iida era un ragazzo molto responsabile e gentile, a volte anche bizzarro e buffo, a modo suo.
indossava molto spesso abiti poco adatti ad un ragazzo di 16 anni, e a volte lo scambiavo per un uomo giovane o qualcosa del genere.

<Non tanto, dato che ieri ho dovuto studiare scienze per tutto il pomeriggio> affermai sospirando.
<Anch'io ho studiato molto ieri... Comunque, cambiando discorso, sai dov'è Uraraka?>
<No, credo che arriverà all'ultimo minuto, come al solito> ridacchiai.

Uraraka era una ragazza carina molto solare e vivace, ma era anche molto impacciata.

Appena la campanella suonò, entrammo entrambi in quella scuola immensa.
La UA era una scuola liceale scientifica molto rinomata e difficile, infatti mi trovavo sempre ad avere delle C+: non era un voto molto basso, ma se mi confrontavo con gli altri.... ero quasi sempre al 14º posto su 20.

Entrai, chiacchierando con Iida, nella classe di letteratura inglese e aspettammo l'arrivo di Uraraka che non tardò ad arrivare qualche minuto dopo, poco prima che la professoressa entrasse in classe.

<Salve ragazzi! Scusate per il ritardo, ma->
<non hai sentito la sveglia> finimmo la frase in coro io e Iida sorridendo. Ormai era dall'inizio del primo anno che diceva così.
Uraraka arrossì e si grattò la nuca:<Avete indovinato...>
<Forse è meglio che per il tuo compleanno ti regalassimo una sveglia con il suono ultra alto>
Scherzai dandole un buffetto sulla guancia.
Lei arrossì ancora più di prima e ridacchiò nervosamente: era davvero buffa quando faceva così.
<M-meglio se v-vado a s-sedermi!>
Detto questo si mise al suo posto e iniziammo la lezione.

[...]

Mentre la professoressa spiegava, il mio cervello era altrove: l'orologio segnava le 13:20 e tra pochi minuti la campanella avrebbe suonato l'ora del pranzo; fuori dall'edificio le nuvole nuotavano nel cielo senza osar coprire il sole di fine estate.

Pensai di nuovo al rifiuto di Bakugo e all'inaspettato arrivo del fratello adottivo di Fuyumi.

Diedi un'occhiata veloce a Kacchan e lo vidi guardare intensamente Kirishima: erano davvero molto innamorati.
Per qualche minuto sentii una
fitta al cuore, ma decisi che dovevo essere felice per loro: in fondo erano entrambi miei amici...

<E questi sono i compiti, ragazzi. Mi raccomando di controllare che i vostri voti di scienze siano sul registro entro stasera. Se, invece,non vi risulterà nessun voto nuovo, allora domani dovrete venite in aula insegnanti. A domani ragazzi>
Salutò la professoressa White appena la campanella suonò.

<Finalmente LI-BE-RI>esultò Uraraka che veniva dalla classe di storia.
<Non credo proprio, Uraraka. Dobbiamo ancora fare i compiti per domani, no?> disse Iida sistemandosi gli occhiali.
<Sì, sì... però prima vado a farmi un bel gelato gigante!>
<Uraraka Ochaco, ti sembra normale mangiare il gelato come pranzo? Ti rovinerai lo stomaco!>la riproverò di nuovo Iida, anche se affettuosamente.
<Su su, lasciati un po' andare per una volta! Deku, ti unisci a noi, vero?> mi chiese Uraraka speranzosa.
<Scusate, ma oggi mia madre mi ha preparato il pranzo> mi giustificai.
<Peccato! Allora ci penserò da sola a rinfilzare Iida di gelato!>
<Ok, ma non lo ammazzare!>
<Non ti prometto niente!> scherzò per poi allontanarsi dall'aula con Iida e dirigersi verso la mensa della scuola.

Mentre stavo sistemando le mie cose nello zaino, sentii dei passi avvicinarsi.
<Ciao, Deku> mi salutò una voce maschile riconoscibile ad occhi chiusi. Feci un respiro profondo e alzai lo sguardo verso Bakugo.

Angolo autrice
Hey minna!
*non c'è nessuno ad ascoltarla perché nessuno conosce questa nuova fan fiction*
*parte la canzone di "The sound of Silence*
Cooomunque, ecco il secondo capitolo!
Spero che vi piaccia e se è così, fatte brillare la stellina, per favore!
P.S. Alla prossima!

Il ragazzo della porta accanto ||Tododeku||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora